Il nostro MiSE al Consiglio Energia UE: “Ok obiettivi clima, ma tutelare industria”

  • 4 Marzo 2014

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Al Consiglio Energia a Bruxelles il viceministro allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti ha ribadito che l'Italia si schiera a favore della proposta della Commissione UE, ha chiesto chiarezza nella ripartizione degli oneri fra Stati membri e tutele per la competitività delle industrie.

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Dopo le dichiarazioni del nuovo ministro dell’Ambiente di ieri oggi è la volta dello Sviluppo Economico: dal Consiglio Energia a Bruxelles,  il viceministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti ha ribadito che l’Italia si schiera a favore della proposta della Commissione UE sul pacchetto clima-energia per il 2030. De Vincenti ritiene che la proposta “possa costituire un punto di riferimento per la discussione al Consiglio Ue” del 20-21 marzo precisando tuttavia che “ci sono ancora diversi aspetti che andranno chiariti “a partire dalla ripartizione degli oneri fra Stati membri“.

A premere perché il Consiglio Ue dia un segnale chiaro sul pacchetto clima-energia sono stati gli altri big dell’economia europea: Germania, Francia e Gran Bretagna, mentre a frenare è soprattutto la Polonia, insieme ad altri Paesi dell’est.

All’indomani del Consiglio Ambiente Ue, in cui il ministro italiano Gianluca Galletti ha posto ribadito l’appoggio al pacchetto 2030 invitando però a valutarne bene gli effetti, De Vincenti ha chiesto chiarimenti in particolare sulla suddivisione degli oneri fra Stati membri e anche sul sistema di governance, sulla riforma del mercato europeo delle emissioni (Ets) assieme al rapporto con le linee guida sugli aiuti di stato nel settore dell’energia.

Il viceministro ha affermato che “l’obiettivo in termini di riduzione della CO2 è un elemento imprescindibile per il successo della lotta ai cambiamenti climatici”. Allo stesso tempo però per De Vincenti è importante “sia ben delineata” la flessibilità a livello nazionale “per potere definire gli strumenti migliori per raggiungere il target di CO2 in funzione dell’obiettivo chiave che è il disaccoppiamento fra la crescita del Pil e i consumi di energia”, a favore delle tecnologie più efficienti.

L’Italia ha chiesto poi precisazioni sui criteri di valutazione di Bruxelles degli sforzi dei singoli Paesi per raggiungere il target Ue e su “quali strumenti pensa di mettere in campo per assicurare un’equa ripartizione degli oneri fra Stati membri”, ha detto ancora il viceministro. De Vincenti ha domandato infine di “prendere in considerazione quote gratuite sul mercato dell’Ets per le industrie e i settori a rischio delocalizzazione”, come accaduto per il 2020.

Più in generale, sempre secondo il rappresentante MiSE, c’è il “problema di costruire la coerenza necessaria tra le politiche della concorrenza e le politiche ambientali ed energetiche“. “Da questo punto di vista – ha detto – bisogna lavorare con attenzione sulle proposte delle linee guida” sugli aiuti di Stato che saranno presentati a breve dalla Commissione Ue, che altrimenti “rischiano di essere contraddittorie” con gli obiettivi su clima e industria.

Le misure proposte dalla Commissione per ridurre i prezzi energetici in Europa, ha concluso De Vincenti, “trovano il nostro sostegno”, ma “è necessario costruire un equilibrio tra l’ambiziosa politica climatica e le esigenze competitive dell’industria europea“, dove “sarà importante una nuova governance” arrivando a eliminare i “fattori distorsivi” tra i Paesi Ue.

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