Fotovoltaico in grid parity … salvo rischi regolatori

Il fotovoltaico residenziale in Italia, come in diversi altri paesi, è già più conveniente rispetto all'acquisto di energia dalla rete. Lo dimostra uno studio di Eclareon. Ma se passasse la proposta dell'Autorità di far pagare gli oneri sull'energia autoconsumata da noi la grid parity, duramente raggiunta, si allontanerebbe e di tanto.

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Il fotovoltaico residenziale in Italia, come in diversi altri paesi, è già in grid-parity, ossia, installare un impianto non incentivato, in molte situazioni, è già più conveniente rispetto ad acquistare l’elettricità dalla rete. La constatazione arriva dalla seconda edizione del report  “PV Grid Parity Monitor” dalla società di consulenza tedesca Eclareon (allegato in basso). Un dato che, con il conto energia in scadenza il 6 luglio e le detrazioni del 50% solo fino a dicembre, ridarebbe qualche speranza, anche se, come sappiamo, la mera grid-parity teorica non basta per spingere a montare i pannelli e dunque per garantire sviluppo al settore. Inoltre ostacoli normativi, come la proposta dell’Autortià per l’Energia di far pagare gli oneri sull’energia autoconsumata, potrebbero ricacciarci indietro di anni.

Lo studio prende in considerazione 10 Paesi: Australia, Brasile, California, Cile, Germania, Francia, Italia, Messico, Regno Unito e Spagna, limitatamente al FV residenziale. Ovunque, si nota, ci si è avvicinati alla grid parity: i costi di produzione dell’elettricità dal solare sono calati mentre il kWh in bolletta è diventato più salato. Per quel che riguarda i costi del fotovoltaico – calcolati come LCOE, cioè costo livellato dell’elettricità sulla vita dell’impianto – i cali dalla seconda metà del 2012 al primo semestre 2013 sono andati dal 23% del Regno Unito all’8% della California, mentre in Italia sono stati del 21% (vedi grafico sotto). Nel frattempo le tariffe elettriche per i consumatori domestici sono cresciute nella maggior parte dei Paesi: ad esempio +18% in Australia e +8% da noi.

In Italia, rileva lo studio, la grid parity nel settore domestico è stata raggiunta in tutto il Paese. Gli ingredienti che lo hanno permesso sono un calo del costo degli impianti del 18,2% l’anno dal 2009 al gennaio/febbraio 2013, una buona radiazione solare e prezzi dell’elettricità in bolletta piuttosto cari. Nei  grafici sotto la situazione a Roma e Palermo:

Il LCOE del fotovoltaico in Italia è già minore del costo del kWh in bolletta. Dunque tutti tranquillamente proiettati verso un futuro con il fotovoltaico senza incentivi? Niente affatto. Innanzitutto, lo studio non tiene conto dei probabili rincari degli impianti causati dai dazi sui prodotti cinesi; bisogna poi considerare che la definizione usata da Eclareon per definire la grid parity è la seguente: “il momento in cui il LCOE del FV diventa competitivo con i prezzi dell’elettricità al dettaglio, assumendo che il 100% dell’elettricità sia autoconsumata istantaneamente”. Vista la scarsa probabilità di autoconsumare il 100% dell’energia prodotta, avvertono gli autori del report, diventano fondamentali le politiche di net-metering (come il nostro scambio sul posto) e la normativa che promuove l’autoconsumo.

Se lo scambio sul posto venisse riformato in maniera sfavorevole e se si concretizzasse la proposta dell’Aeeg (che sembra piacere al ministro per lo Sviluppo economico, vedi QualEnergia.it), di far pagare gli oneri di sistema anche sull’energia autoconsumata, quella grid parity che Eclareon dà per raggiunta in Italia si allontanerebbe all’improvviso di chilometri.

Cosa possa fare una normativa che ostacola autoconsumo e scambio con la rete lo mostra la situazione spagnola, descritta bene in questo studio. Qui, anche se a livello di rapporto tra LCOE del fotovoltaico e costo del kWh in bolletta il paese sarebbe ampiamente in grid parity, il fotovoltaico residenziale è poco conveniente per la mancanza di una politica di net metering: gli utenti sono costretti a vendere l’energia in eccesso sul mercato. A questo si aggiunge il fatto che la tassa del 7% sulla produzione elettrica potrebbe colpire (a seconda di come evolveranno i regolamenti ancora da scrivere) anche l’energia autoconsumata. Nel grafico qui sotto la situazione dei vari paesi sui due fronti: sull’asse verticale la vicinanza alla grid parity, su quello orizzontale l’efficacia delle politiche di net-metering e per la promozione dell’autoconsumo. Affinché il FV residenziale si diffonda bisognerebbe stare nell’angolo in alto a destra. Come si vede il paese messo meglio è il Messico.

 

La seconda edizione del report  “PV Grid Parity Monitor” di  Eclareon (pdf)

 

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