Disputa fotovoltaico Ue-Cina, la posizione di Gifi

  • 2 Agosto 2013

"Una procedura anti-dumping impatta fortemente sulle aziende del fotovoltaico. L’ipotesi di retroattività dei dazi sui moduli fotovoltaici ha già portato al fallimento di molte aziende nella supply chain del settore". L'appello di Anie-Gifi per una rapida soluzione della controversia

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Il settore fotovoltaico italiano nella sua breve storia, ha sperimentato più volte quanto possano essere penalizzanti i cambi normativi repentini e non pianificati. ANIE/GIFI lo ha rilevato con i vari conti energia che hanno causato violenti deprezzamenti dei magazzini, impossibilità di pianificare investimenti anche a medio termine, scadenze impossibili per consegne o ultimazioni lavori e relative penali. Questi “stop and go” sono insostenibili ed estremamente rischiosi per qualsiasi azienda.

Una procedura anti-dumping causa dinamiche molto impattanti. Lo scenario di retroattività dei dazi sui moduli fotovoltaici che si ipotizzava a marzo 2013 ha rappresentato un rischio molto grande. Questo ha congelato ed in molti casi portato al fallimento le attività di moltissime aziende nella supply chain del fotovoltaico, oggetti di tali forniture (distributori, EPC, installatori etc..).

ANIE/GIFI auspica per il fotovoltaico e per le altre rinnovabili un percorso saggio e virtuoso che conduca alla grid parity in maniera sostenibile. Si augura, inoltre, che sia la disputa sulle importazioni di polisilicio che quelle sui moduli e vetro vengano risolte con accordi amichevoli nell’interesse non solo del settore fotovoltaico ma anche di altri comparti industriali. Infatti, le diverse indagini antidumping avviate in Cina, quale quella sul silicio e sul vino, sono state una reazione alla disputa sui moduli fotovoltaici. Pertanto la soluzione negoziale a quest’ultima dovrebbe rappresentare una buona premessa per risolvere le altre questioni.

(Comunicato Anie/Gifi)

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