Spalma-incentivi non convince il servizio Bilancio del Senato: rischio contenziosi e garanzia CDP ‘problematica’

Il carattere retroattivo dello spalma-incentivi obbligatorio – denuncia il servizio Bilancio del Senato - comporta "la possibilità dell'insorgenza di un cospicuo contenzioso", mentre la garanzia della Cassa depositi e prestiti sui finanziamenti compensativi per gli operatori, prevista dal decreto presenta "profili problematici".

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Attenzione: il carattere retroattivo dello spalma-incentivi obbligatorio comporta “la possibilità dell’insorgenza di un cospicuo contenzioso”, mentre la garanzia della Cassa depositi e prestiti sui finanziamenti compensativi per gli operatori, prevista dal decreto presenta “profili problematici”. Sono queste alcune delle critiche mosse dal servizio Bilancio del Senato (documento allegato in basso) al famigerato intervento sugli incentivi per gli impianti fotovoltaici sopra ai 200 kW previsto dall’articolo 25 del decreto “Competitività”, il 91/ 2014, che contiene il pacchetto cosiddetto taglia-bollette (qui testo e sintesi) e che è in fase di conversione in legge.

Dunque i finanziamenti assistiti dalla garanzia della CDP o dello Stato stesso (per quelli erogati dalla stessa CDP) che la norma prevede per rendere più accettabile il colpo agli operatori non convincono il servizio Bilancio. Si spiega che ciò “potrebbe presentare profili problematici. Infatti, da un lato il comma 47 dell’articolo 1 della legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità 2014), richiamato
dal comma 5 dell’articolo in esame, pur disponendo che ‘la garanzia dello Stato (verso CDP) […]deve essere onerosa e compatibile con la normativa dell’Unione europea in materia di garanzie onerose concesse dallo Stato a condizioni di mercato’, prevede tuttavia la rinuncia all’eventuale azione di regresso verso CDP (in caso di escussione della garanzia), dall’altro andrebbe valutato se l’intervento della CDP si configuri in maniera coerente rispetto all’attuale classificazione dell’ente nell’ambito del settore degli operatori finanziari. Il carattere oneroso della eventuale garanzia statale implica comunque che le imprese dovranno corrispondere allo Stato un adeguato corrispettivo. Si segnala tuttavia che non risulta emanato il decreto ministeriale attuativo di disciplina delle esposizioni assunte o previste da CDP S.p.A. che possono essere garantite dallo Stato, previsto dal comma 11, art. 5 della legge n.29 del 2003, modificato dal comma 47 citato. Inoltre, anche la norma in esame rinvia ad un ulteriore DM per la definizione dei criteri e delle modalità delle garanzie, non consentendo in questa sede una valutazione sulla congruità dell’onere che sarebbe posto alle imprese rispetto ai rischi di escussione del credito e di conseguenza ai possibili oneri per la finanza pubblica. Si ricorda che, in base all’art. 81 della Costituzione, la copertura degli oneri deve essere sempre definita da disposizioni di rango legislativo.”

Anche per quanto attiene al cuore dello spalma-incentivi, cioè la rimodulazione retroattiva delle tariffe, non mancano le critiche: “oltre ad evidenziare a latere la possibilità dell’insorgenza di un cospicuo contenzioso (peraltro gia iniziato, si veda altra notizia di oggi, ndr), si rappresenta che l’operazione implica in ogni caso una riduzione degli incassi delle società produttrici di energia con il fotovoltaico.”

Tuttavia – continua il documento “ciò non dovrebbe determinare un impatto negativo in termini di gettito fiscale, correlato alla conseguente riduzione degli utili d’impresa per tali operatori, atteso che le corrispondenti riduzioni delle tariffe elettriche sono a vantaggio, ai sensi dell’articolo 23, di soggetti a loro volta esercenti attività d’impresa, i quali usufruiranno di un equivalente impatto positivo in termini di minori costi, con pari riflessi sugli utili d’impresa. Analoghi effetti di compensazione si registreranno in termini di gettito IVA”.

Qui il documento del servizio Bilancio del Senato (pdf)

Il decreto, ricordiamo, deve essere convertito in legge entro il 23 agosto. Il termine per presentare emendamenti è scaduto ieri sera alle 18. Nei giorni scorso avevamo pubblicato le proposte di modifica del decreto portate in audizione dai vari stakeholder:
qui quelle delle associazioni delle rinnovabili
qui quelli dell’Autorità per l’Energia, del GSE e di Assoelettrica

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