La COP dell’ossimoro, che strizza l’occhio al carbone

  • 18 Novembre 2013

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Spettacolare protesta delle ONG ambientaliste alla COP 19. Sotto accusa il trattamento di favore dell'organizzazione della conferenza affidata alla Polonia verso i grandi delle fossili. In particolare non piace la concomitanza tra il Summit del Clima e il vertice mondiale del carbone iniziato oggi a Varsavia.

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Le Ong ambientaliste hanno organizzato un evento all’ingresso della COP 19 questa mattina. Ai delegati in arrivo è stato chiesto di camminare su un tappeto verde (che rappresenta l’energia pulita), mentre su un tappeto rosso adiacente attivisti ben vestiti, che rappresentano il governo polacco, hanno accolto l’industria del carbone, raffigurato da attivisti che indossavano maschere a forma di centrali a carbone. Obiettivo dello show, mettere in evidenza il trattamento speciale riservato all’industria del carbone da parte del governo polacco nel corso dei negoziati sul clima

C’è un forte dissappunto tra le associazioni ambientaliste mondiali per la concomitanza tra il Summit del Clima e il vertice mondiale del carbone iniziato lunedì 18 novembre a Varsavia.

“Una concomitanza niente affatto casuale – scrivono le Ong in un comunicato – confermata dall’invito per Christiana Figueres, Segretario Esecutivo della UNFCCC, che ha annunciato e giustificato la sua partecipazione, in un incontro con i capi delegazione di ActionAid International, Christian Aid, Friends of the Earth Europe, Greenpeace International, Oxfam International, WWF International e il focal point Youngo. Figueres non ha però convinto le grandi associazioni, dal momento che il carbone è il combustibile a maggiore tasso di emissioni di CO2, pericoloso per clima, ambiente e salute”.

Le ONG vogliono sia chiaro che il carbone non ha assolutamente alcun ruolo nella lotta per fermare il cambiamento climatico e la transizione necessaria è solo verso economie e società sostenibili che puntino su rinnovabili ed efficienza energetica.

“Quello di lunedì e martedì verrà ricordato come il ‘vertice dell’ossimoro’: dire che il carbone è la soluzione alla crisi climatica equivale ad affermare che l’avvelenamento si cura col cianuro”, ha dichiarato Mariagrazia Midulla responsabile Clima e Energia WWF Italia a Varsavia per seguire i negoziati.

Nell’ultimo assessment dell’IPCC, gli scienziati sono stati chiari: avremo bisogno di mantenere sottoterra almeno i due terzi, e più probabilmente oltre l’80% dei combustibili fossili noti se vogliamo mantenere l’aumento del riscaldamento globale sotto l’obiettivo concordato di 2 °C.

“In questo contesto è profondamente problematico – denunciano le associazioni – che il processo di pre-COP e gli attuali negoziati abbiano dato risalto e privilegio alle grandi aziende che hanno investito ingenti risorse in progetti sui combustibili fossili: estrazione del petrolio nella regione artica, sfruttamento delle sabbie bituminose o all’ampliamento dello uso del carbone, piuttosto che alle aziende che stanno passando a fonti energetiche più pulite. Di particolare interesse è il modo in cui il governo polacco ha consentito la sponsorizzazione commerciale per COP19 e un maggiore accesso per le grandi aziende dei combustibili fossili e gli interessi industriali di ampi aspetti della COP. Si tratta di un cambiamento senza precedenti e altamente preoccupante per la modalità di funzionamento per il processo di clima dell’UNFCCC”.

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