Obiettivo efficienza: UE sulla buona strada per il target 2020

L'Europa è sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo 2020 sull'efficienza energetica grazie alle misure che saranno attuate dalla direttiva efficienza. A dirlo è il rapporto di monitoraggio redatto dalla Commissione europea, i cui contenuti sono stati diffusi oggi da Reuters. Ma intanto si accende il dibattito sul target per il 2030.

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L’Europa è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo 2020 sull’efficienza energetica, quindi non saranno necessarie “misure d’urgenza” e sarà possibile fissare un obiettivo al 2030 del 30-35%, “tenendo conto dell’accresciuta importanza dell’efficienza nel contesto della strategia europea per la sicurezza energetica”, presentata alla fine di maggio. A dirlo è il rapporto di monitoraggio su questo obiettivo redatto dalla Commissione europea. Un documento la cui pubblicazione è attesa per settembre, ma i cui contenuti sono stati diffusi oggi da Reuters. Secondo l’ultima stima dell’esecutivo europeo riusciremo ad ottenere al 2020 un risparmio energetico del 18-19%, sfiorando dunque il target.

In questi anni l’Unione è andata molto a rilento su questo obiettivo, l’unico non vincolante del pacchetto 20-20-20: l’ultima proiezione della Commissione di cui ci ricordiamo, del 2011, stimava che al 2020 saremmo arrivati a circa metà obiettivo, tagliando i consumi solo del 9-11%. A far rivedere al rialzo le previsioni della Commissione sono le azioni previste dalla direttiva 2012/27/Ue, che in Italia come sappiamo è nella fase finale di recepimento.

Il fatto che l’UE sia sulla direttrice del target 2020 sul risparmio, sebbene questo non sia vincolante, potrebbe allontanare l’eventualità che sia fissato un obiettivo vincolante sull’efficienza enegretica per il 2030. Secondo alcune voci non ufficiali, infatti, la Commissione sarebbe stata aperta all’opzione di un target 2030 vincolante qualora si fosse rilevato che l’Unione non era in rotta per raggiungere l’obiettivo del 2020.

Il Consiglio europeo discuterà degli obiettivi clima-energia 2030 il prossimo 26 giugno, per arrivare a un accordo a ottobre. Come sappiamo, la Commissione europea ha proposto a inizio anno un duplice obiettivo: -40% sulla CO2 e 27% di rinnovabili, non vincolante a livello nazionale, tralasciando il risparmio energetico. L’Europarlamento invece si è espresso per tre target vincolanti: -40% CO2, 40% su efficienza, 30% su rinnovabili.

Tra gli Stati membri, a premere per un target 2030 vincolante sul risparmio energetico sono soprattutto Germania e Danimarca, mentre per l’obiettivo unico sulla CO2 si sono schierati Gran Bretagna e paesi dell’Est-Europa. Ora, con il problema ‘sicurezza energetica’ sempre più al centro del dibattito, altri Stati membri, tra cui speriamo l’Italia, potrebbero schierarsi per i tre obiettivi vincolanti.

Il nostro Paese, fino al precedente Governo, ha avuto una posizione poco chiara, con lo Sviluppo Economico (portatore della posizione ufficiale) a favore del target unico e il ministero dell’Ambiente, allora guidato da Andrea Orlando, che si è speso per i tre obiettivi vincolanti. Resta ancora da definire la posizione ufficiale del governo Renzi. Un aspetto particolarmente importante perché il pacchetto clima-energia 2030 sarà uno dei dossier che saranno al centro del semestre italiano di presidenza europea. Il settore dell’energia pulita è preoccupato dal recente messaggio del viceministro allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti che, in un’audizione parlamentare, ha ribadito di voler spingere per l’obiettivo unico.

I vantaggi economici di avere dei target vincolanti anche per efficienza energetica e rinnovabili sono noti. Solo per citare un dato tratto dall’ultimo assessment della Commissione europea, rispetto ad uno scenario business as usual, se un unico obiettivo di -40% sulla CO2 farebbe aumentare il Pil di 0,1-0,45%, con un target specifico anche per efficienza energetica e rinnovabili il beneficio salirebbe a +0,45-0,55% e raddoppierebbe anche la nuova occupazione: 1,25 milioni di nuovi posti di lavoro, contro i 700mila dello scenario con obiettivo unico.

Per paesi come la Germania e l’Italia, che già molto hanno investito nelle energie pulite e nell’efficienza energetica, costruendosi un primato industriale in questi campi, i vantaggi sarebbero ancora più consistenti.

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