Il crollo della domanda e le richieste di Assoelettrica

Anche a gennaio si registra un crollo della produzione da termoelettrico, oltre che della domanda di elettricità. Assoelettrica chiede al governo di intervenire sulle tariffe per abbassare i costi dell’energia e di far pagare il suo servizio di back-up. Una grafica sull'andamento della domanda e della produzione da termoelettrico in Italia negli ultimi 10 anni.

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“Il termoelettrico, sul quale sono state investite decine di miliardi di euro, è ormai costretto al ruolo di compensatore della generazione non programmabile: questo esige che le regole del mercato elettrico vengano riformate e che vengano messi in cantiere interventi sulle tariffe per depenalizzare il ricorso all’energia elettrica”. E’ una dichiarazione di Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, comparsa ieri su Quotidiano Energia, che nasce dalla valutazione degli ultimi dati mensili di Terna (pdf) che registrano una drastica riduzione dei consumi elettrici per il mese di gennaio, -4%, rispetto allo stesso mese del 2013.

E’ pur vero che la variazione della domanda rettificata andrebbe ridimensionata a -2,5% (per un giorno lavorativo in meno e per una temperatura media di 2 gradi superiore rispetto al gennaio 2013), ma va detto che al termoelettrico (così come lo considera Terna, includendo le biomasse elettriche) mancano 2,36 TWh rispetto ad un anno fa (-13%). Una tendenza che, come si può notare dai grafici in basso, è in corso da almeno 5 anni.

Per quanto concerne la domanda, il suo decremento è in atto da quasi tre anni: nel gennaio del 2013 ci fu una riduzione della domanda del 2,4%, nel gennaio 2012 del 3,1% rispetto al gennaio 2011. Come ha spiegato Testa, nel contempo il contributo delle rinnovabili è costantemente cresciuto, così che la generazione da termoelettrico è passata dagli oltre 20 miliardi di chilowattora del gennaio 2010 agli attuali 15,7.

E’ dunque chiaro che Assoelettrica chieda oggi al Governo e in particolare al ministro Zanonato di intervenire sulle tariffe per abbassare i costi dell’energia elettrica. Sul modo in cui si vorranno ridurle ognuno si sta facendo una propria opinione, anche ricordando i recenti provvedimenti ministeriali (eliminazione dei prezzi minimi garantiti, decreto spalma incentivi, ipotesi di riduzione dello scambio sul posto, ecc.). Ma sembra evidente che Assoelettrica e Confindustria mirino soprattutto a far pagare alle rinnovabili, con il capacity payment, il cosiddetto servizio di back up offerto dal termoelettrico, adducendo però la solita litania che le fonti rinnovabili opererebbero ‘fuori mercato’ grazie agli incentivi ricevuti. Ma senza considerare nessun elemento di valenza ambientale ed economica a favore delle rinnovabili. La questione è sul tavolo e la seguiremo.

Nei grafici una nostra rielaborazione, su dati Terna, che mostra l’andamento della domanda di energia elettrica e della produzione da termoelettrico in Italia negli ultimi 10 anni. Il decremento assume dimensioni importanti da dopo il 2008, anno di inizio della crisi economica, e quando ancora le rinnovabili e il fotovoltaico in particolare non avevano fornito quella produzione degli anni successivi.

Per tornare al gennaio 2014, notiamo che le rinnovabili hanno trovato un loro elevato livello di produzione grazie all’exploit dell’idroelettrico (soprattutto per la notevole ‘idraulicità’ delle ultime settimane): +40,5%. Poco hanno dato in più rispetto al gennaio 2013 il geotermico e il fotovoltaico. In calo del 2,5% la produzione da eolico.

A  livello  territoriale,  la  variazione  tendenziale  di  gennaio  2014  (cioè la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) è risultata ovunque negativa: al Nord -4,4%, al Centro -3,0% e al Sud -3,8%.

La domanda di energia elettrica è stata coperta per l’84,2% da produzione nazionale (-4,9% della  produzione  netta  rispetto  a  gennaio  2013)  e  per  la  quota restante da importazioni  (saldo  estero  +3,5%, rispetto  a  gennaio 2013).

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