Pyppy, il fotovoltaico da balcone: è un buon affare?

Abbiamo indagato su questo oggetto, scoprendo che, se può essere utile e pratico, non ci si devono fare troppe illusioni dal punto di vista economico. A dispetto di quanto si legge su articoli e comunicati, il contributo che può dare nel ridurre la bolletta è decisamente basso, specie se rapportato a prezzo d'acquisto e di manutenzione.

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Avere il fotovoltaico senza le complicazioni burocratiche del fotovoltaico. L’idea è di quelle che attirano, dato che l’installazione di un impianto FV in alcuni casi è resa quasi impossibile dalla burocrazia – vedi aree sottoposte a vincolo paesaggistici o certe situazioni presenti nei condomini – e che, quando invece va bene, si spendono in “carte” centinaia di euro e passano a volte anche mesi di attesa.

Chiaro allora che l’attenzione di molti sia stata attirata da un nuovo prodotto di cui si è parlato diffusamente anche sulla stampa: “Pyppy, il fotovoltaico da balcone”, un modulo fotovoltaico di dimensioni ridotte, dotato di ruote per agevolarne gli spostamenti, dal design gradevole e in grado di alimentare direttamente gli elettrodomestici.

Siamo andati a indagare meglio questo oggettino, scoprendo che, a dispetto di quel che si legge su articoli e comunicati, è meglio non farsi troppe illusioni: l’aiuto che può dare nel ridurre la bolletta è decisamente basso, specie se rapportato al prezzo d’acquisto e di manutenzione.

Il modello da 2.400 watt (ne esiste anche uno da 1.200 W) costa 1.450 euro, IVA compresa, al lordo della detrazione fiscale del 50% cui dovrebbe avere diritto, e che farebbe così rientrare 725 euro in 10 rate annuali da 72,5 euro. A questa cifra bisogna poi aggiungere una spesa di circa 135 euro (IVA esclusa) per sostituire la batteria, che va cambiata ogni 3-6 anni a seconda dell’uso che se ne fa.

Pyppy è costituito da un modulo monocristallino da 100 Wp, un inverter, un regolatore di carica, due accumuli, due ventole per consentire il passaggio di aria all’interno dello chassis e un termostato che interviene per quanto riguarda le temperature interne. E’ modulare, per cui, volendo, ci si può collegare un secondo pannello. Permette di alimentare gli elettrodomestici attaccandoli direttamente al kit, oppure di collegare il kit stesso alla rete elettrica di casa. L’energia accumulata può così essere utilizzata per alimentare tutti i dispositivi in bassa tensione, come lampade o frigoriferi, ma anche le apparecchiature a 230V grazie all’inverter incorporato.

Il kit lavora in accumulo: si può lasciare in carica e adoperare la sera. Con l’energia che accumula in una giornata – è l’esempio che fa la ditta produttrice, Ri-ambientando, una piccola cooperativa del torinese – si può far funzionare un pc portatile per 2 ore, 8 lampadine fluorescenti da 12 W per 2 ore, una TV LCD da 42” per due ore e un aspirapolvere per mezz’ora.

Le vendite, spiega a QualEnergia.it il padre di Pyppy, Antonio Fischetto, stanno andando bene, con una sessantina di pezzi venduti negli ultimi mesi, ed è in arrivo una nuova versione, che diventa sedia e che ha il modulo rimovibile, in modo da poterlo appendere, ad esempio, fuori dalla ringhiera del terrazzo.

Insomma, Pyppy piace e si capisce perché: senza burocrazia soddisfa il desiderio di avere a casa un impianto fotovoltaico e – anche se peso e ingombro non sono trascurabili – è un ottimo gruppo elettrogeno portatile.

Il discorso però cambia se lo si compra con l’illusione di fare un affare che taglierà la bolletta. Sembra infatti difficile che Pyppy riesca a fare quanto promette il produttore, cioè “tagliare la bolletta in media del 40%”. Non ci convince nemmeno il dato sulla producibilità che ci fornisce al telefono Fischetto: che parla di “circa 490 kWh l’anno”, un dato che ci sembra esagerato e che l’ideatore di Pyppy giustifica con “l’aumento delle producibilità del 30% ottenuto grazie al regolatore di carica MPPT”.

“Anche ipotizzando un’irradiazione da Sud Italia, mettiamo 1.300 kWk/kW, un modulo da 100 W non può produrre più di 130 kWh l’anno, nemmeno se utilizza le migliori tecnologie per ottimizzare la produzione. Il dato di 490 kWh mi sembra assolutamente inverosimile, tanto più che bisogna scontare le perdite che si hanno nell’accumulare e poi riutilizzare l’energia, pari a circa il 5-8%”, spiega a QualEnergia.it, Massimo Venturelli, esperto di sistemi fotovoltaici.

