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Utilizzare i fondi strutturali non spesi per riqualificare le case a basso reddito

  • 11 Giugno 2014

Utilizzare i fondi strutturali non spesi 2007-2013 e una parte della programmazione 2014-2020 per riqualificare energeticamente case a basso reddito: il progetto ELIH-Med. In un colpo solo, e a costo zero, si migliorerebbe l'efficienza energetica, si darebbe potere d'acquisto ai meno abbienti e si combatterebbe il lavoro nero. Una petizione lanciata da Enea.

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Chiedere ai decisori politici nazionali e regionali di utilizzare i fondi strutturali non spesi 2007-2013 e una parte della programmazione 2014-2020 per riqualificare energeticamente case a basso reddito.

E’ questa la petizione lanciata da Enea per sostenere la capitalizzazione di un progetto europeo che sfrutti i fondi europei non spesi (alcuni miliardi di euro), mettendoli a disposizione per riqualificare dal punto di vista energetico l’edilizia a basso reddito. Si può firmare la petizione a questo link.

Secondo il Comitato delle Regioni, la principale ragione per cui questi risorse, come è già accaduto in passato, rischiano di tornare indietro, è la mancanza di professionisti in grado di far marciare progetti con i soldi di Bruxelles. I fondi strutturali, infatti, richiedono un pianificazione “dal basso” che deve coinvolgere tutti gli attori politico-amministrativi, dal governo nazionale alle regioni, alle province, ai comuni fino ai sindacati, alle associazioni, alle imprese e via dicendo.

Il progetto ELIH-Med coordinato dall’ENEA e dedicato alla riqualificazione delle abitazioni a basso reddito e dell’edilizia popolare, ha tuttavia posto le basi perché amministrazioni, professionisti, istituti finanziari e abitanti delle suddette case, possano effettivamente accedere ai fondi europei con cui mettere in atto programmi di riqualificazione edilizia che porterebbero a risultati inestimabili in termini di: benessere sociale, riduzione dei consumi energetici, riqualificazione di aree degradate, ripresa del settore edile, riduzione del lavoro in nero.

Il progetto ELIH-Med, infatti, ha dimostrato la fattibilità sul campo di questi interventi, anche dal punto di vista finanziario, esercitandosi su un centinaio di abitazioni sparse tra la provincia di Sassari, il comune di Genova e il comune di Frattamaggiore, dove è stato possibile migliorare le prestazioni di questi edifici senza alcun contributo economico dei loro abitanti.

Considerato tutto ciò, chiediamo che il governo ponga in atto un’azione congiunta dei Ministeri preposti allo sviluppo delle linee guida e alle regioni preposte all’uso dei fondi infrastrutturali inutilizzati, per far proprio il policy paper prodotto dal progetto ELIH-Med ed utilizzare le linee guida prodotte per intervenire subito sul parco edilizio delle case a basso reddito.

I vantaggi di tale iniziativa sarebbero molteplici:

  1. Raggiungere l’obiettivo della riduzione del 20% dei consumi energetici intervenendo sulle abitazioni con maggiori problemi di efficienza
  2. Mettere a disposizione delle famiglie meno abbienti case con costi di gestione ridotti, migliorando il comfort e quindi riducendo il rischio di malattie
  3. I soldi risparmiati da queste famiglie in termini di bollette di luce e gas, (fondi che andrebbero all’estero per pagare i combustibili fossili da cui l’Italia dipende fortemente),  resterebbero nel territorio per l’acquisto di beni di consumo
  4. Il settore edile, oggi in estrema crisi, può riprendere andando ad alimentare l’industria di laterizi, cementi, infissi, isolamenti, ecc.
  5. Si riuscirebbe a ridurre il lavoro in nero così rilevante in questo settore
  6. Ci sarebbe un ravvicinamento della politica al popolo che sentirà i benefici che l’Europa può dare se le amministrazioni riescono a trarne i giusti vantaggi.
  7. Si limiterebbero le influenze delle mafie presenti nel settore edilizio perché si tratterebbe di tanti piccoli interventi e non dell’affidamento di lavori di ristrutturazione “globali”.

Il progetto Elih-Med può indicare le linee guida anche per riqualificare l’edilizia scolastica, vista l’integrazione fra gli interventi strutturali e quelli ambientali che puntano a alla riduzione dei consumi, alla riduzione delle emissioni di CO2, rendendo più salubri e sicuri gli ambienti.

La petizione

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