Taglia-bollette, Zanonato: “Non verranno toccati gli incentivi”

Dopo annunci che avevano lasciato il dubbio in molti, il ministro lo chiarisce con un tweet. La riduzione della componente A3 in bolletta verrà dunque verosimilmente attuata tramite un meccanismo di cartolarizzazione che non influirà su tempi ed entità dell'erogazione degli incentivi, ma che potrebbe comunque essere dannoso per l'efficienza del sistema.

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“Impressiona vedere quanti parlano di riduzione della bolletta elettrica senza la fatica di informarsi. Non verranno toccati gli incentivi!”. Questo il tweet con cui alle 7 di sera di oggi il ministro dello Sviluppo economico mette fine ai timori di quanti temevano che l’intenzione di Zanonato di spalmare su più anni il prelievo in bolletta destinato alla componente A3 implicasse una dilatazione dei tempi in cui venivano erogati gli incentivi alle rinnovabili.

Un dubbio che avevano avuto in molti, associazioni delle rinnovabili in primis (e in un primo momento anche questa testata) e che, va detto, è dovuto in parte alle modalità di presentazione della misura, affidata ad un paio di annunci pubblici e ancora orfana di un’illustrazione dettagliata ed ufficiale.

Dunque, per quanto si sa finora, il ministro proporrebbe di ridurre l’onere annuo degli incentivi fissando un tetto ai prelievi in bolletta destinati alle rinnovabili (e in parte alle assimilate) a 9 miliardi di euro annui, il resto del costo, circa 3 miliardi, verrebbe dilazionato tramite delle emissioni obbligazionarie che permetterebbero di diluire nel tempo il costo complessivo degli incentivi.

I produttori da fonti rinnovabili insomma si vedrebbero riconosciuti gli incentivi previsti nei tempi previsti. Le bollette elettriche domestiche e delle piccole e medie imprese dovrebbero ridursi. Ma l’emissione di obbligazioni allungherebbe il tempo per cui gli oneri all’A3 peseranno sulla bolletta e al costo complessivo degli incentivi oggi ipotizzato si dovrebbe sommare il costo degli interessi sui bond, interessi che dovranno essere appetibili in modo da poter collocare le obbligazioni sul mercato e quindi in linea con quanto offerto dai mercati finanziari per prodotti di pari (basso) rischio.

Secondo calcoli di Assolettrica il risultato sarebbe che il costo cumulato degli incentivi in A3 tenendo conto degli interessi sui bond passerebbe da 220 a circa 250 miliardi di euro e il ‘debito’ collegato agli incentivi alle fonti rinnovabili si estinguerebbe non più nel 2032 ma nel 2038, sei anni più tardi. Il costo delle rinnovabili in bolletta rimarrebbe fisso a 9 miliardi per oltre 20 anni, fino al 2037 (che, visto che gli incentivi non sono attualizzati, diventano 6 miliardi di euro attuali se si considera un tasso di inflazione medio pari all’ 1,5% annuo).

Un’idea quella di Zanonato che se ha incontrato favori anche nel mondo delle rinnovabili (si veda qui) lascia qualche perplessità: come si spiega in questo articolo che abbiamo pubblicato, si tratta infatti di una sorta di ipoteca sul sistema elettrico che potrebbe rivelarsi molto pericolosa.

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