Aree urbane e solare termico: un connubio possibile

Dalla penisola iberica arrivano alcuni esempi di promozione della tecnologia solare termica applicata in aree urbane e in contesti complessi, come quello della ristrutturazione di condomini. L'aspetto principale da curare è ovviamente l'integrazione architettonica. Il progetto UrbanSolPlus per la promozione degli impianti in città.

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La spesso poco generosa disponibilità di spazi in copertura e le problematiche relative ai vincoli architettonici e paesaggistici rendono le aree urbane un contesto non sempre agevole per l’utilizzo della tecnologia solare termica. La situazione appare ancora più delicata quando si considerino edifici multifamiliari, vale a dire condomini, dove l’elevata domanda di acqua calda e la complessità dell’impianto idraulico preesistente, molte volte senza elementi centralizzati, fanno sì che l’introduzione di un impianto solare termico a servizio delle utenze risulti particolarmente difficile.

Per questo motivo, alcune città europee, grazie anche ai contributi del progetto UrbanSolPlus, hanno attivato specifiche campagne di sensibilizzazione e formazione tecnica per la promozione del solare termico in queste specifiche situazioni. In questo articolo, analizzeremo le campagne intraprese nella penisola iberica dalle città di Barcellona e Lisbona, mentre nel prossimo ci sposteremo prima a Berlino e poi in Italia, con gli esempi delle Province di Benevento e Pescara.

La metropoli famosa per l’obbligo solare

Barcellona è la città nota per avere emanato il primo “regolamento edilizio solarizzato” che, già agli inizi degli anni 2000, prevedeva l’obbligo di utilizzo di solare termico per la copertura parziale dei consumi di acqua calda sanitaria negli edifici. Nonostante ciò, l’effetto non è stato certo quello sperato, soprattutto a causa della crisi del settore delle costruzioni e della conseguente carenza di nuovi edifici ai quali applicare il suddetto obbligo. È chiaro, allora, come intervenire sulle ristrutturazioni, sebbene sia molto più complesso e costoso dal punto di vista realizzativo e impiantistico, sia una scelta necessaria per assicurare una diffusione della tecnologia.

Una prima misura che la città, tramite la sua agenzia energetica locale (ALEB), sta mettendo in piedi è la manutenzione sugli impianti già installati. Troppi, infatti, sono i casi di malfunzionamento, molto probabilmente legati all’obbligatorietà della misura e ai pochi controlli effettuati dall’amministrazione durante il periodo d’oro della cosiddetta “ordinanza solare”. La tesi di fondo è che, rimettendo in sesto i sistemi solari termici già operativi, si farà crescere in parallelo anche la fiducia degli utenti nei confronti della tecnologia.

Un’altra linea interessante sarà la promozione di nuove installazioni tramite detrazioni fiscali sugli interventi di ristrutturazione, concentrandosi soprattutto sugli edifici (purtroppo non la maggioranza) dove la produzione di acqua calda sanitaria avviene per via centralizzata. L’amministrazione, inoltre, sta lavorando a una “mappa solare” della città che illustri in dettaglio il potenziale di utilizzo del solare termico sugli edifici esistenti. Una guida per l’integrazione architettonica dei collettori solari, infine, dovrebbe essere resa disponibile già prima dell’estate.

Un nuovo quartiere solare a Lisbona?

La città di Lisbona, invece, ancora una volta grazie alla sua agenzia energetica Lisboa e-nova, si è concentrata su un’area pilota, individuata nel quartiere di Telheiras, che presenta una superficie di circa 600.000 m2. Si tratta di una zona di costruzione piuttosto recente, realizzata prevalentemente tra gli anni ’80 e ’90 e con caratteristiche quasi perfette per affrontare le sfide sopra descritte. L’edilizia, infatti, è costituita soprattutto da condomini che mostrano la necessità di operazioni di ristrutturazione sulle facciate, sull’isolamento e su alcune zone comuni degli edifici. L’assenza di stringenti requisiti architettonici, inoltre, assieme alla presenza di associazioni locali di cittadini molto attive nell’area rendono la situazione particolarmente interessante per una massiccia applicazione del solare termico.

Ultima, ma non meno importante, è la circostanza che quasi tutti i mutui accesi per l’acquisto delle abitazioni sono ormai estinti e, quindi, si può presupporre, pur nel non roseo scenario della crisi complessiva, una certa disponibilità economica degli utenti.

È stata effettuata, innanzitutto, una valutazione del potenziale globale dell’area, esaminando poi un caso tipico, per il quale è stato considerato un edificio di 7 piani e 28 appartamenti. Si è visto allora come un impianto solare tra i 60 e i 100 m2 possa fornire acqua calda sanitaria con una spesa per utente che va dai 1.500 ai 1.700 €, dove il valore più basso della forbice corrisponde a impianti di tipo centralizzato. Tenendo anche di un possibile finanziamento parziale delle installazioni, ciò garantirebbe un tempo di ritorno economico attorno ai 9 anni.

Un ultimo punto che vale la pena segnalare è che, nell’ultima tornata dei fondi strutturali, si prevede un notevole supporto alle tecnologie solari (termica e fotovoltaica) per l’area di Lisbona e l’amministrazione locale ha individuato nelle zone centrali della città l’area prioritaria di intervento. Il tema dell’integrazione architettonica, allora, sarà un aspetto cruciale per garantire la diffusione di questi impianti nel panorama della Lisbona del prossimo futuro.

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