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Stiamo assistendo ad un dibattito tra politica, istituzioni e industria sulla necessità di affiancare o meno agli obiettivi 2030 per la riduzione delle emissioni climalteranti specifici target europei, ugualmente vincolanti, per rinnovabili ed efficienza energetica.

Una scelta che darebbe maggiori certezze a quelle imprese che investono in ricerca e innovazione in questi settori, evitando peraltro di incorrere nelle sanzioni previste per gli Stati a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi.  

Ancora più significativo sarebbe l’effetto dei nuovi investimenti sull’efficienza energetica, consapevoli del fatto che il target 2020, attualmente non vincolante, è molto distante per la maggior parte degli Stati Membri. (Qualenergia.it, Obiettivi UE 2020: gli Stati inciampano sull’efficienza).

Con obiettivi vincolanti e di lungo termine per rinnovabili ed efficienza energetica, l’Unione Europea spingerebbe i Paesi a preferire soluzioni pulite ed efficienti e non le alternative di nucleare e CCS che prediligerebbero molti fautori di un unico obiettivo 2030 sulle emissioni.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.