Capacity payment e incentivi alle rinnovabili: le linee guida UE per gli aiuti all’energia

Dalla Commissione le nuove linee guida sugli aiuti di Stato a energia e ambiente: capacity payment solo quando non esistano altre soluzioni e per le rinnovabili passaggio a incentivi basati su meccanismi di mercato. Intanto partono le indagini sugli aiuti pubblici al nucleare britannico e sull'esenzione dagli oneri degli energivori tedeschi.

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Il capacity payment sarà ammesso solo quando non esistano altri modi per assicurare un’adeguata quantità di generazione flessibile e si dovranno aiutare allo stesso modo del termoelettrico anche accumuli e gestione della domanda. Gli incentivi alle rinnovabili dovranno essere basati su meccanismi di mercato, passando dalle tariffe feed-in a tariffe feed-in premium e certificati scambiabili. È quanto prevedono le linee guida della Commissione europea sugli aiuti di Stato all’energia e all’ambiente per il periodo 2014-2020, messe in consultazione ieri, 18 dicembre, (fino a febbraio) e che dovrebbero entrare in vigore da luglio (documento allegato in basso).

Una pubblicazione che arriva in contemporanea con due notizie strettamente attinenti: la Commissione ha avviato ieri anche due indagini approfondite su meccanismi di supporto che potrebbero violare le regole europee sulla concorrenza. Un’indagine è sulle esenzioni al sovrapprezzo elettrico per le rinnovabili concesse dalla Germania alle proprie industrie energivore; l’altra sulla remunerazione alla produzione nucleare riconosciuta dalla Gran Bretagna alla futura centrale di Hinkley Point, che vedrà l’energia prodotta pagata il doppio del prezzo di mercato, un incentivo che si è rivelato indispensabile per convincere i privati ad accettare di costruire l’impianto.

Ma veniamo alle nuove linee guida. Come detto, si mettono paletti a quei meccanismi, come capacity payment o capacity market, pensati per permettere di realizzare nuovi impianti termoelettrici flessibili, o, come nel caso italiano, per evitare che debbano chiudere quelli in esercizio. La Commissione specifica (pp. 55 e seguenti) che la remunerazione della capacità sarà permessa esclusivamente quando i problemi di inadeguatezza del parco di generazione non possano essere risolti con la realizzazione di nuove infrastrutture di rete o con misure alternative, come ad esempio lo stoccaggio di energia e una migliore gestione della domanda.

Eventuali aiuti alla capacità esistente inoltre non dovranno comunque favorire i produttori nazionali o specifiche fonti, per limitare il rischio di forti distorsioni della concorrenza e danni ambientali. Condizioni la cui esistenza sarà interessante da verificare per il contesto italiano e per i meccanismi di capacity payment che si vogliono far partire: quello transitorio – introdotto nel ddl Stabilità – e il capacity market che dovrebbe partire nel 2017. Da notare poi che la Commissione raccomanda esplicitamente che eventuali sussidi per remunerare la flessibilità messa a disposizione della rete siano accessibili anche alle soluzioni alternative agli impianti termoelettrici, come i sistemi di accumulo e le soluzioni di demand-side management.

Per quanto riguarda le rinnovabili, le linee guida (pagg. 34 e seguenti) prevedono che gli aiuti di Stato si spostino gradualmente verso meccanismi di sostegno più vicini al mercato, come tariffe premianti legate all’andamento dei prezzi elettrici sul mercato o sistemi di certificati scambiabili. Ci potranno essere aiuti agli investimenti, che però dovranno essere dedotti dagli incentivi sulla produzione. Tra i criteri c’è poi quello della sostenibilità: ad esempio ai biocarburanti potranno andare incentivi solo se non prodotti da colture alimentari. In generale la Commissione distingue tra tecnologie mature – quelle che pesano più dell’1-3% della domanda elettrica europea – e tecnologie non ancora mature, adottando due approcci diversi, con maggiore rigidità verso le prime.

Per le tecnologie “mature”, ad esempio, sistemi di aste dovranno essere prerequisito fondamentale per assegnare incentivi sul modello delle tariffe feed-in-premium. Le tariffe feed-in (nelle quali la remunerazione è fissa, al contrario delle tariffe feed-in premium, nelle quali una parte una parte della remunerazione dipende dall’andamento dei prezzi di mercato) dovranno essere riservate solo alle taglie più piccole. Altro punto importante: le linee guida impongono che le rinnovabili partecipino ai costi di sbilanciamento, anche per le tecnologie non ancora mature.

Altro capitolo delle linee guida, gli sgravi agli energivori: ok a misure di salvaguardia, limitando però “le distorsioni della concorrenza che gli aiuti selettivi implicano” ed evitando “una gara ai sussidi tra Stati membri”. Per la prima volta poi viene incluso nelle regole per gli aiuti di Stato il settore delle infrastrutture energetiche: dovranno essere focalizzati sui progetti che migliorano i flussi transfrontalieri e realizzati nelle regioni meno sviluppate.

Da sottolineare, infine, l’esenzione dal rispetto delle linee guida di alcune categorie di aiuti: tra questi oltre a quelli per riqualificare siti contaminati, segnaliamo gli aiuti al teleriscaldamento e i prestiti per l’efficienza energetica negli edifici.

Le nuove linee guida proposte dalla Commissione UE (pdf)

Il comunicato della Commissione

 

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