Antitrust: “su teleriscaldamento serve legge di settore”

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L'esito dell'indagine dell'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato avviata nel dicembre 2011 per fare luce su tariffe, vincoli e modalità di affidamento della gestione del servizio. "Serve "una disciplina pro-concorrenziale settoriale e specifica sotto-forma di una legge di settore".

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Il teleriscaldamento come noto presenta alcune criticità dal punto di vista concorrenziale, dato che sembra strutturalmente favorire il monopolio degli operatori integrati verticalmente e ha costi di switching elevati. Da tempo questi modelli di business sono per questo nel mirino del Garante per la Concorrenza. Ora è arrivato l’esito dell’indagine che l’AGCM aveva iniziato nel dicembre 2011 (allegato in basso) per fare luce in particolare sul livello delle tariffe, sui vincoli relativi alla scelta di connettersi o meno alla rete di teleriscaldamento e sulle modalità di affidamento della gestione del servizio.

Nel complesso, secondo l’Autorità, il settore si è autoregolato abbastanza efficacemente, per cui “non si deve procedere ad una integrale sostituzione dei meccanismi di mercato esistenti con una regolamentazione pervasiva”, ma serve piuttosto “una disciplina pro-concorrenziale settoriale e specifica sotto-forma di una legge di settore attualmente assente.

Sulle modalità di affidamento della gestione del servizio il Garante propone lo strumento delle gare, da utilizzare però solo “nei casi in cui ne siano state verificate la praticabilità tecnico-economica e la probabile efficacia”, e qualora “la concorrenza effettiva nel mercato sia insufficiente”.

Sul fronte dei prezzi, l’indagine ha evidenziato un valore medio di circa 97 €/MWh, “sostanzialmente in linea con i principali Paesi europei (si va dai 67 €/MWh della Finlandia ai 117 €/MWh della Danimarca). Il livello dei margini è “piuttosto buono” ma non “ingiustificatamente elevato”.

L’Antitrust individua alcuni punti sui quali intervenire. Tra questi la definizione di criteri su prezzi e allacciamenti dei clienti per favorire la concorrenza ex-ante tra sistemi di riscaldamento (anche eliminando gli switching cost), in particolare con obblighi di trasparenza delle offerte. Poi standard di continuità e sicurezza del servizio, promozione dell’uso del calore già disponibile (industriale o da inceneritori), ampiezza delle esclusive territoriali garantite nelle concessioni comunali.

L’esito dell’indagine AGCM (pdf)

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