Un’India al 100% a rinnovabili

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Il 100% a rinnovabili si può raggiungere anche in una nazione affamata di energia e con 1,2 miliardi di abitanti come l'India. Lo dimostra un report del WWF indiano e dalla TERI University di New Delhi. Entro il 2051 il colosso asiatico può decarbonizzare quasi completamente il suo sistema energetico, dai trasporti all'elettricità. Serve una forte evoluzione tecnologica, ma i costi non sono proibitivi.

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Il 100% a fonti rinnovabili si può raggiungere anche in una nazione enorme, in via di sviluppo e affamata di energia come l’India: un Pil da oltre 1.800 miliardi di dollari e oltre 1,2 miliardi di abitanti, dei quali una parte rilevante non ha ancora completato accesso all’energia. Lo mostra uno studio curato dal WWF indiano e dalla TERI University di Delhi. Un lavoro importante, indispensabile per la lotta al cambiamento climatico, per la crescita del gigante asiatico verso la sostenibilità: attualmente il Paese dipende per il 74% del fabbisogno energetico dalle fossili ed è il terzo emettitore mondiale di gas serra.

In India, come spiega il report (allegato in basso), si può arrivare entro il 2051 a soddisfare con le fonti rinnovabili oltre il 90% del fabbisogno energetico, riducendo così le emissioni di due terzi rispetto allo scenario di riferimento, quello cioè senza la brusca accelerazione nella transizione energetica che si raccomanda.

La ricetta? Come per tutti gli scenari energetici sostenibili l’ingrediente base è l‘efficienza energetica: lo scenario 100% rinnovabili (scenario REN) comporta consumi ridotti di quasi il 60% rispetto allo scenario di riferimento (scenario REF). Fossili e nucleare verrebbero gradualmente eliminati entro il 2051, a partire dalle centrali più inefficienti. Si conta su un apporto grandissimo soprattutto da eolico (anche in mare) e solare termodinamico (vedi grafico sotto).

Nei trasporti farà moltissimo l’elettrificazione, ma soprattutto i biocarburanti di seconda e terza generazione (90% del fabbisogno al 2051). Per il fabbisogno di calore un ruolo centrale lo avrà il solare termico sia “classico” che a concentrazione: si prevede che soddisfi addirittura l’intero fabbisogno di acqua calda sanitaria del residenziale e di calore per i processi industriali sotto i 700°C. Cambierà anche il modo di cucinare: nelle aree urbane si prevede un passaggio all’elettrico, in quelle rurali a stufe più efficienti, che liberino così biomassa per altri usi.

Insomma, una vera e propria rivoluzione, per realizzare la quale si dovranno vincere diverse sfide, non solo politiche ma anche tecnologiche. Lo scenario REN presuppone infatti che siano disponibili e applicabili in maniera cost-effective già dal 2031 tecnologie che attualmente sono ancora in fase di ricerca e sviluppo. Ad esempio, se effettivamente si riuscirà a soddisfare in maniera sostenibile il fabbisogno di energia per i trasporti come previsto – 90% con biocarburanti – ciò dipenderà dallo sviluppo dei biofuel di seconda e terza generazione. Progressi nelle tecnologie e nei relativi costi sono necessarie anche nel campo del solare termico a concentrazione per arrivare a coprire tutto il fabbisogno di calore sotto ai 700°C dell’industria come previsto. Altro punto interrogativo è sull’eolico off-shore: lo scenario REN prevede 170 GW al 2051, ma al momento il potenziale per l’eolico in mare indiano non è ancora stato ben stimato.

La strada segnata con questo scenario è piuttosto incerta e a qualcuno potrà sembrare quasi fantascientifica (se non fosse che questi ultimi anni ci hanno insegnato che le rinnovabili hanno superato anche le previsioni più ottimistiche). Ma ha il pregio di indicare la direzione in cui dovrà muoversi l’India per consumare energia in maniera sostenibile e di mostrare come ciò sia possibile.

Questa rivoluzione del sistema energetico indiano, mostra il report, si potrebbe attuare a costi accettabili. Gli investimenti necessari – 544.000 miliardi di rupie in 40 anni (poco più di 8.800 miliardi di $, cioè circa 220 miliardi di dollari all’anno),  – sono infatti solo il 10% in più di quanto la potenza asiatica dovrebbe spendere per adeguare il proprio sistema energetico.

Il report (pdf)

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