Un sistema elettrico messo a soqquadro dalle rinnovabili, la relazione dell’Autorità

Per il presidente Guido Bortoni lo spalma-incentivi va nella giusta direzione. L'Aeegsi è preoccupata per l'avanzata delle rinnovabili e la crisi del termoelettrico, che emerge dalla relazione annuale. “Il 30% dell'energia sul mercato elettrico è offerta da fonti a costo marginale nullo”.

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“Da tempo abbiamo segnalato al Governo la necessità di intervenire sulla riduzione degli oneri piuttosto che sulla redistribuzione e ci sembra che questo principio sia stato preso. Sul come attuarlo, “dobbiamo attendere il decreto perché sugli strumenti siamo di bocca molto difficile”. Il pacchetto taglia-bollette secondo l’Autorità per l’Energia va “nella direzione giusta”, anche perché, stima il regolatore, “gli incentivi alle rinnovabili nel 2013 saliranno a 12,5 miliardi, dei quali 12 coperti dall’A3”. Anche quest’anno le rinnovabili sono state protagoniste, in negativo, del discorso in cui il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, ha presentato la relazione annuale (vedi allegati in basso).

D’altra parte le energie pulite sono l’epicentro di quello sconvolgimento del sistema energetico italiano che molto lavoro sta dando al regolatore. L’ultimo triennio per l’Autoritá, ha dichiarato Bortoni, “è stato un periodo di intenso lavoro, volto ad assicurare un tempestivo adeguamento del quadro delle regole nazionali, principalmente per tener conto dell’aumento tumultuoso delle fonti rinnovabili. Il nostro parco di generazione ha cambiato radicalmente struttura, con una quota di fonti rinnovabili che, in termini di potenza installata, al termine del 2013 ha superato il 37% del totale”.

Si è verificata una “rivoluzione del mix produttivo” tale che “una quota di circa il 30% della produzione nazionale – quella rinnovabile con costo variabile nullo – offre a zero la vendita della propria energia, incentivi a parte, pareggiando di fatto la produzione nazionale a gas quanto a volumi prodotti”. Questo “ha inciso sensibilmente non soltanto sui mercati all’ingrosso, ma anche sul funzionamento del servizio di dispacciamento, nonché sullo sviluppo e sulla gestione delle reti”. Tutto ciò “a rischio di nuove inefficienze e di possibili criticità per la stessa sicurezza del sistema”.

Insomma, del cambiamento il regolatore sembra vedere più gli effetti negativi che le ricadute benefiche. Eppure, come emerge dalla relazione, è anche grazie alle rinnovabili se il Paese ha ridotto ulteriormente la sua dipendenza energetica dall’estero, dall’80% del 2012 all’attuale 76%.

Ma a spaventare l’Autorità, più che la dipendenza energetica è probabilmente la crisi del termoelettrico: gli impianti termoelettrici dei sei principali operatori – è stato fatto presente – “hanno garantito una disponibilità di capacità di generazione per almeno il 50% delle ore, pari all’81% della relativa capacità installata contro il 91% del 2012”. Eppure “anche dopo il 2010 è entrata in esercizio una potenza termoelettrica per 3,2 GW”.

Nel 2013, mostrano i dati, il mix produttivo elettrico italiano ha registrato un calo generalizzato delle fonti fossili e, in particolare, del carbone (-12,2%), del gas (-6,5%) e del petrolio (-5,2%). Invece, la produzione elettrica da fonte rinnovabile – 110 TWh circa, il 60% da idroelettrico – è cresciuta del 17%, grazie  all’incremento della generazione eolica (15 TWh, +12%), fotovoltaica (22,4 TWh, +19%) e da biomassa.

Presentazione del Presidente Guido Bortoni (pdf)addendum (pdf)

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