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Un caso tutto italiano quello dedicato alla bioeconomia, che trae origine dall’evoluzione della ricerca e innovazione del settore delle plastiche biodegradabili e dal virtuoso sviluppo della filiera del compost di qualità.

Lunedì 9 settembre a Roma, Kyoto Club organizza un convegno di presentazione dell’edizione italiana del libro Bioplastics: a case study of bioeconomy in Italy a cura di Walter Ganapini, edito a Edizioni Ambiente (Collana KyotoBooks).

La nuova legge, introdotta il 1 gennaio 2011, prevede che gli unici shopper usa e getta commercializzabili siano quelli biodegradibili e compostabili secondo lo standard CEN 1343 e che quelli in plastica tradizionale debbano rispondere a questi criteri: durevolezza e riutilizzabilità, grazie a spessori differenti a seconda della tipologia e finalità d’uso.

Qual è il ruolo della bioeconomia nel nostro Paese? Come si sta trasformando il settore della chimica in Italia? Stiamo assistendo a un nuovo corso della chimica italiana, che si fa verde e che, a partire da una materia prima vegetale, rinnovabile, è riuscita a realizzare la bioplastica che non impatta sull’ambiente e non sfrutta le fonti fossili.

È quanto spiega Francesco Ferrante, Vice Presidente di Kyoto Club, in un’intervista a cura di Ecoradio.