Domanda fotovoltaico in rialzo. La crisi da oversupply è ormai alle spalle

Grazie anche alla spinta cinese la crescita prevista per la domanda mondiale si conferma sostanziosa: nel 2014 tra 45 e 55 GW. L'industria del fotovoltaico ricomincia a respirare, tanto da aumentare gli investimenti in capacità produttiva. I prezzi continueranno a calare seppur a ritmi minori e sembra che la crisi da sovrapproduzione sia alle spalle.

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Nel 2014 la Cina installerà 12 GW di nuova potenza fotovoltaica. L’aggiornamento arriva dal Dipartimento per l’energia cinese, che ha diffuso l’obiettivo/previsione nei giorni scorsi. Circa 8 GW delle nuova potenza installata sarà in generazione distribuita, mentre 4 GW verranno realizzati in grandi parchi a terra. La quota riservata ai grandi impianti a terra potrà comunque essere rivista in base all’andamento delle installazioni.

La pubblicazione di questi numeri per il 2014, che riflette l’atteggiamento ‘pro-FV’ del governo di Pechino, dà nuova fiducia agli investitori e conferma previsioni ottimistiche sulla domanda mondiale, che sarà trainata dall’Asia e in particolare dalla Cina, primo mercato mondiale. La superpotenza, che in questi anni sta rivedendo continuamente al rialzo i suoi obiettivi sul solare, entro il 2020 avrà installato 100 GW di potenza fotovoltaica; lo prevede Navigant Research in un report uscito alcuni giorni fa.

Secondo NPD Solarbuzz nell’area APAC, cioè Asia e Pacifico, nel 2014 si installeranno da 24 a 32 GW. La domanda fotovoltaica peraltro è prevista in ripresa anche in Europa, anche grazie a un ritorno alla crescita dell’Italia, oltre che di Germania, Regno Unito, Francia e altri mercati minori in ascesa (vedi QualEnergia.it).

A livello mondiale, dunque, la domanda nel 2014 dovrebbe salire fino a 45-55 GW, da confrontare con i 35-36 GW previsti per il 2013.

Insomma, le previsioni sono buone. In 6 anni il mercato mondiale del fotovoltaico, secondo Navigant, arriverà a oltre 73 GW l’anno. Numeri importanti soprattutto ricordando negli ultimi 10 anni tutte le previsioni sono state poi superate dalla realtà.

A spingere il FV ha contribuito un calo dei prezzi vertiginoso che si prevede continuerà, anche in maniera meno rapida. Se dal 2006 al 2012 sì è visto il prezzo dei moduli passare da circa 4 $/W a meno di 1 $/W, Navigant prevede che la riduzione dei prezzi dal 2013 al 2020 si attesti in un range del 3-8% annuo, portando il FV in grid parity praticamente ovunque, tranne che in qualche mercato con prezzi retail dell’elettricità particolarmente bassi, entro il 2017.

Che i prezzi siano destinati a scendere ancora lo confermano le notizie che arrivano riguardo al silicio. Secondo Solabuzz il costo medio di produzione dei wafer, nelle grandi aziende verticalmente integrate, nel 2014 scenderà di un ulteriore 6%, toccando il minimo record di 0,20 $/W. Si è arrivati così a un terzo del prezzo del 2008, che era di 0,60 $/W, grazie a un tasso medio annuo di riduzione nell’ultimo quinquennio di oltre il 16%.

“Anche se il ritmo di riduzione dei costi ha iniziato a rallentare, il forte surplus produttivo e il prezzo di vendita estremamente basso obbligano ancora i produttori di silicio e di wafer a cercare di ridurre i costi fino a livelli ritenuti sinora impossibili”, spiega il vice-presidente di Npd Solarbuzz, Charles Annis.

La ripresa della domanda fotovoltaica nel 2014 permetterà ai sette colossi mondiali del silicio (Gcl, Hemlock, ci Rec Silicon, SunEdison, Tokuyama e Wacker) di tornare al pieno utilizzo della capacità e all’industria dei wafer di avviare finalmente le linee produttive acquistate negli anni del boom e poi rimaste inattive a causa della crisi.

Insomma, sembra che il settore si stia lasciando alle spalle quella crisi da sovrapproduzione che lo ha messo a dura prova in questi ultimi anni. In tutta la filiera stanno aumentando gli investimenti in capacità produttiva: IHS ha appena rivisto al rialzo la sua previsione: nel 2014 si spenderanno 3,3 miliardi di dollari in linee produttive per moduli, celle, wafer e silicio. Un aumento del 42%, anziché del 37%, come previsto precedentemente, che segna la fine di una contrazione degli investimenti in produzione durata 2 anni. Una crescita che non si fermerà nel 2015: se prima gli analisti prevedevano per quell’anno un modesto incremento del 5% degli investimenti in capacità produttiva, ora si stima che la crescita sarà del 32%, per un totale di 4,3 miliardi di investimenti.

 

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