La Francia accelera verso l’energia pulita e frena sul nucleare

Ridimensionamento del nucleare, meno 30% sulle fossili, taglio delle emissioni del 40% e rinnovabili al 32%: gli obiettivi per il 2030 che si è data la Francia sembrano seri. Approvata dal Consiglio dei Ministri la legge sulla transizione energetica, da ottobre sarà al vaglio dell'Assemblea Nazionale.

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Ridimensionamento del nucleare, riduzione del 30% del consumo di energia da fossili, taglio delle emissioni del 40% e rinnovabili al 32% del mix: sono i nuovi obiettivi per il 2030 che si è data la Francia. Target seri anche per il 2050: dimezzamento dei consumi energetici (rispetto ail livelli del 2012) e riduzione del 75% delle emissioni di CO2. Stiamo parlando della legge sulla transizione energetica, approvata mercoledì dal Consiglio dei Ministri francese e che da ottobre sarà al vaglio dell’Assemblea Nazionale, dove potrebbe incontrare qualche ostacolo.

La Francia dunque accelera sulla transizione energetica e nel contempo frena sul nucleare, che storicamente è il perno del sistema energetico nazionale: la legge prevede un congelamento a 63,2 GW della capacità nucleare, che passerà dall’attuale 75% del mix a non oltre il 50% entro il 2025. L’avvio dell’Epr di Flamanville implicherà dunque il fermo di una potenza equivalente in altri reattori, che sarà Edf a selezionare: a chiudere dovrebbe essere la centrale di Fessenheim, la più anziana del Paese.

I francesi insomma si stanno accorgendo che l’atomo non è una soluzione conveniente per avere energia senza emettere CO2, probabile che a convincerli siano i costi astronomici che dovrebbero sostenere per mantenere la produzione attuale e quelli ugualmente salati cui andranno incontro per il decomissioning (si veda qui).

La transizione sarà finanziata con 10 miliardi di euro nei prossimi tre anni, destinati in massima parte agli enti locali e ai consumatori sotto forma di prestiti agevolati e sgravi fiscali. Tra le misure previste ci sono stimoli alla riqualificazione energetica degli edifici e all’edilizia efficiente. Si prevede ad esempio che i nuovi edifici pubblici siano “esemplari” e quando possibile a energia positiva, cioè con consumi minori rispetto all’energia che producono grazie agli impianti a rinnovabili integrati.

Si punta poi sulla mobilità sostenibile: almeno il 50% del parco mezzi statale dovrà essere “pulito”, si prevede un bonus per i privati che comprino mezzi a basse emissioni e si stanziano 7 milioni per la ricarica di veicoli elettrici. Non si dimentica la questione rifiuti, proponendo di ridurli alla fonte e mettere in atto un’economia circolare.

Sulle rinnovabili si introducono semplificazioni delle procedure autorizzative e si promuovono modelli di finanziamento partecipativo, in grado di coinvolgere la cittadinanza nella produzione energetica pulita.

Il comunicato del Consiglio dei Ministri francese sulla “Transition énergétique pour la croissance verte

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