Nei prossimi 16 anni in Italia oltre 80 GW di nuova potenza da eolico e fotovoltaico

Da qui al 2030 in Europa si investiranno oltre 1000 miliardi di dollari in nuova potenza elettrica da rinnovabili, soprattutto eolico e FV. Le fonti pulite arriveranno a pesare per il 60% del parco di generazione, mentre le fossili passeranno dal 48 al 27% del totale, soprattutto per un crollo nell'uso del carbone. Le previsioni di Bloomberg New Energy Finance.

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Da qui al 2030 in Italia si installeranno oltre 80 GW di nuova potenza tra eolico e fotovoltaico. In Europa, nonostante una domanda quasi stagnante, nei prossimi 16 si investiranno circa mille miliardi di dollari in nuova potenza da rinnovabili, con le fonti pulite che arriveranno a pesare per il 60% del parco di generazione. A spingere le installazioni sarà la crescente competitività economica: già dal 2020 le principali fonti rinnovabili, escluso l’eolico in mare, saranno il modo più conveniente di produrre energia anche senza incentivi. La previsione arriva da Bloomberg New Energy Finance (BNEF).

Nell’ultimo Market Outlook 2030, BNEF stima che in Europa, a fronte di una domanda elettrica che crescerà solo del 9%, entreranno in funzione impianti a rinnovabili 557 GW realizzati con un investimento complessivo di 967 miliardi di dollari (circa 750 mld di €).

Le rinnovabili passeranno dal 41% del 2012 al 60% della potenza installata, che al 2030 sarà cresciuta del 54%, arrivando a 1,6 TW (1600 GW), a seguito di investimenti per 1.300 miliardi di dollari, dei quali, circa 1000 andranno alle rinnovabili. A spingere la crescita, si spiega, saranno soprattutto il fotovoltaico, in particolare su tetto, che attirerà 339 miliardi di dollari, e l’eolico a terra (250 miliardi di $). Tecnologie che, si prevede, saranno pienamente competitive senza incentivi già nel giro di 5-6 anni. Anche l’eolico off-shore, pur dovendo contare sul sostegno pubblico più a lungo, avrà una forte crescita: peserà per il 20% della potenza totale (contro il 6% attuale).

Nello stesso periodo invece crolleranno le fonti fossili, che passeranno dal 48 al 27% della potenza installata; un calo, che, assieme alla maggiore efficienza, consentirà di dimezzare le emissioni di CO2: da 1,3 miliardi di tonnellate del 2013 a 564 milioni ton nel 2030. Il carbone passerà dagli attuali 195 GW di centrali in funzione a 125 GW al 2030. Si prevede una tenuta delle centrali a gas, che passeranno da una potenza di 257 GW a 280. La quota nel mix elettrico del carbone scenderà dal 19 all’8%, quella del gas dal 25 al 17% (si veda grafico).

Guardando ai vari paesi (vedi grafico sotto), a investire di più in nuova potenza elettrica sarà il Regno Unito con 197 miliardi di dollari (eolico offshore: 89 miliardi di dollari; piccoli impianti FV: 49 miliardi di dollari; gas: 8 miliardi di dollari), seguito dalla Germania con 171 miliardi di dollari (eolico offshore: 70 miliardi di dollari; piccoli impianti FV: 69 miliardi di dollari; eolico on-shore: 18 miliardi di dollari). I due Paesi realizzeranno, rispettivamente, 99 e 90 GW di nuova potenza.

L’Italia sarà terza in questa particolare classifica con nuovi 84 GW, quasi totalmente di eolico e fotovoltaico. La Francia aggiungerà 75 GW (fotovoltaico, eolico e nucleare), la Spagna 43 GW (quasi tutti solari).

A livello mondiale (grafico sotto), il Market Outlook stima investimenti al 2030 per un totale di 7.700 miliardi di dollari, di cui il 66% dedicati alle rinnovabili. Di questi, 5.100 miliardi di dollari investiti in energie pulite; circa 2.500 miliardi riguarderanno la regione Asia-Pacifico, quasi 1.000 miliardi di dollari, come abbiamo visto, l’Europa, 816 miliardi di dollari nelle Americhe e 818 miliardi di dollari nel resto del mondo.

Nel 2030, conclude BNEF, le fonti fossili avranno ancora la quota maggiore del mix elettrico con il 44% del totale, ma in deciso calo rispetto al dato del 2013: 64%. Eolico e fotovoltaico accresceranno la loro quota combinata dal 3 al 16%.

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