La mobilità elettrica e la rivoluzione dei centri urbani

  • 16 Settembre 2013

In Italia le città superano i limiti di inquinamento imposti dall’UE per l’elevato numero di veicoli che assediano i nostri centri urbani. Serve un sistema incentivante e una volontà politica che punti sulla mobilità elettrica, il settore del futuro su cui hanno già scommesso l’Europa e il resto del mondo. L’opinione di Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata 6’28’’)

Sulla mobilità elettrica stanno puntando molti paesi in Europa e nel mondo. In Asia: Giappone e Cina stanno scommettendo su questo settore e anche gli Stati Uniti, che vivono la crisi dell’industria automobilistica, intendono investire per una riconversione verde. In Europa: Francia e Germania stanno lavorando molto e si stima che i due paesi, insieme alla Gran Bretagna, installeranno 3,7milioni di punti di ricarica, mentre in Italia si vive ancora un’aria di scetticismo nei confronti dell’elettrico.

Il nostro Paese non solo ci crede poco nella mobilità elettrica ma, a causa dell’elevato numero di veicoli che assediano i centri urbani, supera i limiti di inquinamento imposti dall’Unione europea. L’elettrico rappresenta la scommessa del futuro.

Resta un grosso interrogativo: l’Italia, che si è ormai lanciata sulle rinnovabili elettriche (più di un terzo della produzione elettrica del paese proviene da rinnovabile), scommetterà sulla mobilità elettrica nonostante le resistenze da parte della politica industriale?

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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