Cooperazione nord-sud per le rinnovabili nel Mediterraneo

  • 9 Maggio 2013

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Il futuro delle rinnovabili nel Mediterraneo nel convegno organizzato, nell’ambito di Solarexpo-The Innovation Cloud, da Res4Med, l’associazione creata da Enel Green Power, Edison, CESI, GSE, PwC e il Politecnico di Milano. Obiettivo è condividere strategie ed esperienze per una transizione verso l’energia pulita nel Mediterraneo.

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Alcuni tra i più importanti esperti in materia di energia rinnovabile si sono incontrati questa mattina in Fiera a Milano, ospiti di The Innovation Cloud 2013, per confrontarsi sul futuro delle rinnovabili nel Mediterraneo nel convegno organizzato da RES4MED, associazione nata un anno fa da Enel Green Power, Edison, CESI, GSE, Politecnico di Milano, PwC, ASJA, FUB e Terna (a cui si sono poi affiliate Althesys, APER, Assosolare e RSE, l’Università Bocconi e il Politecnico di Torino).

Scopo di RES4MED è quello di offrire una nuovo paradigma per lo scenario energetico mediterraneo: concentrarsi sulla domanda, ancora prima che sull’offerta di energia a Sud del bacino e facilitare la cooperazione tra le varie iniziative e associazioni impegnate nella promozione delle rinnovabili nell’area.

RES4MED ha riunito oggi iniziative quali OME, Desertec, Medgrid, Medreg, e Medrec, insieme ai rappresentanti di sei paesi della sponda Sud-Est (Algeria, Giordania, Libia, Marocco, Tunisia e Turchia) per fare il punto, a cinque anni dal lancio del Piano Solare Mediterraneo, sull’effettivo sviluppo delle rinnovabili, sull’efficacia delle iniziative e per individuare priorità e prospettive per il futuro.

La proposta è di elaborare raccomandazioni concrete e condivise da sottoporre all’incontro Interministeriale Euro-Mediterraneo di metà dicembre a Bruxelles. Per la prima volta, insieme, senza bandiere nazionali, ma nell’ottica di elaborare un piano realistico per favorire la transizione ad un sviluppo più sostenibile del Mediterraneo. 

A rimarcare la  volontà di promuovere una strategia condivisa, il presidente di RES4MED, Francesco Starace, ha firmato un Memorandum of Understanding con OME, rappresentato dal vice-presidente Bruno Lescoeur e con Medgrid, rappresentato dal direttore generale Jean Kowal.

Al workshop hanno partecipato anche figure di primo piano del panorama energetico del Sud del Mediterraneo, quali Abderrahim El Hafidi, Direttore Generale del Ministero dell’Energia marocchino, Ziad Jebril Sabra, direttore del Dipartimento Energie Rinnovabili del Ministero dell’Energia in Giordania e Mohammed Ridah Ben Mosbah, già presidente di STEG (Tunisia).  Anche l’amministratore delegato di Dii-Desertec, Paul Van Son, ha preso parte all’evento, e nel pomeriggio Dii ha presentato i primi risultati del suo studio “Getting started”, seguito da Houda Allal, Direttore di OME che ha presentato il quadro istituzionale e regolatorio del bacino.

I dati sulla situazione energetica nel bacino dimostrano quanto la transizione ad un Mediterraneo più sostenibile sia quanto mai urgente, come ha ricordato il Presidente di Enel, Paolo Andrea Colombo, in apertura. Entro il 2015 la domanda dei paesi del Sud e dell’Est Mediterraneo ammonterà al 42% della domanda totale del bacino (nel 2006 era solo il 29%) e la Turchia diventerà il secondo consumatore.

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili svolgerà un ruolo cruciale nella riduzione delle emissioni di CO2, che purtroppo sono ancora in aumento. E’ infatti previsto un incremento del 55% da qui al 2025 nei paesi del Nord e del 119% per i paesi del Sud e dell’Est. Parallelamente, questi stati saranno i responsabili del 47% delle emissioni nel Mediterraneo (nel 2006 era solo il 33%), anche se ogni abitante dei paesi del Nord consuma 2 volte in più rispetto ad uno del Sud/Est.

Gli investimenti in rinnovabili avranno anche notevoli ripercussioni occupazionali a Sud del Mediterraneo, una tematica che la “primavera araba” ha portato quanto mai alla ribalta. I progetti di energia rinnovabile, infatti, hanno alte intensità di lavoro per unità di capacità installata con i benefici sia per la manodopera qualificata che non, dal momento che attività di produzione e design di componenti per fotovoltaico, CSP o eolico, così come ricerca e sviluppo, offrirebbero lavoro per la prima categoria, mentre l’installazione e il mantenimento degli impianti interesserebbero più direttamente la seconda. Investire in rinnovabili diventa dunque una scelta strategica per i paesi a sud e ad est del Mediterraneo, per creare nuovi posti di lavoro per le proprie popolazioni.

Per RES4MED, ad un anno dal suo lancio, la conferenza internazionale è stata  l’occasione per fare il punto su queste tematiche e per ribadire il proprio approccio strategico: una maggiore attenzione verso la domanda  di energia elettrica proveniente dai paesi del Sud del Mediterraneo, in parallelo ai maxi progetti di future centrali di grandi dimensioni e l’attenzione per la creazione di un mercato elettrico integrato sud-sud ancora prima che nord-sud.

RES4MED punta da subito su impianti di media taglia e soluzioni innovative: generazione distribuita, smart cities, village power per alimentare comunità lontane dalla rete, utilizzo di biomasse da scarti agricoli e rifiuti, trasferimento delle conoscenze e formazione sia locale che istituzionale di alto livello. Sono tante le iniziative che operano per promuovere le rinnovabili nel Mediterraneo, ma ancora non si muovono con un approccio condiviso.

Con la conferenza di oggi, RES4MED ha voluto proporre un approccio nuovo, che individua l’area euro-mediterranea come uno spazio condiviso ed economicamente omogeneo, oltre le consuete logiche Nord-Sud.

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