Sparano alle formiche col bazooka: lo spalma-incentivi bloccherà il nostro sistema bancario?

Lo spalma-incentivi sul FV oltre a danneggiare la credibilità del Paese ha pesanti impatti su entrate fiscali e sistema bancario. E' una manovra ad impatto negativo per il Paese. "Anziché distribuire nuovo credito alle aziende, come auspicato da Renzi, le banche saranno occupate a mettere delle pezze sulle operazioni passate", ci spiega Paolo Lugiato di assoRinnovabili.

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“Si è voluto colpire il fotovoltaico, ma è stato come sparare ad una formica con un bazooka: i danni collaterali saranno immensamente più grandi dell’operazione che si voleva attuare”. Lo spalma-incentivi contenuto nel decreto legge “produttività” fresco di pubblicazione in Gazzetta oltre a danneggiare la credibilità del nostro Paese agli occhi degli investitori internazionali ha pesanti impatti sulle entrate fiscali e sul sistema bancario, ci spiega Paolo Lugiato, consigliere di assoRinnovabili: “anziché distribuire nuovo credito alle aziende, come auspicato dal premier Renzi, le banche saranno occupate a mettere delle pezze sulle operazioni passate”.

Alla vigilia del convegno “I nuovi investitori nelle rinnovabili. Modelli di business in un mercato in evoluzione”, organizzato dall’Osservatorio Rinnovabili OIR e che si terrà martedì 1 luglio a Milano, abbiamo parlato con Lugiato di quello che è l’argomento più caldo tra gli investitori in questo momento: il taglio retroattivo degli incentivi agli impianti fotovoltaico sopra i 200 kW.

Lugiato, lei è di ritorno da Londra dove ha avuto modo di sondare l’umore degli investitori internazionali che si erano impegnati in Italia. Chi sono e cosa dicono?

E’ stato un duro colpo. Sono investitori di tutte le principali potenze economiche che investono in infrastrutture, per i quali potersi fidare della parola data da un Paese è fondamentale. Fondi di private equity spesso con alle spalle fondi sovrani e fondi pensione: investitori che cercano ritorni non eccezionali ma sicuri. Lo spalma-incentivi ha causato un grosso danno alla credibilità dell’Italia, che ha dimostrato di poter cambiare le regole in corsa. Il Governo ha argomentato di essere intervenuto a fronte di profitti troppo alti, cosa tra l’altro non vera. Per lo stesso ragionamento forse potrebbe ridurre a posteriori il tasso di rendimento di un BTP, magari perché sottoscritto in un periodo in cui i BTP rendevano troppo per lo spread alto?

L’impatto dello spalma-incentivi cambierà anche la tipologia di investitori disposti a mettere denaro nel fotovoltaico italiano, ad esempio nel mercato secondario?

Ci sarà una fuga. Poi quando si presentano queste situazioni, con aziende a rischio default, arrivano i cosiddetti avvoltoi, che vengono per comprare a prezzi stracciati in un’ottica speculativa (si veda quanto abbiamo scritto qui, ndr). In Spagna (dove sono state introdotte pesanti misure retroattive ai danni del settore, ndr) sta accadendo questo.

Investitori a parte che effetti potrà avere sul Sistema-Paese questa misura?

E’ una manovra ad impatto negativo per il Paese. Per perseguire l’obiettivo nobile di ridurre le bollette delle PMI si fa un danno maggiore del beneficio. Lo spalma-incentivi, che in realtà altro non è che un taglio retroattivo, colpendo gli utili delle aziende farà diminuire le entrate fiscali. Per citare i calcoli fatti dall’imprenditore Giorgio Garuzzo e pubblicati sul blog di Alan Friedman, se tutti optassero per il taglio del 20% lo Stato perderebbe il 27,5% dell’Ires e il 3,9% dell’IRAP per circa 400 milioni di euro all’anno. E dovrebbe mettersi a cercare nuove tasse per coprire la differenza.

Ci sono poi le conseguenze per il sistema bancario …

Certo. I finanziamenti hanno dei livelli di guardia, legati al DSCR, il rapporto tra il flusso di cassa e la rata di debito da pagare: il DSCR si aggira normalmente sull’1,3-1,4, ad un rapporto di circa 1,05, cioè quando la cassa generatasi si abbassa e si avvicina pericolosamente all’importo della rata da rimborsare, si dichiara il default, cioè la banca non crede più che il cliente sia in grado di pagare. Per i progetti fotovoltaici il DSCR in questi anni si è già abbassato molto, per il crollo del prezzo dell’energia e per gli effetti di altre misure punitive, come la Robin Tax, l’abolizione dei prezzi minimi garantiti, le novità fiscali che impattano sull’ammortamento, gli oneri di sbilanciamento. Ora lo spalma-incentivi fa scendere ancora il DSCR, portandolo in molti casi a un livello da default. Si crea cioè sofferenza creditizia che per le regole sulla capitalizzazione delle banche impone a queste di fare degli accantonamenti. Mettere un accantonamento a bilancio vuol dire deprimere l’utile della banca, che di conseguenza pagherà meno tasse. Le nostre banche quindi garantiranno meno entrate fiscali allo Stato e avranno una capitalizzazione indebolita. A questo si aggiunga che probabilmente gli istituti si ritroveranno a dover rinegoziare in una sola ondata una massa enorme di contratti, cioè appunto quelli sottoscritti nell’arco di 5 anni dagli operatori del fotovoltaico colpiti dalla misura. Ci sarà una sorta di blocco: anziché distribuire nuovo credito alle aziende, come auspicato dal premier Renzi, le banche saranno occupate a mettere delle pezze sulle operazioni passate.

Altro effetto boomerang potrà essere quello dei ricorsi. Ci si sta preparando?

Gli investitori sono molto agguerriti. Si veda la quantità di ricorsi e arbitrati generati dall’esperienza spagnola. In Italia succederà lo stesso. Se il governo perderà la battagli legale il conto sarà molto salato. Questo ovviamente va ad aggiungersi agli altri effetti negativi che abbiamo elencato. Tutto a fronte di una riduzione della bolletta delle PMI trascurabile ai fini della competitività. Un sollievo per la spesa energetica delle aziende tra l’altro si avrà proprio grazie alle rinnovabili, quando il notevole calo del PUN, dovuto proprio al loro contributo, si rifletterà anche sui contratti a termine e, dunque, finalmente sulle bollette, come per ora non sta accadendo. Insomma si è evidentemente voluto colpire il fotovoltaico, ma è stato come sparare ad una formica con un bazooka: i danni collaterali saranno immensamente più grandi dell’operazione che si voleva attuare.

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