Guidi: ecco come il MiSE taglierà la bolletta alle PMI

Il taglio del 10% della bolletta delle PMI si farà agendo sul “bilanciamento del peso di alcuni oneri relativo all'utilizzo delle reti e alla gestione delle fonti intermittenti” e con “la riduzione o eliminazione di extraprofitti ingiustificati o sussidi non più necessari, anche alle fossili”, annuncia il ministro Guidi. A maggio le misure.

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Possibili interventi su energivori e su altri consumatori “privilegiati”, più responsabilizzazione delle rinnovabili intermittenti in quanto a costi di bilanciamento, ventilata l’ipotesi di intervenire sull’esenzione dagli oneri dell’energia autoconsumata, meno ostacoli per gli gasdotti, rigassificatori e trivellazioni. Potrebbero essere queste le direttrici delle misure in arrivo dal MiSE nei prossimi mesi. Dopo l’annuncio di Renzi di voler ridurre del 10% la bolletta elettrica per le piccole e medie imprese, infatti, ora il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha dato qualche dettaglio in più sul come si vuole raggiungere l’obiettivo e sui tempi entro i quali le misure verranno messe in campo.

La riduzione dei costi energetici, rappresenta una delle priorità del MiSE nell’azione del Governo, ha sottolineato ieri il ministro in una presentazione tenuta di fronte alle commissioni Attività Produttive e Industria di Camera e Senato (allegato in basso). Un programma che il MiSE attuerà seguendo l’indirizzo dell’Industrial Compact definito dall’UE, che, ricordiamo, tra le altre cose fissa come obiettivo il raggiungimento del 20% del Pil dal manifatturiero entro il 2020 e in quanto a politiche su clima ed energia ribadisce il principio di neutralità tecnologica, cioè che ogni Stato membro deve essere libero di decidere come meglio raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni

Come si arriverà al taglio del 10% della bolletta delle Pmi? Il piano dettagliato, con gli interventi immediatamente cantierabili, ha annunciato la Guidi, verrà presentato ai primi di maggio, a valle di una consultazione con gli attori del settore, mentre l’entrata a regime di tutti i provvedimenti “arriverà entro il 2015“.

Si tratta di reperire circa 1,5 miliardi di euro all’anno con i quali alleggerire le bollette delle imprese, rastrellandoli dagli oneri di sistema. Lo si farà con due linee d’azione, ha spiegato il ministro. Una è la “riduzione o eliminazione di extraprofitti ingiustificati o sussidi non più necessari (inclusi quelli alle fonti fossili); un’espressione dietro la quale si potrebbe leggere l’intenzione di rivedere gli sgravi agli energivori, gli sconti per l’interrompibilità e magari di ridurre ulteriormente il peso del Cip6, mentre si spera che non si vogliano colpire ulteriormente gli incentivi alle rinnovabili, un fronte sul quale, come ha ricordato il viceministro De Vincenti nella sua relazione di qualche giorno fa, sono già state adottate misure – intervento su prezzi minimi garantiti e spalma incentivi – dei quali si attendono i risultati.

Qualche timore in più per le fonti pulite e per l’autoconsumo potrebbe venire dalla seconda linea di azione annunciata ieri da Guidi: il “bilanciamento del peso di alcuni oneri relativo all’utilizzo delle reti e alla gestione delle fonti intermittenti”. Qui il riferimento è probabilmente a una maggiore responsabilizzazione delle rinnovabili in quanto a costi di sbilanciamento e a una revisione dell’esenzione dagli oneri di rete e di sistema dell’energia autoconsumata senza passare per la rete. Leggendo la pù esaustiva relazione di De Vincenti infatti è chiaro come il MiSE condivida la preoccupazione sollevata più volte dall’AEEG. Come scrive il viceministro: “via via che cresce l’area esente dal pagamento degli oneri, diventerà sempre più forte il peso degli oneri sulle altre categorie di consumatori e dunque la spinta a far parte dell’area esente, con il rischio di un carico insostenibile su famiglie e PMI che già oggi pagano – non solo in Italia ma in tutta Europa – la maggior parte del peso. Questo è un risultato chiarissimo ad esempio delle simulazioni in corso sui target al 2030 ed è necessario che il tema dell’equità redistributiva venga affrontato, prima che si assumano decisioni e impegni”.

Altro tema energetico toccato dal ministro Guidi è quello del gas: tra le priorità “la diversificazione degli approvvigionamenti” vanno pertanto “rimossi gli ostacoli allo sviluppo della nostra capacità di rigassificazione per beneficiare della ‘rivoluzione’ dello shale gas“. Occorre “dare corso agli investimenti privati per la ricerca e la produzione di idrocarburi”, anche con “revisione costituzionale del Titolo V, centralizzazione delle competenze in materie di infrastrutture energetiche strategiche”, un modo per aggirare eventuali opposizioni locali a gasdotti, rigassificatori o trivellazioni.

La presentazione del ministro Guidi (pdf)

 

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