Bocciato il backloading dell’Emission Trading europeo

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Il Parlamento europeo ha bocciato la proposta della Commissione per rilanciare il mercato della CO2 europeo. L'ETS non cambierà fino al 2020 ed è ormai inutile per ridurre le emissioni. Dopo il voto il prezzo della CO2 al minimo storico. Tra chi ha votato assieme agli inquinatori, gli europarlamentari italiani di PdL, Lega, lista Monti e parte del PD.

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Oggi il Parlamento europeo ha votato per rifiutare la proposta della Commissione di rilanciare in emergenza il mercato del carbonio dell’Unione Europea, il sistema di scambio di emissioni (ETS). Con 334 contrari e 315 favorevoli, la misura pensata per risollevare i prezzi della CO2 scesi ai minimi storici in questi ultimi mesi è definitivamente abortita. Gli europarlamentari italiani hanno formato una larga intesa contro la misura, formata da PdL, Lega, Montiani e parte del PD

Ovvio l’impatto sul mercato: dopo il voto il prezzo della CO2 è sceso del 45% e ha taccato quota 2,63 euro a tonnellata, la cifra più bassa di sempre.

Il backloading, proposto dalla Commissione europea a luglio 2012 e approvato dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo lo scorso 18 febbraio, avrebbe consentito il posticipo delle aste per 900 milioni di crediti previste nel periodo 2013-15, che sarebbero invece stati assegnati, sempre con il meccanismo delle aste, alla fine del terzo periodo di EU ETS, ovvero nel 2019-20. In questo modo il numero di crediti assegnati nel periodo sarebbe rimasto invariato, ma si sarebbe regolato il mercato in modo da sostenere il prezzo al momento assolutamente inadeguato per sostenere investimenti in riduzione delle emissioni (QualEnergia.it, Emission Trading, del back-loading e di altre riforme).

La bocciatura del backloading, significa che non ci saranno cambiamenti al sistema fino al 2020. Come spiega alla stampa Stig Schjølset, direttore della società di consulenza Point Carbon: “I prezzi rimarranno veramente bassi fino ad allora. L’ETS europeo non porterà nessuna riduzione aggiuntiva della CO2 e sarà dunque irrilevante nel ridurre le emissioni in Europa.”

Commentando il voto, il commissario Ue al Clima, Connie Hedegaard, ha espresso profondo rammarico per la bocciatura di un provvedimento che “avrebbe restituito al mercato Ets il suo ruolo guida nella transizione energetica e ambientale europea”. In ogni caso, ha sottolineato la Hedegaard, il provvedimento sul backloading tornerà ora alla Commissione Ambiente dell’Europarlamento per un’ulteriore riflessione. “Valuteremo adesso i prossimi passi da compiere per assicurare all’Europa un sistema Ets forte”, ha dichiarato il commissario, che appunta le sue speranze sul Consiglio Europeo e la presidenza irlandese. Quest’ultima, per bocca del ministro dell’Ambiente Phil Hogan, ha escluso infatti categoricamente che il voto negativo dell’Europarlamento possa portare a un ritiro del backloading.

Anche se la proposta del backloading fosse recuperata però, – fa notare Schjølset – non sarebbe mai operativa per il 2015, anno nel quale sarebbe dovuta entrare in campo. Misura indispensabile per tamponare l’emergenza attuale dei prezzi stracciati, peraltro il backloading da solo difficilmente sarebbe bastato a riparare i difetti strutturali dell’ETS, come avevamo spiega un recente report del Grantham Institute (Qualenergia.it, Come salvare il mercato europeo delle emissioni?).

Disappunto da Greenpeace, WWF, Climate Action Network, mentre Friends of the Earth è sempre stata contraria all’ETS e lo vorrebbe smantellato in favore di proposte alternative. Soddisfazione da parte di BusinessEurope che ha supportato l’industria pesante europea nel boicottare il salvataggio del mercato delle emissioni con il backloading. Preoccupata invece Eurelectric, la lobby dei produttori di energia elettrica, che teme che ora ognuno dei 27 membri possa prendere misure autonome.

Commenta così Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF italiano: “Siamo rimasti costernati dal fatto che i legislatori si siano fatti guidare da una piccola, ma influente lobby d’affari e siano divenuti riluttanti nel sostenere una misura a breve termine progettata per aiutare a ridare ossigeno al sistema, in modo da affrontare le questioni strutturali necessarie a riportare l’ETS al suo ruolo di meccanismo per far pagare chi inquina. Siamo di fronte al rischio di aver perso 10 anni di azione sul clima. Da notare che gli europarlamentari italiani hanno formato una larga intesa a favore degli inquinatori costituita da PdL, Lega, Montiani e parte del PD; naturalmente, l’elenco nominativo dei voti verrà ricordato agli elettori non inquinatori in occasione delle prossime elezioni. Gli Stati membri devono pertanto attuare rapidamente politiche nazionali per sostenere il mercato del carbonio in difficoltà e gli obiettivi energetici e climatica della UE. Inoltre, la UE dovrebbe smettere di distribuire quote a titolo gratuito per la grande maggioranza delle industrie manifatturiere dell’UE poiché i prezzi del carbonio attuali non giustificano tali doni. Dal momento che il Parlamento ha messo in chiaro che non supportano il backloading, cioè l’accantonamento temporaneo delle quote da mettere all’asta nel triennio 2013-2015, ora invitiamo tutti i rami del governo dell’Unione Europea a proporre soluzioni alternative per sostenere la trasformazione dell’Europa in un’economia a basse emissioni di carbonio.”

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