Fotovoltaico e dumping, raggiunto l’accordo Cina-Ue

Raggiunto sabato l'accordo, tra Cina ed Unione Europea, sebbene ancora non ufficializzato, per evitare l'innalzamento dei dazi. Sembra che potrà essere imposto un limite di 0,56 euro/W sul prezzo dei moduli fotovoltaici e un contingente di 7 GW per le importazioni dalla Cina. EU ProSun parla di dumping autorizzato, mentre AFASE ancora non si sbilancia.

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L’annuncio è arrivato durante il week end: dopo lunghi negoziati Ue e Cina hanno raggiunto un accordo in merito alla disputa sul fotovoltaico. Una mediazione trovata quasi in extremis: se non vi si fosse giunti, il prossimo 6 agosto i dazi sui prodotti cinesi sarebbero stati innalzati dall’11% attuale di media fino al 47,6%.

I contenuti dell’accordo non sono ancora stati resi noti ufficialmente, ma Wall Street Journal e Financial Times, citando fonti UE anonime, riportano che sarebbe stato imposto un limite di prezzo di 74 centesimi di dollaro ossia 56 eurocent per watt. Rispettando questo limite la Cina potrebbe esportare in Unione Europea fino a massimo 7 GW di moduli all’anno. L’accordo, che coinvolge circa 90 produttori cinesi, deve essere approvato dalla Commissione e dovrebbe rimanere in vigore fino al 2015.

Una soglia quella dei 74 centesimi ben al di sotto degli 1,06 $/W cui puntavano i produttori europei e che potrebbe portare ad un ricorso da parte di EU ProSun: “è essenzialmente un’autorizzazione a vendere a prezzi da dumping”, commenta Milan Nitzschke, leader della coalizione di aziende protezioniste. Soddisfazione da parte del ministero del Commercio cinese, come pure da parte del commissario europeo per il Commercio.

Cauta AFASE, la coalizione di industrie contrarie ai dazi: “non sono stati comunicati i termini dell’accordo, ma l’Alleanza per l’Energia Solare Sostenibile chiede ancora una volta ai decisori istituzionali di evitare di approvare qualsiasi incremento dei prezzi, poiché porterebbe a una situazione insostenibile per gli installatori e gli sviluppatori fotovoltaici europei. Già dall’introduzione dei dazi preliminari UE del 5 giugno la domanda si è già duramente contratta, portando all’insolvenza di alcune importanti società europee come Gehrlicher Solar.”
 

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