Decreto direttiva efficienza energetica, da Regioni atteso ok con condizioni

  • 29 Maggio 2014

Le Regioni daranno parere positivo condizionato allo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva europea 27/2012 sull'efficienza energetica. Il nodo è la destinazione del Fondo nazionale per l'efficienza energetica che dovrebbe avere a disposizione, secondo alcune stime, tra gli 80 e i 100 milioni di euro.

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Le Regioni daranno parere positivo condizionato allo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva europea sull’efficienza energetica. È il risultato, secondo l’agenzia Public Policy, dell’incontro tra alcuni rappresentanti degli enti locali e del ministero dello Sviluppo economico. Il parere, che è all’ordine del giorno della Conferenza unificata di oggi, sarà positivo se “sarà rispettato l’accordo raggiunto”, fanno sapere alcuni rappresentanti degli enti locali (vedi anche documento con emendamenti delle Regioni).

Il nodo è la destinazione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica che dovrebbe avere a disposizione, secondo alcune stime, tra gli 80 e i 100 milioni di euro. Lo schema di recepimento prevede che queste risorse, provenienti dalla bollette energetiche, siano versate all’entrata del bilancio dello Stato (importo di 5 milioni per il 2014 e di 25 milioni per il 2015) e riassegnate ad apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico per interventi di riqualificazione energetica degli immobili dell’amministrazione pubblica centrale.

La proposta delle Regioni è quella di ripristinare la destinazione originaria, cioè il sostegno allo sviluppo delle reti di teleriscaldamento e all’efficienza energetica degli immobili pubblici anche periferici. Lo schema che verrà proposto oggi alle Regioni cercherà di trovare un compromesso. Non è escluso che parte del Fondo sia effettivamente incorporato nel bilancio dello Stato, ma un’altra parte, ed è questa la condizione che le Regioni sottolineeranno, dovrà tornare nei territori. “Se l’accordo non verrà mantenuto – fanno sapere alcuni rappresentanti delle Regioni a Public Policy – faremo ricorso alla Corte Costituzionale”.

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