Taglia-bollette: marcia indietro su FV e catasto, stasera il voto sulla fiducia

Si vota stasera alla Camera la fiducia sul ddl di conversione del decreto Competitività 91/2014, che contiene le norme taglia-bollette, compresa quella sull'autoconsumo e lo spalma-incentivi. Stralciato l'emendamento su fotovoltaico e catasto, restano le modifiche su scambio sul posto e autoconsumo.

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Il ddl di conversione del decreto Competitività 91/2014, che contiene le norme del pacchetto taglia-bollette, compresa quella sull’autoconsumo e il cosiddetto spalma-incentivi per il fotovoltaico è ormai in dirittura d’arrivo. Stasera il ddl sarà votato in aula: dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo a partire dalle 19,45 e a seguire, alle 21,40, la votazione per appello nominale. Il testo, una volta passato l’esame della Camera, tornerà al Senato dove entro venerdì – ddl riforme permettendo – dovrebbe essere licenziato definitivamente prima della pausa estiva, dato che scade il 23 agosto.

Come abbiamo riportato, le Commissioni Ambiente (VII) ed Attività produttive (X) della Camera hanno apportato novità positive per fotovoltaico e rinnovabili in autoconsumo, come l’estensione a 500 kW del limite di potenza per accedere allo scambio sul posto  e l’esenzione totale dal pagamento degli oneri per le per l’energia autoconsumata prodotta da impianti sotto ai 20 kW di potenza.

E’ invece notizia di ieri sera lo stralcio dell’emendamento su fotovoltaico e catasto introdotto dalle due Commissioni X e VIII. La norma finita nel mirino della commissione Bilancio e in quello della Ragioneria dello Stato è quella che prevedeva che «la variazione della rendita catastale dell’immobile che ospita impianti fotovoltaici è obbligatoria solo se la potenza dell’impianto è maggiore di 7 kW e il valore dell’impianto incrementa di oltre il 40 per cento la rendita catastale». Una norma che secondo il parere della Bilancio è «suscettibile di determinare minori entrate fiscali non quantificate e prive di copertura» e che dunque è stata cancellata.

Non saranno dunque corretti gli effetti della controversa circolare 36/E dell’Agenzia delle Entrate che precisa che quando un impianto FV al servizio di un immobile supera i 3 kW e il 15% del valore catastale dell’ immobile, il suddetto valore catastale deve essere aumentato, con le ovvie conseguenze dal punto di vista delle imposte correlate.

In molti avevano sollevato critiche a questa ed altre disposizioni della circolare, chiedendo correzioni. La Commissione Finanze della Camera in una recente risoluzione invitava appunto a “rivedere la normativa recante l’obbligo di variazione della rendita catastale dell’immobile, nel caso in cui l’installazione di un impianto fotovoltaico ne incrementi il suo valore capitale (o la relativa redditività ordinaria), innalzando la soglia percentuale di detto incremento dall’attuale 15% ad almeno un più coerente 30%”. Un invito che come abbiamo visto era stato raccolto dalle Comissioni VII e X della Camera, il cui intervento è stato però bloccato dal veto della Ragioneria e della Commissione Bilancio.

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