In discussione le detrazioni fiscali sugli impianti efficienti

Le detrazioni Irpef per solare termico e i sistemi efficienti di impianto sono ancora in fase di evoluzione e alcune associazioni e addetti ai lavori pare richiedano per loro una riduzione dell'aliquota. Le difficoltà di scelta dell'incentivo per 'sistemi impianti' sempre più spesso integrati. Ne parliamo con Stefano Casandrini di Assotermica.

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La situazione degli incentivi per il solare termico e per i sistemi efficienti di impianto è ancora in una fase di evoluzione e alcune voci sembrano voler richiedere che la nuova versione del decreto legge sulle detrazione fiscali, che verrà approvata dal Parlamento, una riduzione della aliquota per gli impianti. Ne parliamo con Stefano Casandrini, capogruppo Energie Rinnovabili di Assotermica.

Casandrini, cosa pensa dell’aumento dell’incentivo al 65% per il solare termico e dei rumors di questi giorni circa un possibile ripensamento di questo valore?

Anzitutto bisogna precisare che i nostri clienti si stanno indirizzando sempre più verso sistemi di impianti integrati, e che quindi ‘spezzare’ le procedure di incentivo su più fronti e meccanismi incentivanti è un nonsenso ed è un passo antistorico. Sembra peraltro indicare una scarsa conoscenza del mercato e della domanda. Intendo dire che chi pensa a una riqualificazione impiantistica oggi punta ad un sistema bivalente, che incorpori una fonte efficiente e magari una fonte rinnovabile. Il classico esempio è l’installazione di una caldaia a condensazione insieme a un sistema solare termico, oppure di una pompa di calore insieme a un solare termico. Prova ne sia che è nata e si è evoluta una filiera specializzata, per gran parte italiana, di produzione di bollitori solari o di bollitori per pompe di calore, necessari per realizzare queste soluzioni impiantistiche.

Gli attuali sistemi di incentivo non prevedono questa sorta di ibridazione.

Queste configurazioni impiantistiche, come appunto, un bollitore speciale, costano di più, quindi dovrebbero essere accompagnate sul mercato da una valida politica di sostegno. Facendo riferimento alla detrazione del 65% varata dal Governo nel DL 63, si arriva al paradosso che l’utente che oggi installasse una caldaia a condensazione con un sistema solare termico (tra l’altro prossimamente spinta come soluzione più efficiente dal Regolamento ErP di etichettatura energetica), si troverebbe a dover produrre due diverse pratiche, una per la detrazione Irpef e una per il conto energia termico. Ciò sarebbe non solo eccessivamente complesso e oneroso, ma anche molto difficoltoso: il bollitore in comune ai due sistemi lo consideriamo per la parte di incentivo conto termico o per la detrazione Irpef, o in quota parte ? Se si pensa poi ai sistemi più efficienti completamente integrati in fabbrica, che vendiamo ormai da anni, come le caldaie a condensazione a incasso o a basamento con bollitore solare integrato, l’attribuzione dell’incentivo rischia di diventare addirittura impossibile.

Cosa chiedete quindi come Assotermica?

Crediamo sia fondamentale per i sistemi di impianto efficienti, come caldaie a condensazione, pompe di calore e solare termico, che la detrazione Irpef venga mantenuto ai livelli massimi possibili, per non distogliere la scelta naturale del mercato verso le soluzioni più efficienti.

E’ uscito proprio in questi giorni uno Studio condotto da SENAF per conto dell’Associazione degli Amministratori di Condominio (ANACI) che riporta alcuni dati significati per le politiche di efficienza energetica in edilizia. Ce li può riassumere ?

Questo studio mostra in sostanza che l’intervento di efficientamento preferito nei condomini italiani rimane quello di sostituzione della caldaia con una più moderna a condensazione, oltre ad altri ammodernamenti di impianto, quali le valvole termostatiche, pompe a giri variabili, termoregolazione climatica, ecc. Solo dopo, nelle preferenze degli italiani, viene la sostituzione dei serramenti finestrati, pur premiati da un incentivo altrettanto importante. E’ strano allora notare che importanti interventi di ammodernamento e predisposizione degli impianti per il funzionamento con generatori più efficienti, come caldaie a condensazione o impianti solari, siano, diciamo, avversati da altri settori industriali che dimostrano di non conoscere le dinamiche di mercato e le normative vigenti.