Dunque, secondo i nostri calcoli, il risparmio che Pyppy ci può dare è verosimilmente al massimo di circa 30 euro l’anno. Anche tenendo conto delle detrazioni fiscali del 50% ed escludendo la spesa per la sostituzione periodica delle batterie (come detto circa 135 euro più IVA da sborsare circa ogni 3-6 anni), l’investimento non si ripagherebbe in meno di 24 anni. Per contro, un impianto fotovoltaico allacciato alla rete ai prezzi attuali si ripaga in 7-8 anni (vedi le simulazioni di QualEnergia.it).

“Il prodotto è molto interessante e offre diversi vantaggi, primo fra tutti quello di evitare la burocrazia, ma dal punto di vista economico è difficile pensare che possa configurare risparmi equivalenti in bolletta a un conveniente rientro economico”, commenta Venturelli. “E’ piuttosto un prodotto tagliato per attività dove non è facilmente disponibile energia elettrica, utile per campeggiatori, venditori ambulanti, chioschi, stazioni operative mobili, ecc.  più che un sistema da  tenere in balcone. Al limite forse utile in casa per alimentare qualche carico in caso di emergenza come pc, telefoni, apricancelli o altri congegni di emergenza. In questo senso va valorizzato il prodotto per non creare la facile illusione di un tangibile  risparmio in bolletta familiare”, suggerisce Giampiero Crasti, altro ingegnere esperto di fotovoltaico.

Anche lo stesso Fischetto d’altra parte, se da un lato rilascia interviste in cui parla di “risparmi in bolletta anche del 50%”, dall’altro mette le mani avanti, spiegandoci che “non è certo economica la motivazione principale che muove i nostri acquirenti”. Insomma il fotovoltaico da balcone è forse una buona idea per l’ambiente, o per la comodità di avere l’elettricità in giardino, ma non fate l’acquisto pensando di risparmiare o di sostituire un impianto fotovoltaico vero e proprio.

Aggiornamento 16/12/2014, riceviamo da parte di Antonio Fischetto la seguente richiesta di rettifica, che come richiesto pubblichiamo senza alcun lavoro di editing:

“IO HO SEMPRE DICHIARATO LA  MODULARITA’ DEL KIT (ATTENZIONE !!!!!!DA VOI NON CONSIDERATA NONOSTANTE IL NOSTRO DIALOGO) E COME  SI EVINCE SU TUTTE LE MIE INTERVISTE RAI E’ UNA INTEGRAZIONE AL FABBISOGNO DOMESTICO ED INOLTRE  UN PUNTO DI PRELIEVO IN ASSENTE DI SERVIZIO ENERGETICO.
Le allego .xlsx per evidenziare la produzione annua in piu’ territori in diverse stagioni. ( DATI MOLTO PESSIMISTICI)
Le ricordo QUINDI la MODULARITA’ del kit PYPPY free energy for all .
La configurazione  max prevede due pannelli aggiunti da 140 Watt MONO (Sviluppo tecnico grazie  importante Societa’ Produttrice Italiana)  e anche un accumulo in piu’.,
IMPORTANTE:
STIAMO LAVORANDO E SVILUPPANDO (VEDI ALLEGATO) CON POLITECNICO DI TORINO UNA “APP” APPLICAZIONE SCARICABILE GRATUITAMENTE CHE CONSENTE A TUTTI I CONSUMATORI DI INTERPRETARE BENEFICI,PRODUZIONE ,RISPARMIO ,MANCATE EMISSIONI CO2 MA SOPRATTUTTO IL DIMENSIONAMENTO DEL PROPRIO PYPPY IN CASO DI ACQUISTO .
ABBIAMO DOTATO IL PYPPY DI ROUTER WIFII PER LA CONNESSIONE , NAVIGAZIONE INTERNET  Ed EVENTUALE CONTROLLO ,  RACCOGLITORE ( SI INTEGRA AL KIT ) PER LA GESTONE DEI RIFIUTI  DIFFERENZIATI IN BALCONE E IN ULTIMO STIAMO TESTANDO BATTERIE LITIO ( NOTA SOCIETA’ EUROPEA)”

Qui il file xls allegato da Fischetto nella richiesta di rettifica

Qui il file sulla app allegato da Fischetto nella richiesta di rettifica

 

 

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