Industria del silicio, tra domanda che cresce e rischio di nuova overcapacity

Nel 2014 la domanda globale di silicio salirà del 25% rispetto al 2013, soprattutto per la forte domanda di moduli FV prevista per quest'anno. Tuttavia, nonostante il recente periodo di ripresa dell'industria, con l'entrata dei nuovi operatori il comparto rischia di tornare nuovamente a una situazione di overcapacity, con prezzi di vendita eccessivamente bassi. Le analisi di NPD Solarbuzz e di Bernreuter Research.

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Nel 2014 la domanda globale di silicio per le tecnologie FV salirà a 282.000 tonnellate: una crescita del 25% rispetto all’anno precedente dovuta al rapido aumento delle vendite di moduli fotovoltaici che, secondo alcune stime, raggiungeranno circa 49 GW nell’anno in corso (Qualenergia.it, Il fotovoltaico guarda con ottimismo al 2014). Questa valutazione sul mercato del silicio emerge dal report trimestrale “Polysilicon and Wafer Supply Chain Quarterly” di NPD Solarbuzz (vedi grafico).

Tuttavia la domanda di silicio non è correlata con la domanda finale di moduli FV in modo immediato, sul piano temporale. Consideriamo infatti che ai tempi di produzione del polysilicon si deve aggiungere un periodo, che va dai 3 ai 6 mesi, necessario per la produzione di wafer e celle disponibili per il mercato e poi ci sono i tempi legati alla operatività della distribuzione. Questa differenza temporale in un mercato in espansione fa aumentare molto più la pressione della domanda di silicio rispetto a quella sui moduli.

“Al tempo stesso però – commenta Charles Annis, vice Presidente di NPD Solarbuzz – la quantità di silicio richiesta nella realizzazione del modulo va diminuendo di anno in anno. Le aziende produttrici hanno ridotto il numero di grammi di silicio per watt diminuendo lo spessore del wafer, come anche la quantità di silicio perso durante la trasformazione in wafer (il cosiddetto ‘kerf loss’)”, un fattore anch’esso determinante per il contenimento dei prezzi del wafer.

Il silicio presente in un modulo fotovoltaico nel 2014 – leggiamo nel comunicato di NPD Solarbuzz – sarà in media di circa 5 grammi per watt, un dato inferiore del 55% rispetto al 2005. Questo trend dovrebbe continuare nel futuro seppur ad un ritmo più lento, con un effetto di riduzione dei costi, fondamentale per il recupero di margini di profitto su tutta la catena produttiva, e di maggiore stimolo per la domanda finale. La crescita del mercato finale continuerà dunque a spingere la produzione di silicio.

Tuttavia per l’industria del silicio non tutto va per il verso giusto, visto che domanda e produzione di silicio non sempre sono in linea, bensì hanno squilibri che si riflettono sui prezzi di vendita. Secondo le stime della tedesca Bernreuter Research la produzione di polysilicon nel 2013 è diminuita a circa 228.000 tonnellate, il 4% in meno rispetto al 2012 (238.000 tonnellate). Cifre comunque in crescita rispetto al 2011 quando la capacità produttiva mondiale venne ‘tagliata’ a 135.000 tonnellate. La potenza installata nel mondo in questi anni ha ridotto la critica situazione di sovracapacità riscontrata nel 2011 e nel 2012. Oggi però i nuovi entranti nel mercato rischiano di portare nuovamente il settore in overcapacity.

Sempre secondo Bernreuter Research in uno scenario di forte domanda (49 GW nel 2014) il prezzo spot del silicio aumenterà assestandosi tra 21 e 24 $/kg (a fine anno era sui 18 $), per poi scendere a fine 2014 a circa 16 $/kg. Una ragione di questo calo sta proprio nella presenza di nuove aziende in grado di produrre a basso costo quantità di silicio fino a capacità di 66.000 tonnellate; ciò comporterà l’uscita dal mercato dei player che producono a costi maggiori, determinando cosi la suddetta diminuzione del prezzo spot. Un prezzo equilibrato per l’industria sarebbe oggi intorno i 25-30 $/kg, ma, secondo la società di ricerca tedesca, valore che resterà una chimera almeno per i prossimi 3 anni.

Ricordiamo, per fare solo un po’ di storia, che nell’estate del 2008 il prezzo spot del silicio aveva toccato il suo picco a circa 400 $/kg e tanti operatori italiani al tempo progettarono nuove linee produttive di polysilicon. Imprese poi abbandonate per il crollo dei prezzi.

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