Audizione GSE al Senato: mercato e prezzi dell’energia, rinnovabili e bollette

Com'è composta la bolletta della luce degli italiani? Quanto si paga per le vere rinnovabili? Quali i prezzi dell'energia da noi e nell'UE? Molti e ben confezionati graficamente i dati sull'energia elettrica presentati ieri dal GSE nel corso dell'audizione alla X Commissione del Senato. Un documento, con qualche punto oscuro, utile per raffigurare l'evoluzione del nostro mercato elettrico.

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Prezzi dell’energia elettrica, loro comparazione con gli altri paesi UE, una ‘istantanea’ sugli oneri di sistema e le diverse componenti della bolletta elettrica, l’andamento della quota dei energie rinnovabili e il confronto con gli obiettivi del PAN, il prezzo sulla Borsa elettrica in Italia e all’estero. Sono gli argomenti presentati ieri dal GSE (Gestore Servizi Energetici) con grafiche di grande impatto in 47 slide (vedi sotto) nel corso della sua audizione alla X Commissione del Senato – Industria, Commercio, Turismo.

Consigliamo di analizzare le slide con attenzione, non potendo commentare tutta la presentazione del GSE per questioni di spazio. Ci soffermeremo solo su alcuni aspetti, trascurandone purtroppo altri di uguale interesse.

Partiamo con lo scorporo delle componenti della bolletta elettrica, realizzato sulla base delle indicazioni dell’Autorità. A marzo 2013 una bolletta di una famiglia tipo era costituita per oltre la metà (52,77%) dalla componente ‘Approvvigionamento e commercializzazione’, costituita cioè dal prezzo vero e proprio dell’energia, dal prezzo di dispacciamento, ecc.

Come si nota nel grafico, la componente relativa alla ‘Trasmissione, Distribuzione e Misura’ è in percentuale pari al 14,65%, ed è costituita per gran parte (in questo caso per utenze domestiche in BT) dagli oneri di distribuzione. Le imposte risultano essere pari al 13,35%. La parte della bolletta nell’occhio del ciclone negli scorsi 12-18 mesi è quella relativa agli ‘Oneri generali di sistema’: si tratta di una quota del 19,23% del totale, ma non tutta è componente A3. Questa riguarda il 90,61% degli oneri di sistema. L’altro 9,4% fa riferimento alla promozione dell’efficienza energetica, alle spese per lo smantellamento delle centrali nucleari, a regimi tariffari speciali, ecc.

Se volessimo considerare per questa famiglia tipo una spesa annuale per l’elettricità di 511 € (2.700 kWh al prezzo di 0,18-0,19 €/kWh), sarebbe di 89 € (non 94 come è indicato nel grafico GSE) quella spesa attribuibile alla componente A3, comunemente imputabile alle sole “rinnovabili”. Ma dentro questa cifra abbiamo anche la parte relativa alle fonti assimilate Cip6, cioè di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da combustibili di processo o residui (termovalorizzatori) o recuperi di energia, nonché impianti alimentati da combustibili fossili. Quindi incentivi che con le rinnovabili non c’entrano nulla e mai considerati espressamente dalla normativa europea in materia energetica. Il contributo in bolletta per le assimilate, sebbene oggi in netta diminuzione, non è indicato esplicitamente. Possiamo però desumerlo. Nel 2012, sempre secondo i grafici GSE, sono ricaduti in bolletta per le assimilate oneri per 755 milioni di euro (si indica 900 milioni in altra parte delle slide), che sul totale del fabbisogno economico nel 2012 per la A3, pari a 9,918 miliardi, sarebbero circa il 7,6%. Un dato un po’ a spanne che ci dice che quegli 89 euro, si riducono a circa 82 €, quello il denaro che va per le vere rinnovabili. Ovvero, sul totale di quella bolletta tipo (511 €) gli incentivi per le rinnovabili sarebbero pari al 16%, poco meno di 7 € a famiglia ogni mese.

Tornando sul Cip6, il GSE riporta un grafico sulla produzione incentivata CIP6: nel periodo 2001-2012 questa energia ritirata è stata pari a 510 TWh di cui: 94 TWh da fonte rinnovabile (18%) e 416 TWh da fonti assimilate (82%). Dato interessante è quello sugli oneri associati nello stesso periodo all’energia CIP6: in totale il costo è stato di circa 25 miliardi di euro, di cui 10 miliardi per le rinnovabili (40%) e 15 miliardi per le assimilate (60%) (al netto – presumiamo noi – di piccoli errori presenti nella tabella oneri Cip6 a pagina 45).

Va detto che gli oneri a carico della componente tariffaria A3 per l’acquisto dell’energia CIP6 sono pari alla differenza tra i costi sostenuti dal GSE e i ricavi derivanti dalla vendita dell’energia e dalla vendita dei Certificati Verdi associati agli impianti CIP6 appartenenti al GSE. Sarebbe importante che le istituzioni energetiche, con un atto di trasparenza, ci facciamo anche conoscere quelle sovvenzioni erogate, soprattutto alle ‘fonti sporche’ Cip6, a partire dalla sua nascita, 29 aprile 1992 e fino al 2000, cioè per tutto il periodo precedente alla nascita del GSE.

Altro dato interessante è la quota di rinnovabili elettriche sul consumo finale lordo. Questa nel 2012 ha toccato quasi il 28% (92,4 TWh a fine dicembre 2012, di cui il 20% da fotovoltaico), ben oltre l’obiettivo del PAN (Piano di Azione Nazionale per le rinnovabili) che per il 2020 prevedeva il 26,4% con 99 TWh, ovviamente in un contesto attuale di forte riduzione della domanda. La SEN (la Strategia Energetica Nazionale) ha invece un obiettivo per le rinnovabili elettriche del 35-38%, con un consumo di circa 130 TWh. Consideriamo che quest’anno abbiamo già superato una producibilità di 100 TWh/annuali da FER. E mancano ancora sette anni a quell’obiettivo.

Altri grafici evidenziano il cambiamento della struttura dell’offerta elettrica in Italia e riguardano i prezzi medi di vendita in Borsa dell’energia elettrica (i più elevati nell’UE, anche se con tendenza al ribasso) e l’andamento del prezzo medio orario dell’energia scambiata in Borsa tra il 2006 e il 2013 soprattutto nella fascia oraria dalle 9 alle 20 (in cui si ha più della metà dell’energia scambiata): grazie alla presenza del fotovoltaico e delle altre rinnovabili questo prezzo si abbassa considerevolmente, fino al 40%. Di contro si registra un aumento del prezzo nelle fasce orarie 1-8 e 21-24. Ecco dunque un esempio di come cambia la curva del prezzo orario in due giorni feriali di maggio 2006 e maggio 2013.

Altro elemento, o effetto, che illustra il cambiamento in atto nel mercato elettrico: le ore di funzionamento dei cicli combinati passano da una media annuale di 4.120 nel 2007 a 2.633 nel 2011; stimiamo anche meno nel 2012 e 2013.

Buona lettura e analisi del documento GSE che è possibile scaricare qui in pdf:

GSE – Audizione sui Prezzi dell’Energia Elettrica e del Gas alla 10a Commissione Permanente del Senato (18 giugno 2013), Dott. Nando Pasquali, Presidente e Amministratore Delegato GSE

 

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