Taglia-bollette, per le imprese benefici trascurabili?

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Del taglio del 10% della bolletta elettrica godrà solo il 15% delle imprese. Ma anche per le aziende che ne beneficieranno è improbabile che lo sconto possa essere determinante per la competitività: solo per il 3,8% delle imprese italiane la bolletta elettrica supera il 3% del fatturato, mentre gli energivori sono già ben tutelati.

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Il provvedimento taglia-bollette non sembra poter produrre benefici apprezzabili per il mondo delle imprese. Una notiza che assume un significato particolare visto il putiferio che il pacchetto di misure sta suscitando per via del famigerato spalma-incentivi contro il fotovoltaico e della norma che penalizza l’autoconsumo. Il taglio del 10% delle bollette delle PMI denuncia, ad esempio, per la Cgia di Mestre non produrrà nessun beneficio per l’85% delle imprese e dei lavoratori autonomi presenti in Italia: almeno 4 milioni di attività economiche non potranno godere dei suoi effetti dato che, ricordiamo, riguardano solo le utenze collegate con una potenza impiegata superiore a 16,5 kW.

“Sia chiaro – ha dichiarato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – che qualsiasi misura che abbassa le tasse o, come in questo caso, riduce i costi di produzione delle attività economiche va salutata con soddisfazione. Detto ciò, ricordo che il 95% delle imprese presenti in Italia ha meno di 10 addetti e oltre il 70% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo. Appare evidente che buona parte di queste imprese e la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi operano con soglie di potenza impegnata ben inferiori ai 16,5 kW“.

Cgia, come Confartigianato, da tempo denuncia come le piccole aziende paghino l’energia molto di più cara delle altre: il 61% in più rispetto alle grandi imprese denuncia Cgia, mentre, in un recente dossier, Confartigianato spiegava che alle piccole aziende gli oneri generali di sistema costano il 179,4% in più rispetto alle grandi e che una grande impresa che consuma 40 volte di più di una piccola azienda subisce un onere fiscale inferiore del 65% rispetto alla piccola impresa.

Anche qualora le aziende beneficino degli effetti del taglia-bollette, va comunque detto, che è illusorio pensare che uno sconto del 10% sulla bolletta elettrica sia determinante per la loro competitività. Soltanto per il 3,8% delle nostre imprese – dicono infatti dati di Confindustria-Anie – il costo dell’energia elettrica supera il 3% del fatturato aziendale; per il 19,2% incide per meno dello 0,1% e per un altro 50% non arriva allo 0,5% dei ricavi.

E le aziende energivore? Queste beneficiano già di sconti, eperaltro non potranno beneficiare degli sconti del taglia-bollette che non sono cumulabili con le agevolazioni di cui già godono. Grazie a tali sconti pagano l’energia elettrica quanto quelle tedesche se non addirittura meno: le aziende che consumano tra 70.000 e 150mila MWh/anno pagano addirittura il 15% in meno dei loro concorrenti in Germania: 0,1234 €/kWh contro 0,1449 €/kWh, dicono i dati Eurostat.

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