Ong via dalla Cop19. Un negoziato vetrina per l’industria del carbone

  • 22 Novembre 2013

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La dichiarazione del Direttore Esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo dopo l’abbandono del negoziato sul Clima COP19 da parte delle Associazioni della società civile: "Il governo polacco ha trasformato questo negoziato in una vetrina per l’industria del carbone. L’Unione Europea è ostaggio del governo della Polonia e dei suoi amici dell’industria del carbone".

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Ieri, dopo l’abbandono in massa del negoziato sul Clima COP19 da parte delle Associazioni della società civile, il Direttore Esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, ha dichiarato:

“Il governo polacco ha fatto del suo meglio per trasformare questo negoziato in una vetrina per l’industria del carbone. Assieme al cedimento di Giappone, Australia e Canada, e all’assenza di leadership dagli altri Paesi, i governi convenuti a questa Conferenza hanno preso a schiaffi coloro che stanno soffrendo per le pericolose conseguenze del cambiamento climatico. In particolare, l’Unione Europea è ostaggio del governo della Polonia e dei suoi amici dell’industria del carbone; da questa morsa deve svincolarsi per tornare a guidare l’agenda sul clima se a Parigi, nel 2015, vogliamo che si dia vita a un accordo significativo.”

“Nessuno come la Cina può giocare un ruolo decisivo, ma questo Paese non sta ancora mettendo a frutto il suo potenziale. Deve ancora tradurre il suo impegno “nazionale” alla riduzione dell’uso del carbone, e ad altri impegni sul clima, in un costruttivo impegno nel negoziato internazionale. Il 2014 è un anno di importanza critica, un anno in cui devono essere espresse e realizzate ambizioni e azioni in vista dell’accordo di Parigi. Ogni singolo Paese deve presentare adesso i suoi nuovi impegni alla riduzione delle emissioni, ovviamente impegnandosi a mantenere quanto già promesso.”

“Noi crediamo in questo processo. Noi non ci arrenderemo, perché i cittadini del Pianeta hanno un bisogno disperato di un trattato globale sul cambiamento climatico. Ma un nuovo trattato deve essere efficace. Varsavia, semplicemente, non è stata utile abbastanza. Come società civile torneremo il prossimo anno con un peso ancora maggiore, con più determinazione e più ambizione. Ci aspettiamo che i governi facciano lo stesso.”

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