Il Senato approva il gasdotto TAP. Un affare per chi?

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Approvata la ratifica dell'accordo per il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP). A votare contro solo Sel e M5S. Un progetto da 45 miliardi che rischia di arrecare danni ambientali a zone di pregio nel Salento e nel suo percorso italiano. Possibili scarsi effetti sulla diversificazione degli approvvigionamenti, mentre la domanda nazionale è crollata.

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Il Senato ha approvato con 178 sì, 48 no, e 4 astenuti, la ratifica dell’accordo con Albania e Grecia, firmato lo scorso 13 febbraio ad Atene tra Grecia, Albania e Italia per il progetto del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP). Trasporterà gas dai giacimenti del Caspio, dall’Azerbaijan, attraverso il cosiddetto Corridoio Meridionale (Southstream). Questo metanodotto avrà origine in Grecia (a Kipoi, vicino al confine con la Turchia), attraverserà l’Albania e il mare Adriatico per poi approdare sul territorio italiano a San Foca nel Comune di Melendugno, in provincia di Lecce. Il ddl di ratifica passerà ora alla Camera.

A giugno alcuni deputati, anche del gruppo del Pd che ieri al Senato ha votato a favore, avevano sollevato il problema della non sostenibilità ambientale di parte del tracciato previsto, già nel progetto del 2004 della Snam Rete Gas; un percorso sulla dorsale adriatica che attraverserà dieci regioni, tre parchi nazionali, uno regionale e oltre venti siti di rilevanza comunitaria.

A votare contro in Senato ieri solo Sel e M5S. Per Loredana De Petris di Sel “il progetto Tap non porterà alcun beneficio al nostro Paese in termini di approvvigionamento energetico. Si tratta di gas totalmente destinato ai Paesi del Nord Europa. In compenso, la costruzione del gasdotto avrà un effetto pesante in termini ambientali, economici e sociali, in quanto danneggerà gravemente una delle coste più belle della Puglia e dell’Italia. Avrà dunque effetti negativi sul turismo con relativo aumento della disoccupazione. Ad avvantaggiarsene saranno solo i profitti di alcuni poteri forti”.

Il M5S ha contestato la reale convenienza e necessità di questo gasdotto per l’Italia e messo in luce gli interessi economici sottostanti, oltre a quelli legati alla sua realizzazione. Il rappresentante del M5S in Senato ha dichiarato che il gasdotto potrebbe essere usato per trasportare gas russo, e non solo da quello proveniente dal mar Caspio, vista la sua interconnessione con il gasdotto Southstream, frutto anche di un accordo tra Gazprom ed Eni. Quindi – affermano i pentastellati – il rischio è che vi sia ben poca diversificazione degli approvvigionamenti. “Chi la fa la politica energetica in Italia – si sono chiesti i senatori M5S – il governo o Scaroni?”. Ricordiamo che la Russia si è sempre opposta all’altro progetto di metanodotto, il Nabucco, alternativo al Southstream, che avrebbe trasportato gas dal Mar Caspio e anche dall’Iraq.

Contenti del voto invece i senatori del Pd, anche se a livello locale il segretario regionale pugliese del Pd, Blasi si è dichiarato contro l’approdo a San Foca. “Il Tap è un progetto che assume un rilievo strategico ai fini della diversificazione delle forniture di gas e nella prospettiva di contribuire, da un lato, a mettere in sicurezza il nostro Paese e, dall’altro, a ridurre la bolletta energetica nazionale”, ha detto Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd in Commissione Industria. Una tesi un po’ azzardata come abbiamo visto, tuttavia appoggiata anche dal senatore Giorgio Tonini, vicepresidente del Gruppo del Partito democratico a Palazzo Madama e capogruppo in commissione Esteri.

Tomaselli ha aggiunto che “siamo di fronte a un’infrastruttura dall’impatto ambientale del tutto sostenibile, in alcun modo assimilabile agli impianti di produzione energetica e industriale, e ciò è molto importante ai fini di rassicurare le comunità locali interessate, in particolare quelle della costa meridionale della Puglia”. Per Tonini del Pd “in prospettiva, il gasdotto Tap rafforzerà il ruolo dell’Italia come hub europeo nell’approvvigionamento del gas ed è la via maestra per evitare che l’interdipendenza si trasformi in dipendenza da un solo fornitore”.

“C’è poi la voce, ovviamente favorevole, dell’amministratore delegato di Tap Italia, parte del consorzio internazionale che seguirà il progetto. “Il voto in Senato – ha detto – è senza dubbio un passo importante verso la ratifica dell’Accordo intergovernativo e si pone in continuità con l’impegno del governo nel sostenere il nostro progetto.

Sul piede di guerra il Comitato ‘No Tap’ che accusa il consorzio e l’amministrazione comunale di Melendugno di non volersi confrontare pubblicamente sul progetto. Tuttavia il Consiglio comunale lo scorso lunedì 14 ottobre ha approvato una delibera contro l’approdo del gasdotto. Non è escluso che verrà adottata da almeno altri dieci comuni della zona. Il Comitato contesta però non solo la scelta del sito ma anche della stessa realizzazione del gasdotto che trasporterà in Italia 10 miliardi di metri cubi l’anno di gas da immettere nella rete nazionale di Snam. “Quando è nato il progetto – ha detto Gianluca Maggiore dei No Tap – nel 2003, prezzo e consumi di gas erano molto diversi da quelli odierni. Oggi, non credo sia più così conveniente investire 45 miliardi di euro per trasportare un combustibile per il quale la richiesta si è notevolmente ridotta”.

Ricordiamo che in Italia la richiesta di gas è diminuita drasticamente soprattutto per il crollo della produzione termoelettrica. Nel primo semestre 2013 un 9,3% in meno rispetto, ad esempio, allo stesso di due anni prima. Altro dato: nel mese di giugno 2013 il consumo di gas per il settore termoelettrico rispetto di 10 anni prima (giugno 2003) è stato inferiore di oltre il 43%.

Il gasdotto Tap è stato comunque inserito nella lista dei Progetti energetici di interesse comune per l’Unione europea presentata pochi giorni fa dal commissario Ue all’Energia, Gunther Oettinger. Ricordiamo inoltre che il Parlamento europeo ha approvato il  9 ottobre, una modifica alla direttiva sulla Valutazione dell’impatto ambientale (VIA): ora progetti di questo tipo devono ora essere oggetto di una specifica valutazione d’impatto ambientale, con misure adeguate per ridurre i conflitti di interesse e garantire che i cittadini vengano informati e consultati.

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