La Cina che compra le reti italiane: perplessità e un’interrogazione parlamentare

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L'azienda statale cinese State Grid International Development il 31 luglio ha acquistato il 35% di Cdp Reti Spa, la holding che controlla le nostre Snam e Terna con quote attorno al 30 per cento. La situazione è delicata per i possibili conflitti di interessi in ballo. Un'interrogazione al MiSE chiede chiarezza.

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La notizia, che forse ha fatto meno rumore di quel che dovrebbe, risale a più di una settimana fa: Cassa depositi e prestiti Spa e l’azienda statale cinese State Grid International Development Limited il 31 luglio hanno firmato l’accordo per la cessione a SGID, per circa 2.101 milioni di euro, di una quota del 35% del capitale sociale di Cdp Reti Spa, la holding che controlla con quote attorno al 30 per cento le nostre reti del gas, cioè Snam, e dell’elettricità, cioè Terna.

La firma è avvenuta a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, e del ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan. I cinesi potranno nominare due amministratori su cinque nel cda di Cdp Reti, potranno proporre “il nominativo di uno o due candidati che concorrano alla gestione operativa della società” e avranno potere di veto su “alcune particolari delibere”, oltre a designare un membro nei board di Snam e Terna.

L’operazione ha destato perplessità in molti. Non mancano infatti i potenziali conflitti di interesse: ad esempio sia Terna che State grid sono in gara per l’acquisizione della quota di maggioranza di Independent power transmission, gestore della rete elettrica greca.

Nell’accordo ci sarebbero delle clausole studiate appunto per evitare situazioni del genere, stando a quanto riporta Radiocor sui contenuti del patto parasociale siglato da Cdp e State Grid Europe (la società di diritto inglese che acquisirà il 35% di Cdp Reti per conto del colosso cinese). I due amministratori di Terna e Snam che saranno nominati da State Grid of China – si prevede – non potranno partecipare ai consigli di amministrazione quando si discuteranno temi sui quali i cinesi sono in conflitto di interesse. Inoltre se gli amministratori di Terna e Snam indicati dai cinesi non avranno la qualifica di “indipendenti”, ai sensi del Testo Unico della Finanza, è previsto che “si astengano, nella misura massima consentita dalla legge, dal ricevere informazioni e/o documentazione da Terna e Snam in relazione a questioni sulle quali abbiano un conflitto di interesse”. Questo si verificherà “in relazione ad opportunità commerciali” in cui sia Snam e/o Terna da un lato e sia l’investitore cinese o una sua affiliata dall’altro “abbiano un interesse e possa sussistere concorrenza”.

La situazione rimane però delicata: resta da capire chi deciderà quando sussiste un conflitto di interesse e se questo concetto si può estendere a questioni geopolitiche di più ampio respiro, non solo prettamente commerciali. Si tratta infatti di aziende i cui investimenti sono strettamente legati a strategie geopolitiche mondiali che coinvolgono entrambe le nazioni, si pensi ad esempio all’approvvigionamento del gas, che sia Italia che Cina comprano dalla Russia.

Insomma, se, dal momento in cui si è indetta una gara aperta, difficilmente per questioni di antitrust e di diplomazia, si sarebbe potuto impedire all’azienda statale cinese di comprarsi una fetta delle reti italiane, la questione non va comunque sottovalutata. Ed è questo l’avvertimento lanciato in un’interrogazione parlamentare dai senatori Gianni Girotto e Gianluca Castaldi del M5S al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi (allegato in basso).

L’ingresso del colosso cinese, si fa notare tra le altre cose, “non potrà non avere una significativa influenza sulle scelte del management, anche in considerazione della stretta collaborazione in atto tra Petrochina ed Eni, a sua volta controllata da Cassa depositi e prestiti e dal Ministero dell’economia e delle finanze, nello sfruttamento e destinazione verso l’Asia del gas estratto dai nuovi giacimenti del Mozambico”.

E si chiede di sapere se il Ministro Guidi, “titolare delle concessioni che permettono alle società delle reti di operare sul territorio nazionale nonché supervisore dei loro piani strategici di sviluppo e controllore dell’esecuzione degli stessi, sia a conoscenza della decisione assunta dal Ministro dell’economia, mero azionista finanziario di dette società; quali siano state le valutazioni sull’impatto che le decisioni assunte dal Ministro dell’economia potrebbero avere sulla strategia energetica nazionale; se la decisione sia stata comunicata alla Commissione europea e quali siano state le valutazioni della medesima Commissione; quali conseguenze l’accordo avrà in Grecia, dove China Grid partecipa come concorrente di Terna all’acquisizione della quota di maggioranza di Independent power transmission, gestore della rete elettrica ellenica (…); se sia stato acquisito il parere dei servizi di sicurezza nazionale, anche in considerazione del fatto che la partecipazione al consiglio di amministrazione della Cdp Reti porterà a diretta conoscenza del Governo cinese informazioni di rilevante interesse strategico, di sicurezza, commerciali e di politica internazionale dell’Italia”.

L’interrogazione

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