I cinesi credono ancora nel mercato italiano del fotovoltaico

Yingli Green Energy è uno dei principali produttori mondiali di FV, con i suoi 4,5 GW di moduli installati in tutto il mondo. I cinesi ancora puntano al mercato italiano con Yingli Green Energy Italia, società che si muove con autonomia e con una certa capillarità sul territorio nazionale. Abbiamo intervistato l'Ad, Fabio Patti.

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Oltre 4,5 GW di moduli installati in tutto il mondo, di cui 2,2 GW nel solo 2012. Stiamo parlando della cinese Yingli Green Energy, uno dei principali produttori mondiali di fotovoltaico, se non il primo nel 2012, verticalmente integrato, dal polysilicon ai moduli. La multinazionale cinese ha visto crescere costantemente la sua capacità produttiva dai 200 MW del 2008 ai 2.450 MW dello scorso anno (nel grafico gli istogrammi rappresentano nell’ordine la capacità di lingotti/wafer, celle e moduli).

I cinesi hanno creduto e ancora credono nel mercato italiano e dal 2009 c’è Yingli Green Energy Italia, a tutti gli effetti un’azienda italiana che certo beneficia della solidità del grande produttore, ma si muove con autonomia e con una certa capillarità sul territorio nazionale.

Con Fabio Patti, l’amministratore delegato, facciamo il punto sul mercato fotovoltaico domestico almeno nel breve periodo. “Ritengo che il mercato si dividerà in due segmenti – ci dice – Uno sarà dedicato agli impianti residenziali e su tetti commerciali o su attività artigiane con taglie fino a 200 kW che potrebbero beneficiare dell’autoconsumo o del regime di scambio sul posto, finché questo verrà sostenuto. In effetti dopo le ultime regolamentazioni dell’Autorità per l’Energia si è visto che, sebbene si mantengano le tariffe per lo scambio sul posto, al tempo stesso si contempla il diritto di rivedere il tutto. Questo modo di operare non garantisce quei benefici economici attribuibili ad impianto per il suo intero arco di vita, per la poca stabilità normativa”.

L’altro segmento che considerate rilevante?

L’altro sarà costituito da quegli impianti di taglia superiore ai 200 kWp che saranno realizzato in modalità ‘grid parity’ o, direi meglio, a parità di costo di generazione equivalente. Cioè quel costo del chilowattora, esclusi tutti gli oneri collegati, che ottengo da una centrale tradizionale. Impianti in autoconsumo e scambio sul posto potranno essere il principale mercato del fotovoltaico italiano. Tutto ciò che è al di fuori dell’attuale sistema di incentivazione sarà però una scommessa: si richiederanno costi di realizzazione molto bassi e garanzie dei prodotti molto lunghe.

Yingli Solar sta puntando da sempre alla riduzione dei costi e a migliorare l’efficienza delle celle. Ad esempio l‘efficienza delle celle monocristalline dei moduli Panda hanno raggiunto nel 2011 il 19% e i tecnici della compagnia cinese ritengono potranno registare un ulteriore incremento fino al 20,5%. L‘efficienza delle celle multicristalline della compagnie cinese ha raggiunto e superato il 17%.

Parliamo di prezzi. Come si sono assestati quelli di un vostro modulo tipo e quale sarà il trend nei prossimi tempi?

Parlerei più in generale di livelli medi di prodotti asiatici di fascia medio-alta. La media del mercato a pronti per un modulo di questa fattura si attesta, da fonti indipendenti, intorno a circa 55 centesimi di euro per watt di picco. E noi abbiamo rilevato una conformità dei nostri prodotti su questo livello di prezzi. Rispetto all’evoluzione dei prezzi dobbiamo ricordare che in alcuni rapporti della IEA si spiega come è mutata la curva di apprendimento del fotovoltaico. Dai primi anni ’90 si è visto che la media della riduzione dei prezzi è stata di circa del 20% costante ad ogni raddoppio delle installazioni. Tuttavia negli ultimi tempi i legislatori, imponendo tariffe molto basse  e spesso slegate dalla curva di apprendimento della tecnologia, hanno costretto gli operatori a ridurre drasticamente i prezzi per adeguarli agli incentivi. Sarebbe stato più logico che il legislatore avesse seguito l’andamento della curva di apprendimento e valutato le reali marginalità per le aziende al variare delle tariffe. È però successo il contrario. Perciò le aziende del settore o stavano dentro ad un prezzo di mercato fortemente decurtato o chiudevano. Si è così raschiato il fondo del barile in tutta la catena del valore. Quello che mi aspetto adesso è un naturale leggero adeguamento dei prezzi con tendenza al rialzo.

In questi mesi al centro del dibattito sul fotovoltaico ci sono i dazi all’importazione e una vera e propria guerra commerciale sui prodotti del solare tra Cina, Usa ed Europa.

La storia dovrebbe insegnarci qualcosa. Gli Stati Uniti durante la grande depressione si chiusero nel loro mercato interno e ciò non fece altro che inasprire la crisi economica. Possiamo trasporre questa situazione nel nostro ambito e affermare che le barriere protezionistiche, oltre ad essere superabili, fanno impoverire il tessuto locale. Una politica di dazi non va quasi mai a vantaggio delle aziende che sperano di beneficiarne. Chi ha un’attività di respiro mondiale continuerà ad espandersi sempre di più sui mercati mondiali, cogliendo i benefici della riduzione dei costi grazie alle economia di scala. Chi è piccolo, e a volte sussidiato da tali barriere protezionistiche, e qui penso al premio Made in Europe per il fotovoltaico, può avere dei vantaggi solo nel breve periodo. In Italia il 60% delle installazioni sono state realizzate con moduli europei che hanno beneficiato della premialità, ma nonostante questa misura molte imprese manifatturiere italiane sono entrate in crisi. Alla fine una guerra commerciale combattuta con i dazi danneggia un po’ tutti e chi ci rimette è soprattutto il consumatore finale.

Operatori italiani ed europei ritengono che uno dei fattori di scarsa competitività per le loro imprese sia dovuto all’incondizionato sostegno finanziario dei grandi istituti di credito, come la Banca di Sviluppo cinese.

Yingli ha avuto certamente questa opportunità di supporto, ma poi non l’ha utilizzata visto che sono state fatte le scelte strategiche e industriali più corrette. Poiché siamo un’azienda totalmente integrata verticalmente, dalla materia prima al prodotto finito, le nostre strategie devono essere sempre molto oculate in merito all’analisi dei costi.

Nel numero in uscita della rivista QualEnergia verrà pubblicato l’intervista completa a Fabio Patti, ad di Yingli Green Energy Italia.

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