Con l’efficienza energetica mezzo punto di Pil in più

  • 1 Ottobre 2013

L’impatto macroeconomico delle politiche per l'efficienza energetica da qui al 2020 potrebbero portare ogni anno a una crescita della produzione industriale italiana di oltre 65 miliardi di euro, creando 500mila posti di lavoro, con un tasso di crescita medio annuo del Pil pari allo 0,5% del prodotto interno lordo. Studio di RSE commissionato da Confindustria.

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Il numero di imprese coinvolte direttamente o indirettamente nella domanda per investimenti per l’efficienza energetica supera, già oggi, le 250.000 unità. L’impatto macroeconomico delle politiche per l’efficienza da qui al 2020 e l’adozione delle policy suggerite dal studio di Confindustria, potrebbero portare ogni anno a una crescita della produzione industriale italiana di oltre 65 miliardi di euro con un incremento del numero di occupati circa 500.000 unità, con un tasso di crescita medio annuo pari allo 0,5% del prodotto interno lordo. Dal punto di vista ambientale il risparmio sarebbe di oltre 5,7 miliardi di euro annui – pari al 10% della bolletta energetica nazionale – con una minori emissioni di CO2 che porterebbero a un ulteriore risparmio di 270 milioni di euro.

L’obiettivo è dunque quello, attraverso l’analisi di “business case” di riferimento facilmente standardizzabili e soprattutto replicabili in maniera diffusa, di tradurre i processi di efficientamento in crescita della produzione industriale, in aumento dell’occupazione e nel taglio dei costi della bolletta energetica nazionale.

Dati molto interessanti quelli che emergono dallo studio commissionato da Confindustria e realizzato con la collaborazione scientifica di RSE – Ricerca sul Sistema Energetico – che è stato presentato oggi a Roma, durante il convegno ‘Smart Energy project’. L’adozione di uno scenario “Best Avalilable Technologies”, cioè basato sull’uso di tecnologie avanzate, mostra la ricerca, porterebbe a considerare le politiche per l’efficienza energetica non solo in una logica di contenimento dei costi di innovazione nei processi di consumo di energia, ma anche come volano di sviluppo di attività industriali per il sistema Paese.

“Abbiamo collaborato alla ricerca ‘Smart Energy project (pdf) – ha spiegato nel suo intervento al convegno Stefano Besseghini, Amministratore Delegato di RSE – portando la nostra esperienza nella costruzione di un nuovo approccio metodologico che metta il sistema energetico al centro dell’obiettivo di analisi. Una modalità familiare a RSE e decisiva in una visione che consente di non ripercorre vie, dimostratesi nel passato errate, che avevano badato a premiare, anche con incentivi pubblici, logiche puntuali senza portare beneficio allo sviluppo tecnologico e industriale del settore energetico italiano. Il riferimento è agli incentivi al fotovoltaico che non si sono tradotti in una crescita industriale italiana in questo comparto, cosa che invece può avvenire oggi con l’efficienza energetica. Per farlo occorre un metodo che RSE ha proposto, più complesso, ma che da la possibilità di pacchettizzare l’efficienza energetica in iniziative replicabili dando un nome a una tecnologia che di per sé è difficile da codificare. Si tratta del punto di partenza per poter mettere a valore l’efficienza energetica a livello industriale”.

 

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