Il solare termico alla prova del conto energia

Dopo un 2012 con un mercato ancora in calo, il solare termico italiano si appresta ad affrontare il 2013 sostenuto dal nuovo conto energia termico. Il nuovo incentivo ha diversi vantaggi rispetto alle detrazioni fiscali del 55%, con le quali conviverà fino a giugno, ma anche alcuni punti critici. Ne parliamo con Sergio D'Alessandris di Assolterm.

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Dopo un 2012 con un mercato ancora in calo, il solare termico italiano si appresta ad affrontare il 2013 sostenuto dal nuovo conto energia termico. Il nuovo incentivo ha diversi vantaggi rispetto alle detrazioni fiscali del 55%, con cui conviverà fino a fine giugno, ma anche alcuni punti critici. Ne parliamo con Sergio D’Alessandris, presidente di Assolterm.

D’Alessandris, come sta andando il mercato italiano del solare termico?

I dati provvisori che abbiamo ci mostrano un calo di circa il 20-30% nel 2012, che segue ad un calo del 20% nel 2011. Negli ultimi due anni dunque una riduzione molto importante, dopo alcuni anni di crescita, spinta dall’introduzione delle detrazioni fiscali del 55%. Il calo è cominciato quando le detrazioni sono state portate sui dieci anni, cosa che le ha rese ovviamente molto meno attraenti.

E ora, con il nuovo conto termico, che prospettive vede?

Fare delle previsioni non è facile, ma in generale il conto termico ha importanti aspetti positivi. Innanzitutto è in denaro: dunque non detrazioni, ma soldi che l’utente trova subito sul conto corrente. Poi viene corrisposto sul breve periodo: l’incentivo si riceve subito, in due anni, anziché in dieci come le detrazioni. Altro punto di forza, la semplicità: non lascia dubbi sull’ammontare cui si ha diritto.

Proprio la semplicità però rischia di distorcere il mercato. Il fatto che l’incentivo venga calcolato in euro al metro quadrato installato, a prescindere dalla produzione reale di energia, non avrà l’effetto di spingere di più le tecnologie meno costose ma anche meno efficienti, ad esempio avvantaggiando i sistemi piani a circolazione naturale, a scapito dei tubi sottovuoto o della circolazione forzata?

Ovviamente la semplificazione va nella direzione opposta alla precisione. D’altra parte misurare l’energia effettivamente prodotta si scontra con un problema di carenza di strumenti: se per gli impianti a circolazione forzata si potrebbe anche fare, con relativo aumento dei costi, per la circolazione naturale è tecnicamente molto difficile. Certo, la direzione in cui dobbiamo muoverci è quella di trovare il modo di premiare di più le tecnologie più efficienti. Ad esempio noi avevamo suggerito di introdurre un premio ad hoc per la circolazione forzata, che ha costi maggiori. Speriamo venga fatto quando il conto termico sarà rivisto.

Altri aspetti del conto termico che vorreste fossero corretti?

L’obbligo di installazione contestuale delle valvole termostatiche sui radiatori. Può sembrare una novità positiva ma in realtà pone un problema tecnico: se abbiamo molta energia sul tetto ma le valvole chiudono i radiatori l’impianto può andare in stagnazione.

Un grosso ostacolo alla diffusione del solare termico sembra essere quello della burocrazia. I preventivi che Assolterm ci ha mostrato per un impianto da 2 mq in un’area con vincolo paesaggistico (vedi qui), parlano di un costo in procedura burocratica – accesso al conto termico e autorizzazioni – di 1.000 euro, a fronte di un costo dell’impianto – tubazioni e manodopera comprese – di 1.800 euro: l’incentivo, 680 euro, non basta neanche a coprire le sole spese per il processo autorizzativo. Che suggerimenti avete per affrontare questo problema?

Noi non vogliamo assolutamenti creare scempi, ma bisogna andare verso una maggiore semplicità. Come associazione abbiamo fatto delle proposte per rendere più semplice la richiesta per l’autorizzazione in zone vincolate. A volte ci sono dei veri e proprio paradossi: ad esempio per i tetti piani, molto diffusi al Sud, gli impianti nella maggior parte dei casi non si vedono assolutamente se non dal cielo. Eppure ci vogliono comunque letteralmente chili di carte, con relative ricadute su costi e tempi di realizzazione: se tutto va bene per avere un nulla osta occorrono dai 35 ai 60 giorni.

Autorizzazioni ambientali a parte, il conto termico dal punto di vista della procedura d’accesso sarà più complicato rispetto alle detrazioni fiscali? Tenendo conto anche di questo, oltre che che dell’entità dell’incentivo, i consumatori cosa sceglieranno tra conto termico, detrazioni fiscali del 55% per l’efficienza energetica e detrazioni del 50% per la ristrutturazione edilizia semplice, nel periodo in cui le tre misure conviveranno, ossia fino al 30 giugno?

La procedura d’accesso al conto termico non dovrebbe essere più impegnativa rispetto alle detrazioni del 55%, anche se non essendo ancora uscite le linee guida non sappiamo quanta burocrazia ci si metterà dentro. Detto questo, secondo me tra i vari incentivi i consumatori sceglieranno il conto energia termico. Le motivazioni le abbiamo elencate prima: tempi brevi e soldi in conto corrente. Oltre a questo va tenuto conto che molti hanno già importi in detrazione per altri interventi realizzati in questi ultimi anni e che, tanto più in questo periodo di crisi, molti non hanno redditi che comportano tassazioni sufficienti per la detrazione.

Con l’ultima riforma dei certificati bianchi, questi, che venivano incassati dagli installatori del solare termico, non sono più cumulabili con altri incentivi, come le detrazioni fiscali o il conto termico. Che impatto potrà avere sul settore?

Senz’altro negativo: prima, con i certificati bianchi che si sommavano alle detrazioni riuscivamo ad essere un po’ più competitivi, ma abbiamo visto comunque un forte calo del mercato. Ora avremo il conto termico che coprirà – a seconda dei casi – dal 23 al 40% dell’investimento, dunque meno del 55% delle detrazioni. Consentire la cumulabilità del conto con i certificati sarebbe stato un buon compromesso per mantenere la convenienza. Nella situazione attuale invece noi non riusciremo ad arrivare agli obiettivi proposti.

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