Enel compra carbone da chi tortura e uccide?

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Il carbone bruciato dalla nostra Enel sembra anche collegato a una filiera poco trasparente, acquistato da aziende accusate di uccidere e torturare dipendenti e sindacalisti. E' quanto emerge da un'indagine commissionata da Greenpeace all’istituto di ricerca indipendente olandese SOMO. Enel dovrebbe rivedere questi contratti.

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Non è solo è pessimo per ambiente, salute e clima (366 morti premature e danni per quasi 1,8 miliardi di euro nel 2009 in Italia): il carbone bruciato dalla nostra Enel sembra anche collegato a una filiera poco trasparente, dato che viene acquistato anche da aziende accusate di uccidere e torturare dipendenti e sindacalisti.

E’ quanto emerge da un’indagine commissionata da Greenpeace all’istituto di ricerca indipendente olandese SOMO: un dossier (vedi allegato in basso) che svela che l’azienda italiana ha rapporti commerciali con la statunitense Drummond e la Prodeco (di proprietà della svizzera GlencoreXstrata). Rapporti imbarazzanti, visto che i due giganti del carbone che operano in Colombia sono stati ripetutamente accusati di gravissime violazioni dei diritti umani e di aver commissionato omicidi e torture di sindacalisti e abitanti delle aree circostanti le loro miniere.

Le relazioni sono state certificate documentando la rotta di navi carboniere che hanno viaggiato fino ai porti che servono alcune centrali termoelettriche dell’azienda in Italia: secondo il report, nel 2013 Enel ha acquistato almeno 330.000 tonnellate di carbone dalla Prodeco e nello stesso periodo la Drummond ha fatto arrivare a Civitavecchia, La Spezia e Venezia cinque carichi di carbone dalle sue miniere colombiane. Le informazioni raccolte su questi traffici commerciali sono state sottoposte a Enel, prima della pubblicazione del rapporto. L’azienda, riporta Greenpeace, non le ha smentite.

Greenpeace Italia ritiene che una grande azienda energetica come Enel debba presto rivedere i suoi accordi commerciali con queste aziende: “riteniamo sia questo un dovere, ancor più dal momento che Enel è una controllata pubblica che ha come maggior azionista il Governo italiano. Un soggetto imprenditoriale delle dimensioni e dell’importanza di Enel non dovrebbe intrattenere relazioni commerciali con simili aziende – ripetutamente accusate di crimini efferati – anche per il buon nome e il prestigio industriale del nostro Paese”.

La sintesi del dossier (pdf)

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