Ridurre la bolletta? Basta tagliare i sussidi alle fonti fossili

  • 24 Giugno 2013

Legambiente: “5 miliardi di euro all’anno risparmiati con stop a sussidi fonti fossili e oneri impropri”. L'associazione scrive al Presidente dell’Autorità: “Ecco dove tagliare le bollette. No allo stop degli incentivi al solare per le famiglie e per la sostituzione dei tetti in amianto”. La lettera è accompagna da un dossier che spiega perché non sono le rinnovabili a pesare.

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“Caro Bortoni, è arrivato il momento di scelte coraggiose, nell’interesse di famiglie e imprese”. Così comincia la lettera del Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza al Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, inviata per chiedere, a partire dalla relazione annuale di mercoledì 26 Giugno in Parlamento, un cambiamento per ridurre le bollette elettriche di famiglie e imprese. Legambiente ha infatti elaborato un dossier che dimostra sia la necessità che la fattibilità di un intervento urgente: “Abbiamo individuato oltre 5 miliardi di Euro tra sussidi alle fonti fossili, oneri impropri, sconti in bolletta ai grandi consumatori di energia elettrica, dove si può intervenire subito“, ha continuato Cogliati Dezza.

Per Legambiente la discussione intorno alle bollette in questi mesi è stata impostata in modo sbagliato e condizionato dalle pressioni delle lobby delle fonti fossili che hanno ottenuto lo stop degli incentivi alle rinnovabili e nuovi sussidi per le centrali a olio combustibile. Proprio il successo di produzione delle fonti rinnovabili – oltre il 28% di produzione rispetto ai consumi nel 2012, oltre il 50% della produzione nel mese di Maggio – dimostra invece come questa sia la strada più lungimirante per rispondere ai problemi di famiglie e imprese.

“E’ assurdo e ingiusto che vengano cancellati gli incentivi per il solare alle famiglie e per la sostituzione dei tetti in amianto” – ha dichiarato Cogliati Dezza -. Terminerà infatti tra pochi giorni il sistema di incentivo in Conto Energia per il solare fotovoltaico. E non è vero che questi interventi saranno realizzabili con le detrazioni fiscali (55-65 %), perché risultano inaccessibili per coloro che non hanno reddito da detrarre o che guadagnano poco (pensionati, lavoratori precari, ecc.).

Aver eliminato questa possibilità è sbagliato da un punto di vista ambientale e ingiusto da un punto di vista sociale perché toglie una possibilità di risparmio proprio per le famiglie che ne hanno più bisogno e perché senza la certezza di rientro data dal Conto Energia nessuna banca presterà mai le risorse necessarie – ha continuato il presidente di Legambiente -, con la scandalosa conseguenza che si determina rispetto alla possibilità di eliminare l’amianto dai tetti degli edifici, perché così si cancella l’unica politica di bonifica di successo realizzata in questi anni in Italia”.

Legambiente inoltre, ha chiesto all’autorità per l’energia un intervento a costo zero per le bollette che permetterebbe di sviluppare impianti da fonti rinnovabili nel territorio italiano. In particolare, occorre spingere tutte le forme di au­toproduzione di energia elettrica e termica, perché così diventa possibile sviluppare le rinnovabili senza incentivi e realizzare risparmi in bolletta per imprese e famiglie. Sono infatti evidenti i vantaggi che si avrebbero per il sistema energetico attraverso una riduzione complessiva della domanda di energia, mentre per famiglie e imprese sono ampissime le possibilità di risparmio. “Ma per realizzare questo cambia­mento occorre un intervento normativo da parte dell’Autorità, che renda possibile il superamento di barriere e divieti oggi anacronistici che favoriscono solo centrali vecchie e inquinanti” ha concluso Cogliati Dezza.

Legambiente accompagna la lettera a un dossier agile ma ricco di dati che sfata molti luoghi comuni su bolletta e sistema energetico (allegato, in basso, lettura vivamente consigliata). Ad esempio, si spiega, non è vero, come si vuol far credere, che il respondabile principale del caro bolletta di questi ultmi anni – + 53% in un decennio – siano le rinnovabili, è invece dipendenza del nostro Paese dalle importazioni da fonti fossili. Basti dire che nelle bollette la voce legata al prezzo del petrolio è passata da 106,6 Euro a 293,96. Inoltre se è vero che il peso nelle bollette delle famiglie legato all’incentivo per le fonti rinnovabili è cresciuto, arrivando al 14,9%, vanno ricordati anche i vantaggi che queste producono. Le “nuove” fonti rinnovabili (dunque grande idroelettrico escluso) sono passate in tre anni da 25 a oltre 47,4 TWh prodotti, contribuendo a raggiungere nel 2012 un risultato record con oltre il 28% dei consumi soddisfatti da energie pulite.

Secondo l’Irex Annual Report 2013 il bilancio costi-benefici, considerando dunque la spesa per gli incentivi e i vantaggi (riduzione prezzo elettricità, rischio petrolio, emissioni di CO2, effetti sull’occupazione e sul Pil), è ampiamente positivo con benefici netti compresi tra 19 e 49 miliardi. Stessa cosa non si può dire per i 52 miliardi di euro che complessivamente abbiamo regalato e stiamo continuando a regalare a centrali inquinanti e da fonti fossili attraverso il meccanismo del CIP 6 pagato con le bollette.

Il dossier bollette 2013 di Legambiente (pdf)

 

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