Legge di Stabilità: spunta il soccorso al termoelettrico. Pagato dalle rinnovabili?

Un emendamento al DdL Stabilità introduce l'istituzione immediata di un meccanismo di capacity payment, per salvare i cicli combinati a gas, in crisi per calo della domanda e concorrenza del fotovoltaico. A pagare il nuovo incentivo alle fossili potrebbero essere le rinnovabili? Salta invece stabilizzazione dell'ecobonus per il periodo successivo al 2015.

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Aggiornamento 26 novembre ore 11:40: nella riscrittura degli emendamenti è stato stralciato il sub-emendamento che suggeriva che fossero le rinnovabili a pagare, cioè quello che aggiungeva la frase «anche disponendo di un’adeguata partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico».

Aggiornamento 27 novembre: il sub-emendamento di cui sopra è ritornato, integrato nel maxi-emendamento

Della stabilizzazione dell’ecobonus post 2015 per ora non se ne fa nulla. E arriva pure il capacity payment, il soccorso pubblico che i grandi dell’energia convenzionale invocano da tempo. A pagarlo potrebbero essere le rinnovabili. Sono queste le ultime novità dal fronte del Ddl Stabilità, sul quale il Governo ha annunciato che porrà la fiducia (l’approdo in aula è atteso per oggi).

Come anticipato, gli emendamenti per estendere e potenziare le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica dopo il 2015, nei quali avevamo sperato, non hanno passato l’esame della commissione Bilancio. Promossa invece una nuova modifica, introdotta dai senatori Giorgio Santini (Pd) e Antonio D’Alì (ex PdL ora Ncd), che punta all’introduzione pressoché immediata del capacity payment, il meccanismo che permetterebbe alle centrali termoelettriche più flessibili, come i cicli combinati a gas, di essere remunerate per la potenza che mettono a disposizione.

L’emendamento in questione (il 6.3000, allegato in basso) chiede di aggiungere all’articolo 6 del Ddl Stabilità un comma 18 bis che formula un indirizzo all’Autorità per l’Energia affinché integri già dal 2014 l’attuale meccanismo con un regime transitorio di capacity payment. Il fine è di remunerare il “ruolo indispensabile” degli impianti termoelettrici programmabili “nel garantire la continuità delle forniture e la stabilità della rete” e di “evitare potenziali dismissioni” di centrali “fino all’avvio del mercato a lungo termine”, previsto nel 2017.

La modifica sembra rispondere agli appelli che vengono dal mondo del termoelettrico, che da tempo chiede, per quegli impianti come i cicli combinati a gas che concorrenza delle rinnovabili e calo della domanda stanno mettendo in crisi, un soccorso pubblico immediato, dunque senza attendere l’avvio del capacity market, il meccanismo di supporto concepito dall’Autorità, che dovrebbe partire nel 2017.

La tesi sposata dai due senatori nel dipingere la situazione d’altra parte sembra presa pari pari da un pamphlet di Assoelettrica: la colpa di tutto viene addossata all’ “aumento della capacità installata rinnovabile intermittente, in ragione di un massiccio ricorso agli incentivi” , che ha “ridotto progressivamente lo spazio per le centrali che non beneficiano di incentivi e ne ha compromesso la redditività e la sostenibilità economica”. Non si fa alcun accenno al fatto che l’installazione di potenza da rinnovabili fosse già prevista e che nel settore (si veda relazione di Assoelettrica del 2005), già prima di realizzare gli investimenti si sapeva di andare incontro ad una situazione di overcapacity, che si sarebbe verificata anche senza l’apporto delle nuove fonti intermittenti.

Quel che ci interessa ora di questo emendamento sono però soprattutto le conseguenze. Difficile dire come il capacity payment immediato previsto dall’emendamento si concretizzerà (qualora la modifica permanga nel testo finale, come probabile visto che il Governo chiederà la fiducia): tutto è nelle mani dell’Aeeg. Ma soprattutto: da dove si prenderanno i soldi per questa stampella ai cicli combinati a gas, visto che il testo recita che questo sussidio agli impianti termoelettrici flessibili dovrà essere garantito “senza nuovi o maggiori oneri per prezzi e tariffe dell’energia elettrica”?

Una delle ipotesi nell’aria (si veda anche la recente audizione dell’a.d. di Enel Conti) è che si vogliano recuperare risorse revocando in qualche modo l’esenzione dagli oneri di sistema dell’energia autoconsumata. Anche se un sub-emendamento a difesa di Seu e autoconsumo da questa eventualità (a firma Loredana De Petris – Sel) è stato respinto dalla commissione Bilancio, la strada per finanziare il sostegno alle fossili imponendo di pagare gli oneri a chi si fa l’energia in casa non sarebbe comunque facile: che sull’energia che rimane dietro al contattore non si possano far pagare oneri di rete o di sistema lo stabilisce infatti chiaramente la Legge, con il decreto legislativo n. 115/08.

Potrebbero allora essere le rinnovabili a pagare? Il sospetto qui è più concreto, anche alla luce di quanto aggiunto all’emendamento in questione con un sub-emendamento, approvato dalla commissione Bilancio, in cui si specifica che il meccanismo si può realizzare «anche disponendo di un’adeguata partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico» (vedi aggiornamento in alto).

L’emendamento (pdf)

 

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