FV negli Usa: fotografia di un mercato in ascesa

Sono circa 119mila gli statunitensi impiegati nell'industria del fotovoltaico. Nel 2012 sono cresciuti 13,2% in più rispetto all'anno precedente, contro un aumento dell'occupazione totale del 2,3%. Oggi ci sono più lavoratori nel FV che nell'industria mineraria del carbone. Il tutto in un mercato ancora da 3,3 GW nel 2012.

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Sono 119.016 gli statunitensi impiegati nell’industria del fotovoltaico e il loro numero è in continuo aumento: solo negli ultimi 12 mesi gli addetti del settore sono cresciuti di 13.872 unità, il 13,2% in più rispetto al 2011. La stima è di Solar Foundation, associazione americana impegnata in attività di ricerca e formazione nel campo dell’energia solare, che ha realizzato una mappa dove indica stato per stato quanti sono i lavoratori di questa tecnologia. California, Arizona, Pennsylvania, New Jersey, Texas, Colorado e New York sono gli Stati attivi nel settore e con più occupati. Al fondo della lista compaiono Wyoming, South Dakota e West Virginia.

va anche detto nello stesso periodo di tempo, l’occupazione Usa nell’intera economia è cresciuta del 2,3% (alcune stime parlano di 1,6%); ciò vorrebbe dire che 1 su 230 lavori creati a livello nazionale nel corso del 2012 è relativo al settore dell’industria solare.

Solar Foundation si è anche divertita a fare alcuni confronti curiosi: in California, ad esempio, i 43.700 lavoratori solari superano il numero degli attori e in Texas ci sono più persone che lavorano nell’industria del fotovoltaico che nei ranch. Non solo, le aziende solari statunitensi hanno in totale più lavoratori dell’industria mineraria del carbone.

Per un approfondimento del mercato fotovoltaico statunitense consigliamo la lettura dell’executive summary del report “U.S. Solar Market Insight Report“, pubblicato da GTM Research e da SEIA (Solar Energy Industries Association).

Alcuni dati interessanti, per dare quasi una rapida fotografia del settore negli Usa, li possiamo trarre proprio da questo report. Si noti innanzitutto che il mercato FV degli Usa nel 2012 è cresciuto del 76%, con i suoi 3.313 MW installati, pari all’11% del mercato mondiale delle installazioni FV. Questo quota è la più alta negli ultimi 15 anni. La potenza cumulativa a fine 2012 si attesta intorno ai 7,2 GW.

Nel 2012 sono 11 gli Stati che hanno installato oltre 50 MW ciascuno (erano 8 nel 2011). Delle 90mila installazioni FV del 2012 circa 83mila sono di tipo residenziale (anche se la loro  potenza complessiva è di soli 488 MW). Negli Stati Uniti il prezzo medio di vendita per i moduli FV nel quarto trimestre 2012 è stimato in 0,68 $/W, addirittura inferiore del 41% rispetto allo stesso periodo del 2011 (era di 1,15 $/W). Il prezzo medio ponderato dei sistemi FV negli Usa nel 2012 è diminuito del 27%: 5,04 $/W nel mercato residenziale, 4,27 $/W nel mercato non residenziale e di 2,27 $/W per gli impianti utility-scale.

Quali sono le previsioni per il 2013 per questo mercato che sappiamo potenzialmente ancora non esploso? Si parla nel report citato di una cresciuta ulteriore del 30%, con circa 4,3 GW di potenza installata totale. I dati per il primo trimestre 2013 sono più che in linea con questa ipotesi, visto che in questo periodo si sono installati 537 MW pari al doppio di quanto installato nello periodo gennaio-marzo 2012.

Un dato interessante, che abbiamo da poco pubblicato, riguarda invece la bilancia commerciale nel settore fotovoltaico e il confronto con la Cina. Ebbene è sorprendente vedere che questa penda verso gli Usa, anche se di poco. E’ vero che se consideriamo solo celle e moduli FV, gli Usa importano dalla Cina più di quanto esportano, ma se guardiamo alla somma di tutta la componentistica, gli americani esportano in Cina per 3.715 milioni di $ e importano per 2.802 milioni nel senso opposto: l’attivo è di 913 milioni di $ (Qualenergia.it, FV, sorpresa nella bilancia dei pagamenti tra Usa e Cina).

Nonostante i riflettori siano al momento tutti sulla Cina, che resta comunque un mercato chiuso all’export FV per i paesi occidentali, bisognerà ora guardare sempre con maggiore attenzione il gigante dormiente del PV market targato Usa.

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