Spagna: eolico prima fonte. Le rinnovabili coprono il 42% della domanda elettrica

L'eolico in Spagna nel 2013 supera il nucleare, arrivando oltre il 21% della domanda. Gas e carbone crollano. Nonostante l'offensiva del governo contro le fonti rinnovabili queste arrivano a coprire il 42% del mix elettrico, grazie anche a un'eccezionale produzione idroelettrica. Le emissioni di CO2 del parco elettrico si riducono di oltre il 23%.

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L’eolico in Spagna nel 2013 è stato la fonte più importante, superando la produzione da nucleare. Mentre il contributo di gas e carbone crolla, le rinnovabili crescono, arrivando a soddisfare oltre il 42% della domanda elettrica e permettendo di ridurre le emissioni del parco elettrico di oltre il 23%. E’ quanto emerge dai dati del rapporto consuntivo preliminare per il 2013 (allegato in basso) diffuso da Red Eléctrica de España, il gestore di rete spagnolo.

Il 21,1% dell’energia elettrica consumata dagli spagnoli nel 2013, si scopre (vedi grafico sotto), è venuta dal vento, che nel 2012 era al 18,1% del mix. L’eolico ha così superato per la prima volta, seppur di poco, il nucleare, la cui produzione è scesa di 8 punti percentuali.

Le turbine spagnole alle 4 del pomeriggio del 6 febbraio 2013 hanno raggiunto il record di potenza istantanea, con 17.056 MW e anche quello di produzione oraria, con 16.918 MWh. Nella settimana di Pasqua 2013 un mix di bassa domanda e alta produzione da eolico e idroelettrico ha portato addirittura a dover ridurre l’output – oltre che dal termoelettrico – anche dalle centrali nucleari, notoriamente poco flessibili: un evento che in Spagna non succedeva dal 1997.

A parte questa circostanza, non sembra comunque che un così robusto contributo di una fonte non programmabile come il vento abbia creato problemi al sistema elettrico spagnolo. Qualche preoccupazione in più l’aumento della produzione da fonti pulite l’ha data al termoelettrico. C’è stato infatti un crollo impressionante per carbone e gas: la loro produzione è scesa rispettivamente del 27% e del 34%. Il contributo al fabbisogno elettrico spagnolo del carbone è sceso dal 19,3 del 2012 al 14,6%, quello dei cicli combinati a gas dal 14,1 al 9,6%: per avere un’idea di quanto stiano soffrendo i cicli combinati si pensi che questa tecnologia costituisce quasi un quarto della potenza totale installata in Spagna (nel grafico sotto l’andamento della produzione delle diverse fonti).

Le rinnovabili nel 2013, come anticipato, hanno coperto circa il 42% della domanda elettrica, ben 10 punti percentuali più dell’anno precedente e le emissioni del sistema elettrico sono scese del 23,1% rispetto alle 2012 (vedi grafico sotto).

Oltre a quanto detto sopra, ha pesato molto un’eccezionale produzione dell’idroelettrico (le forti piogge hanno spinto la produzione in su del 75% portando la tecnologia a coprire il 14,4% della domanda contro il 7,7% del 2012) e il calo della domanda stessa, scesa del 2,3% (che diventa il 2% tenendo conto di clima ed effetti di calendario).

Sostanzialmente stabile il contributo in produzione del fotovoltaico e del solare termodinamico, che assieme danno circa il 5% dell’elettricità spagnola. Queste due tecnologie sono comunque le uniche ad aver registrato una crescita in quanto a potenza installata (+15%, cioè 300 MW per il termodinamico e +3,3% cioè 140 MW per il fotovoltaico), nonostante i durissimi colpi inferti dal governo di Madrid a suon di norme anche retroattive per fermare lo sviluppo delle rinnovabili.

Il report (pdf)

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