Rinnovabili, la classifica dei paesi più attraenti. Italia undicesima

Cresce l’attrattività dell’Italia che migliora di una posto la posizione nel ranking internazionale. La Cina tallona gli Usa, ancora al primo posto. La Germania perde terreno per i tagli annunciati agli incentivi. Nel 2014 sempre più importanti mercati emergenti e nuovi strumenti finanziari. Il 'Renewable Energy Country Attractiveness Index' di Ernst & Young.

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Gli investimenti in rinnovabili a livello mondiale nel 2013 sono calati dell’11%, ma nuove tecnologie e nuove disponibilità di capitali rappresentano segnali positivi per il futuro del settore. E’ questa la lettura che Ernst & Young dà dell’ultima edizione del suo Renewable Energy Country Attractiveness Iindex, l’indice che misura l’attrattività per gli investimenti nelle energie rinnovabili in quaranta paesi (allegato in basso).

Una nota positiva per noi è che l’Italia migliora il proprio posizionamento e passa dal dodicesimo all’undicesimo posto del ranking (vedi tabella sotto, clicca per vedere la classifica intera). Il Paese dunque riguadagna un po’ di appeal per gli investimenti in energie rinnovabili, dopo anni che lo hanno visto scivolare in basso, edizione dopo edizione. infatti fino al 2011 eravamo nella top five dei mercati più attraenti.

Ad alzare il punteggio dell’Italia nella classifica generale sono soprattutto gli aspetti che riguardano il mercato dell’energia: andiamo bene per la priorità che le rinnovabili hanno sul mercato elettrico ed è buono anche il punteggio sulla bancabilità dei progetti di rinnovabili. Il nostro Paese è invece considerato relativamente scarso in quanto a stabilità politica e macroeconomica e relativamente ostico per l’imprenditorialità.

Sul fotovoltaico restiamo, nonostante tutto, l’undicesimo mercato in quanto ad attrattività, per le biomasse siamo al quindicesimo posto, per l’eolico siamo invece in ventiduesima posizione. Siamo un mercato molto invitante per la geotermia, il quarto in classifica, mentre per l’idroelettrico ci posizionamo al dodicesimo posto.

A livello mondiale, la Cina ha colmato il gap con gli Stati Uniti nelle prime posizioni del ranking, grazie anche al record di 12 GW di potenza solare installata nel corso del 2013. La Germania rimane al terzo posto, ma perde terreno dopo l’annuncio del taglio agli incentivi e la revisione al ribasso dei target per le rinnovabili da parte della nuova coalizione di governo. La rapida crescita nel FV e nell’eolico offshore ha aiutato il Giappone a superare al quarto posto la Gran Bretagna, che continua ad essere frenata dall’instabilità delle politiche.

Il dibattito prolungato sulla strategia energetica e una legislazione non favorevole alle rinnovabili hanno portato alla discesa in classifica di Francia e Australia; mentre obiettivi ambiziosi e una serie di progetti su larga scala hanno visto l’India balzare al settimo posto. Anche Brasile e Sud Africa hanno migliorato la propria posizione all’interno del ranking grazie ad una serie di nuovi progetti che si sono aggiudicati le aste nel corso del 2013.

“La diminuzione degli investimenti globali nel 2013 riflette un altro anno complesso per il settore delle rinnovabili, che deve confrontarsi in particolare con l’incertezza politica che riduce l’interesse degli investitori in molti mercati. Allo stesso tempo mette in luce anche un settore più maturo, in cui la riduzione dei costi per la tecnologia comporta requisiti di investimento inferiori e accresce il valore di ogni dollaro per megawatt di energia prodotta”, commenta Andrea Paliani, analista energetico di Ernst & Young.

Per il 2014, avvertono gli autori del report, “la resilienza, l’efficienza, l’innovazione tecnologica, le opportunità sui nuovi mercati e gli strumenti di finanziamento innovativi saranno i fattori fondamentali della crescita”. Secondo Claudio Lencovich, Senior Manager EY Energy Team “efficienza ed efficacia devono diventare le parole chiave per quest’anno”. Il mercato dovrebbe concentrare il proprio focus su: integrazione della catena di valore, consolidamento su scala globale, rafforzamento, efficienza dei capitali e innovazione tecnologica. “L’energia rinnovabile – si legge – rappresenta ora un vero mercato globale e gli stakeholder devono sviluppare una strategia globale e una catena di valore globale, essere flessibili ai cambiamenti di mercato, essere propensi alla ricerca di nuovi mercati.”

I mercati emergenti continueranno infatti ad avere un ruolo critico. Gli investitori si concentreranno sempre di più su quei mercati caratterizzati da crescita dell’economia e della domanda di energia e da importanti risorse naturali. Da questo punto di vista i paesi da tenere sott’occhio nel 2014 sono anche l’Etiopia, il Kenya, l’Indonesia, la Malesia e l’Uruguay.

Altro tema caldo del 2014 sarà quello dei nuovi strumenti di finanziamento. Spiega Lencovich: “Poiché è un settore ad alta intensità di capitali, l’accesso rappresenta un fattore critico per il futuro dell’industria. Il finanziamento delle energie rinnovabili non è più solo di competenza di banche e utility. Ci sono grandi fonti di capitale che possono essere sfruttate, ma soluzioni creative e nuovi canali devono essere individuati per consentire nuovamente ai mercati finanziari di colmare il gap tra investitori e progetti. I mercati che riusciranno a migliorare il proprio posizionamento RECAI nel 2014 sono quelli che considereranno le rinnovabili come un settore fondamentale all’interno della propria strategia energetica; per stimolare la crescita economica affrontando i temi della sicurezza energetica e della produzione di energia a basso costo”.

Il Renewable Energy Country Attractiveness Index (feb 2014) (pdf)

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