L’efficienza energetica in condominio: amore e odio

  • 27 Giugno 2013

Da una ricerca ANACI – Senaf emerge che nei condomini del Bel Paese l’efficienza energetica riduce la bolletta, ma i costi di intervento generano controversie .

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Nei condomini italiani l’efficienza energetica piace, ma fa litigare. Secondo l’indagine realizzata da ANACI ed elaborata da Senaf in vista di Proenergy+Bari – la fieraconvegno dedicata all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili (Fiera del Levante, 21-23 novembre) – il 68% degli amministratori dichiara, infatti, che gli  interventi effettuati nell’ultimo anno su edifici dotati di sistemi di riscaldamento centralizzato hanno generato un risparmio effettivo in bolletta.

Nonostante i buoni risultati però, secondo il 55% degli amministratori italiani, intervistati da Anaci Padova, gli interventi per migliorare le prestazioni energetiche generano – molto o abbastanza frequentemente – liti. Tra le cause, in primis, i fattori economici, come i costi elevati delle operazioni (secondo l’80,9%) e la difficoltà delle famiglie nell’accesso al credito (lo dice il 22,8%), ma anche la difficoltà di orientarsi nel ‘mondo’ dell’efficienza energetica: gli amministratori affermano che i litigi sono alimentati anche dalla scarsa informazione dei condòmini sulle tecnologie da adottare (nota questa carenza il 40,9% del campione), a cui spesso si aggiunge la poca conoscenza dei benefici in termini di risparmio economico (mancanza sottolineata dal 37,9%) e l’incertezza sul futuro delle normative di incentivazione (lo afferma il 22,8%).

Da chi proviene la spinta al cambiamento? Se il 42% degli amministratori dichiara che l’input derivi principalmente da proprie proposte, un 40,7% afferma che la richiesta viene sia dai condòmini sia dall’amministratore stesso. Tra le tecnologie più apprezzate, e adottate negli ultimi mesi, ci sono le caldaie a condensazione scelte nel 56,3% degli interventi, seguite dalle soluzioni di termoregolazione e contabilizzazione del calore (43,9%) mentre, terzi per preferenza seppur in misura minore rispetto alle soluzioni precedenti, i serramenti ad alta efficienza energetica (scelti dal 20%).

Per supportare le opere di riqualificazione in condominio, ben il 72,9% degli amministratori ha fatto ricorso alla detrazione fiscale del 55%, anche se in misura diversa: il 36,1% dichiara infatti di aver richiesto l’incentivo e di aver coperto fino al 15% degli interventi effettuati, un 8,4% vi ha pagato dal 16% al 30% delle opere realizzate e un 6% tra il 31% e il 45%. Solo il 22,4% degli amministratori ha utilizzato l’incentivo per coprire oltre il 45% delle operazioni. Un dato, quest’ultimo, che rivela una buona conoscenza di questo sistema incentivante ma che si scontra, invece, con l’elevata percentuale di coloro che, e lo dichiara il 51,2% del campione, nonostante conosca il decreto del 28 dicembre, meglio noto come  ‘Conto Termico’, non ne ha ancora approfondito le opportunità di risparmio: una situazione che risulta ancora più ‘grave’ se si considera che un 20,9% afferma di non conoscerne affatto i contenuti.

Solo il 17,9% dichiara di conoscere le agevolazioni previste dal Decreto, mentre un 10,1% ha delegato il proprio fiscalista di analizzare e capire le potenzialità del testo di legge, dimostrando un interesse ad approfondire l’argomento. Inoltre, se l’obbligo di certificazione della classe energetica degli edifici poteva essere una spinta per effettuare interventi di riqualificazione, questa prospettiva risulta disattesa dai dati raccolti dall’ANACI e da Senaf: oltre la metà del campione afferma che non c’è stato alcun aumento, e chi dichiara il contrario, lo quantifica principalmente in un incremento tra l’1% e il 15%.

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