Tagli a rinnovabili ed efficienza per finanziare l’Imu: li pagheremo in bolletta?

Per finanziare la cancellazione dell'Imu ci sarà un prelievo da 300 milioni ai fondi per efficienza e rinnovabili. Ciò potrebbe portare a nuovi aumenti in bolletta per l'A3, proprio mentre con il 'taglia-bollette' si vorrebbe ridurla. Poi ci sono tagli su fondo occupazione e rete ferroviaria.

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Per finanziare la cancellazione dell’ IMU c’è anche un prelievo dai fondi destinati ad efficienza e rinnovabili che pesa per poco meno di un terzo del miliardo di euro che il decreto troverà a copertura dell’operazione. Si tratta di 300 milioni di euro che verranno tolti alla disponibilità su 40 conti che raccolgono le risorse della Cassa Conguaglio Settore Elettrico per finanziare l’efficienza energetica e le rinnovabili.

Come sappiamo questa cassa raccoglie gli oneri di sistema prelevati dalla bolletta elettrica, depositandoli in diversi conti, divisi per le varie voci, e successivamente li stanzia per le finalità cui sono destinati, tra cui appunto il pagamento degli incentivi per l’energia pulita e l’efficienza energetica. Per semplifcare è come se questi 300 milioni venissero presi dagli oneri di sistema che tutti paghiamo nelle bollette. L’effetto di questo drenaggio, dunque, potrebbe essere che, per garantire gli stanziamenti, si sia costretti successivamente ad aumentare il prelievo, ad esempio della componente A3.

Un risultato che sarebbe paradossale visto gli sforzi che il Ministero dello Sviluppo Economico sta facendo con un’altra manovra – il “taglia-bollette” annunciato da Zanonato – proprio con la finalità di ridurre il peso dell’A3 sull’energia elettrica.

Tra gli altri tagli decisi per coprire la cancellazione dell’imposta sugli immobili ricordiamo – assieme alla sforbiciata da 250 milioni di euro al fondo per l’occupazione e ai 30 milioni tolti al personale del fisco – c’è anche una riduzione di 300 milioni di euro alle risorse per il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, orientata, tra l’altro, agli investimenti per la rete e per la manutenzione straordinaria. Una scelta che certo non va nella direzione di rendere più sostenibile la nostra mobilità che avrebbe bisogno invece di un potenziamento del trasporto su ferro, soprattutto locale.

 

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