Efficienza energetica comportamentale, un potenziale a basso costo

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Dare alle persone le informazioni migliori e più personalizzate sul loro quotidiano modo di usare l’energia può motivarle ad usarne meno. La strategia ha un costo molto vantaggioso rispetto ai risultati ottenuti. Si stima una riduzione dell’1-2,5% ogni anno dei consumi energetici residenziali. Un primo studio di Opower sulle potenzialità nell'UE.

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Un’esperienza pioneristica di una utility di Sacramento nel 2008 mirava ad educare i propri clienti sul corretto utilizzo dell’energia, attraverso una comunicazione su più livelli e con un approccio basato su metodologie di psicologia comportamentale. I risultati furono molto soddisfacenti e portarono a notevoli risparmi energetici di lungo periodo (si veda questo white paper – pdf).

Altre società energetiche statunitensi stanno investendo su questo approccio che copre a volte quasi un terzo del portafoglio dei programmi di efficienza di alcune utility. Al momento sono circa 93 quelle che stanno applicando sul mercato dell’energia questa metodologia. L’idea, testata dalle scienze sociali, inizia ora a diffondersi anche in Asia e in Europa. Il concetto è semplice: dare alle persone le informazioni migliori e più specifiche (dunque personalizzate), tramite un Home Energy Reporting, sul loro quotidiano modo di usare l’energia può motivarle ad usarne meno.

I vantaggi sono ovvi: minori emissioni, bollette più leggere, alleggerire la domanda dalla rete elettrica (con questo programma, secondo alcune analisi, si hanno risparmi doppi della media durante le ore di picco), maggiore considerazione del proprio fornitore di energia.

Il tutto ad un costo estremamente vantaggioso rispetto ai risultati ottenuti o ad altre soluzioni e interventi che oggi in diversi paesi vengono incentivati. Il costo per cliente può variare molto da paese a paese, ma può assumersi intorno ai 10 euro. Nel grafico si può notare appunto come questa sia una delle soluzioni energetiche più efficaci dal punto di vista economico (qui un’analisi per l’UE).

Inoltre, gli utenti che partecipano a questi programmi prendono in maggiore considerazione (tra il 20 e il 60% dei coinvolti) altre iniziative per l’efficienza energetica, come quelle sull’illuminazione a basso consumo o per la sostituzione di elettrodomestici. Forse anche quegli stessi programmi, come il Green Deal britannico, che da alcuni anni stentano a decollare (solo lo 0,01% delle famiglie ha finora partecipato al programma inglese).

Opower, una multinazionale che offre questo tipo di servizi a tutte le utility del mondo, ha realizzato il primo studio per 26 paesi europei che quantifica le potenzialità di questo metodo, che chiameremo di efficienza energetica comportamentale (Unlocking the Potential of Behavioural Energy Efficiency in Europe – pdf). I dati finora riscontrati in questo ambito avvicinano molto il potenziale tecnico di risparmio a quello economico effettivamente realizzabile, a differenza di altre misure più complesse.

Gli effetti positivi potrebbero essere veramente significativi se il metodo venisse applicato ai clienti, circa 149 milioni, delle utility europee: 12 TWh risparmiati, 3,3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e 2,4 miliardi di euro all’anno.

Il ‘comportamento energeticamente efficiente’, secondo lo studio, potrebbe aiutare in diversi paesi europei, specialmente in questa fase di crisi economica generalizzata, a ridurre dell’1-2,5% ogni anno i consumi energetici residenziali, con un contributo significativo anche per i target macro dei paesi membri.

L’Italia, considerata come uno dei cinque paesi UE dove risiede il maggior potenziale di risparmio ‘comportamentale’, potrebbe risparmiare 1,3 TWh e oltre 253 milioni di euro l’anno (il numero di clienti considerato è di circa 19,7 milioni).

Una delle strategie raccomandate alla politica e alle società elettriche per massimizzare il potenziale di risparmio è di includere le misure ‘comportamentali’ in tutti i programmi sull’efficienza energetica e nella lista di azioni delle utility. E ovviamente andrebbero inclusi anche in tutte le analisi che valutano le risorse potenziali di risparmio energetico.

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