Backloading: fumata bianca. Possibile intervento da inizio 2014

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Dal Coreper I arriva il via libera definitivo alla misura per salvare il mercato delle emissioni. Il provvedimento toglierà dal mercato fino a 900 milioni di permessi ETS tra il 2014 e il 2020. La Commissione europea dovrebbe intervenire con il "backloading" già dai primi mesi del prossimo anno.

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Il Comitato Permanente dei Rappresentanti degli Stati membri dell’UE (Coreper I) ha dato oggi, 20 novembre, il via libera definitivo al “backloading“, l’accordo tra l’Europarlamento, la Commissione europea e la Presidenza lituana dell’Unione Europea sul rinvio dell’immissione nel mercato di permessi ad emettere CO2 (emendamento alla Direttiva 2003/87/EC).

Tra il 2014 e il 2020 il provvedimento toglierà dal mercato fino a 900 milioni di permessi ETS (Emissions Trading europeo) con l’obiettivo di rivitalizzare i prezzi della CO2. Negli ultimi mesi il sistema ETS ha visto prezzi dell’anidride carbonica così bassi da minare la credibilità di questo meccanismo. Attualmente il prezzo della CO2 è abbondantemente sotto ai 5 euro a tonnellata: 4,42 euro oggi. Cifre assolutamente insufficienti per spingere una trasformazione del sistema energetico.

Bruxelles stava già studiando da tempo misure di emergenza (QualEnergia.it, Emission Trading e di altre riforme). Proposto nel luglio 2012 dalla Commissione europea e approvato dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo il 18 febbraio 2013, il backloading consente il posticipo delle aste per 900 milioni di crediti previste nel periodo 2013-15, per assegnarli, sempre con il meccanismo delle aste, alla fine del terzo periodo di EU ETS, ovvero nel 2019-20. Il 16 aprile 2013 era arrivata la bocciatura del Parlamento europeo.

Nel preparare il terreno per l’approvazione di questa riforma del sistema ETS, ora finalmente avvenuta, ha avuto un ruolo significativo il voto del Parlamento europeo del 3 luglio scorso che optava per uno spostamento di un solo anno rispetto al momento in cui le quote sarebbero state ritirate dal mercato. Si arriva così alla versione approvata oggi che, come detto, interesserà il periodo 2014-2020.

L’opzione del congelamento delle quote verrà impiegata una volta sola e dopo una valutazione d’impatto per i settori a rischio delocalizzazione. Il testo finale dell’accordo dovrà adesso essere formalmente approvato dall’Europarlamento e poi dal Consiglio Ue. La Commissione europea dovrebbe essere in grado di intervenire con il “backloading” già dai primi mesi del prossimo anno.

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