Rinnovabili non FV, nuovo aggiornamento dei costi: il contatore scende di 12 milioni

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Segnava quota 5,079 miliardi di euro, ora è a 5,067: il contatore degli incentivi destinati alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche dall'ultimo aggiornamento ha camminato all'indietro per 12 milioni di euro. Ma il raggiungimento del tetto dei 5,8 miliardi, oltre il quale c'è il buio resta vicino.

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Segnava quota 5,079 miliardi di euro, ora è a 5,067: il contatore degli incentivi destinati alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche dall’ultimo aggiornamento ha camminato all’indietro per 12 milioni di euro. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del GSE al 30 giugno, comunicato venerdì, del contatore del costo indicativo cumulato annuo degli incentivi. Il precedente aggiornamento, al 31 maggio (comunicato a inizio luglio) come detto vedeva una cifra di 12 milioni più alta, dunque la somma destinata alle rinnovabili non FV, aumentata di 42 milioni dal 28 marzo al 31 maggio, dal 31 maggio al 30 giugno è calata.

Ovviamente non si tratta di un errore: il calo è da ricondurre a incentivi per impianti in precedenza computati perché ammessi ai registri in posizione utile o vincitori di aste e poi in un secondo momento estromessi o perché entrati in esercizio oltre la data utile o a seguito di istruttoria Gse oppure per rinuncia degli stessi proponenti.

Dunque questo ultimo aggiornamento fa rallentare un po’ il conto alla rovescia per il raggiungimento del tetto di 5,8 miliardi. Una volta superato quel limite di spesa, come sappiamo, salvo novità, verrà chiuso l’accesso agli incentivi.

Nei mesi scorsi aveva destato preoccupazione, la previsione sull’esaurimento delle risorse fatta da Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy & Strategy Group e confermata da Francesco Sperandini, direttore operativo del GSE, secondo la quale il tetto dovrebbe essere toccato già nei primi mesi del 2015. Se la politica non introdurrà nuove forme di sostegno, dunque, le rinnovabili non FV potrebbero affrontare presto un salto nel buio.

Dal governo una promessa di non abbandonare il settore, per quanto vaga, un mese fa è arrivata. A tranquillizzare parzialmente gli operatori è stato il MiSE: “Alcuni commentatori – ha rimarcato il viceministro Claudio De Vincenti in un’audizione parlamentare a inizio giugno – hanno lanciato l’allarme sulla possibilità che il tetto di 5,8 miliardi di euro sia raggiunto entro l’anno, per effetto di due cause: l’impegno di spesa che conseguirà alla terza procedura di aste e registri e il concomitante (e atteso) calo del prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica (…). Al momento, l’allarme pare eccessivo. In ogni caso, terminato questo primo periodo di applicazione delle nuove modalità di incentivazione, subito dopo l’estate si tireranno le somme e si valuterà il da farsi per il futuro, consapevoli che non possiamo e non vogliamo fermare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma che comunque è doveroso continuare a favorirne il calo dei costi e l’integrazione nei mercati, peraltro in linea con i nuovi orientamenti europei sul tema …”.

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