Può essere più preciso?

Quando importanti associazioni del settore dei serramenti dichiarano che l’installazione di valvole termostatiche è difficoltosa e reca disagio all’utenza, in quanto si deve svuotare l’intero impianto di riscaldamento, occorrerebbe invece precisare che questo vale solo per gli impianti più vecchi. In ogni caso è assolutamente un falso problema, poiché la maggior parte degli interventi di sostituzione delle caldaie nelle centrali termiche nel nostro Paese avviene proprio in questo periodo, cioè alla fine della stagione di riscaldamento, a impianto spento. Inoltre sia il DPR 311/06 che molte leggi regionali impongono già in ogni caso l’installazione di valvole termostatiche sui corpi scaldanti in occasione della sostituzione della caldaia centralizzata, e addirittura a tappeto anche per impianti non soggetti a cambio del generatore. Dunque, ripeto, è un problema mal posto o posto strumentalmente.

Sempre su questa linea, allora le chiedo: cosa pensa delle recenti dichiarazioni di ANCE che vorrebbe venisse ridotta la quota di incentivo per gli impianti dal 65% al 40% ?

Credo che ognuno farebbe meglio a occuparsi delle cose di casa propria. Dato però che questa campagna è stata condotta con delle falsità oggettive e poiché mi fa la domanda, mi sento in dovere di risponderle. Anzitutto mi sfugge la fonte, e se essa è indipendente, della stima riportata in un recente Convegno ANCE secondo cui la vita utile di alcuni degli impianti sarebbe più breve di quella dei sistemi di isolamento, i cosiddetti ‘cappotti’. Dal Rapporto di Monitoraggio sugli incentivi di ENEA (pdf, 14 Mb), condotto ogni anno per conto del Ministero dello Sviluppo Economico, che ben conosce questi dati, ad esempio si valuta che la vita utile di un impianto solare è uguale a quella di un cappotto isolante, cioè di 20 anni. Se poi qualcuno è in possesso di altri dati dovrebbe poter contraddire ENEA e MiSE.

E la vita di una caldaia a condensazione?

Per quanto riguarda le caldaie a condensazione, la vita utile del generatore è leggermente più breve, ma è anche vero che chiunque installi oggi una caldaia a condensazione, più tecnologica sotto ogni aspetto di una caldaia standard, con i costi di impianto correlati, una volta che dovrà sostituirla, nel 99% dei casi lo farà di certo con una nuova caldaia a condensazione o con un sistema ibrido con pompa di calore ancora più efficiente. Quindi il beneficio della scelta iniziale nella fase attuale si prolungherà certamente in una migliore efficienza dell’impianto, per tutti gli anni a venire e non solo per il periodo di vita della prima caldaia.

Un processo o un’evoluzione simile a quello degli elettrodomestici?

Direi che è così. Possiamo provare questa affermazione con certezza in quanto basta leggere il Regolamento ErP sull’etichettatura per vedere come tra 12-15 anni le caldaie a condensazione saranno etichettate nelle classi più alte e che tutte le altre caldaie nelle classi energetiche più basse non potranno più essere messe in vendita. Inoltre, come ha detto lei, basta vedere il trend di mercato degli elettrodomestici dopo l’introduzione dell’etichettatura energetica per trarne una facile analogia: dopo 10 anni i consumatori acquistano ormai solo prodotti in classe A o superiore. Ripeto: questi dati e tali normative sono ben noti agli organi tecnici che non dovrebbero avere difficoltà a respingere le tesi di altri settori, purtroppo neanche troppo disinteressate.

Cosa intende esattamente ?

Invito a leggere il rapporto ENEA sugli incentivi. Dal grafico 8.6 a pagina 96 si può trarre una interessante lezione dell’effetto dell’incentivo sul trend dei prezzi degli interventi incentivati in alcuni settori, come l’impiantistica e in altri come l’edilizia. Si può notare che l’incentivo dato al settore del solare termico abbia mantenuto invariata una sostanziale stabilità nei prezzi, garantendo ai consumatori una corretta scelta. Possiamo dire lo stesso per gli altri casi indicati?

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