Tecnologie smart grid, investimenti in crescita

Sistemi di accumulo, contatori intelligenti, sistemi di gestione: crescono gli investimenti nelle tecnologie per la rete intelligente, capace di gestire in maniera efficiente l'energia da fonti distribuite e non programmabili. Nel 2012 sono aumentati del 7% arrivando a quasi 14 miliardi di $. In Cina una crescita del 14%, in Europa del 27%.

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Spinti dalla crescita delle rinnovabili non programmabili, gli investimenti nelle tecnologie per la smart grid aumentano, con la Cina in prima fila che si avvia al sorpasso sugli Usa, dove ancora si investe di più. Lo mostra l’ultimo report sul mercato delle tecnologie per la smart grid pubblicato dal Worldwatch Institute (scaricabile qui).

Il mondo, con la superpotenza asiatica in testa si sta attrezzando per avere quella rete intelligente che consentirà di integrare al meglio un sempre più massiccio contributo di rinnovabili non programmabili come eolico e fotovoltaico, ma anche di trasportare l’elettricità senza le perdite causate dalle lunghe distanze e di gestire la domanda in modo da rendere il sistema elettrico il più efficiente possibile. Quando parliamo si smart grid intendiamo una serie di tecnologie diverse che vanno dai sistemi informatici di gestione, alle linee di trasmissione in corrente continua, agli accumuli, fino ai contatori intelligenti, che permettono una comunicazione bi- direzionale tra utenti e utility, fondamentali nella gestione della domanda.

Nel 2012, si legge nel report, gli investimenti a livello mondiale nelle tecnologie per la smart grid sono aumentati del 7%, arrivando a 13,9 miliardi di dollari. Se guardiamo solo ai sistemi di accumulo di tipo grid-scale vediamo un boom ancora più accentuato: il numero di progetti è salito del 19% nel 2012 arrivando a 714.

Leader per denaro speso restano gli Usa, segue la Cina (vedi grafico). Ma, mentre negli States gli investimenti sono calati rispetto al 2011, nel gigante asiatico sono cresciuti nettamente. Negli Stati Uniti nel 2012 si sono investiti 4,3 miliardi di dollari, il 19% in meno rispetto ai 5,1 del 2011; in Cina invece l’anno scorso alle reti intelligenti sono andati capitali per 3,2 miliardi di $, il 14% in più rispetto all’anno precedente.

Notevole anche l’aumento degli investimenti nell’Unione Europea, spinto dalla Direttiva 752 del 13 luglio 2009 (pdf) relativa a ‘norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica’: un +27% che ha portato il totale a 1,4 miliardi contro gli 1,1 del 2011. Ancora relativamente contenuti gli investimenti sudamericani in smart grid, 400 milioni di dollari in tutto. In questo continente il paese che più punta sulle reti intelligenti è il Brasile, che nel suo pacchetto stimolo varato nel 2010 vi ha destinato ben 240 milioni di $.

Il declino Usa – si legge nel report – si spiega principalmente con la fine degli effetti delle ‘misure verdi’ introdotte da Obama con l’American Recovery and Reinvestment Act del 2009, e in particolare con il termine di alcuni sgravi fiscali. A inizio 2012 peraltro gli Usa avevano installato già 37 milioni di contatori intelligenti, pari al 33% delle case. I piani delle utility in corso dovrebbero portare entro il 2015 a dotare di smart meter il 57% delle abitazioni americane, con 65 milioni di contatori.

La crescita degli investimenti in Cina invece riflette bene lo sforzo che il paese sta facendo per adeguare alla sua crescita il sistema elettrico: vista anche la grande spinta che Pechino sta imprimendo alle rinnovabili non programmabili, fotovoltaico in testa, è chiaro che si voglia agire parallelamente sull’adeguamento della rete. Ad esempio, uno dei problemi in CIna è il fatto che la zona con maggior potenziale per l’eolico, a nord-ovest, sia piuttosto distante dai centri di consumo, a sud-est. La previsione del Worldwatch Institute è che già nel 2013 la Cina sorpassi gli Usa in quanto a spesa in smart grid: d’altra parte la Grid Corporation of China ha un piano che comporta 601 miliardi di $ di investimenti nei prossimi 7 anni, 101 dei quali destinati a tecnologie smart grid

Nell’UE, infine, una spinta alle tecnologie smart viene dalla Direttiva 752/2009 che impone agli Stati membri di dotare almeno l’80% delle utenze di contatori intelligenti entro il 2020 (nelle situazioni in cui l’analisi costi benefici sia positiva): a fine 2011 in media in Europa solo il 10% delle utenze ha uno smart meter. Una volta tanto eccezione positiva la fa l’Italia, che ha giù superato l’obiettivo con i suoi 32 milioni di dispositivi installati, mentre la Gran Bretagna punta a dotare di contatori intelligenti tutte le utenze entro il 2019.

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